Il 18,7% della dotazione complessiva del Piano nazionale di ripresa e resilienza sarà destinato agli incentivi e i crediti d’imposta a favore delle imprese
Filipetto: “Nell’immediato i primi fondi che arriveranno direttamente alle aziende dal Pnrr sono quelli gestiti da Simest. Via alle domande il prossimo 28 ottobre”
I fondi Simest per l’internazionalizzazione
“Nell’immediato i primi fondi che arriveranno direttamente alle aziende dal Pnrr sono quelli gestiti da Simest (società del Gruppo Cassa depositi e prestiti controllata al 76% dalla Sace, ndr)”, spiega l’esperta. “Simest è divenuto popolare nel 2020 perché ha rimodulato le proprie linee di finanziamento eliminando due elementi che avevano fino ad allora rappresentato un ostacolo all’accesso in massa delle aziende: la richiesta di una garanzia sul finanziamento erogato e l’assenza di una parte di rimborso a fondo perduto. Queste due piccole modifiche procedurali hanno infatti trasformato quello che era uno strumento poco interessante in uno strumento da grandi numeri: se nel 2019 si contarono circa 1.000 domande, nel 2020 hanno toccato le 11mila unità”. E la società, precisa Filipetto, ha già annunciato che a decorrere dalle ore 9.30 del prossimo 28 ottobre riaprirà lo sportello per la presentazione delle domande. “La misura allocherà molte risorse, intorno agli 1,2 miliardi. Quello che non è ancora noto è come saranno modificate le linee. Siccome farà leva sulle risorse del Pnrr, che ha alcune missioni strategiche tra cui la digitalizzazione, ci immaginiamo che saranno finanziati progetti che uniranno il digitale alla vocazione internazionale”.
Due crediti d’imposta
Ma il Pnrr rifinanzia e garantisce la continuità anche delle agevolazioni legate al Piano Transizione 4.0 come del credito d’imposta beni strumentali 4.0 (l’ex iperammortamento). Una misura dispiegata nel 2017 che, nelle parole di Filipetto, è già abbastanza nota alle aziende e sicuramente ben modulata. “A noi piacerebbe diventasse uno strumento strutturale, per non dover attendere ogni anno la finanziaria per una sua conferma. Inoltre, oggi un’azienda che acquista un macchinario con le caratteristiche del 4.0 porta a casa fino al 50% del valore del bene che acquista in termini di credito d’imposta. Sempre con il Pnrr verrà potenziato poi il credito d’imposta ricerca, sviluppo e innovazione che oggi, a seguito delle modifiche introdotte nel 2020, risulta essere poco generoso e poco adatto alle piccole e medie imprese (un tempo agevolate). Auspichiamo che con questi fondi venga reso ancor più interessante e possa nuovamente applicarsi a una fetta maggiore di beneficiari”.
L’Accordo per l’innovazione
Nel piano, infine, l’Accordo per l’innovazione. “Ne stanno scrivendo i contenuti, ma normalmente questo strumento aveva soglie importanti di spesa (si parlava di progetti da almeno 5 milioni di euro). Fonti dicono che potrebbe abbassarsi leggermente questa soglia, ma resterà comunque uno strumento che andrà a finanziare progetti importanti e strategici e non a pioggia come Simest. Le pmi difficilmente riusciranno ad approcciare questa modalità”, osserva l’esperta. Chiudono il cerchio i tre bandi per le pmi che intendono tutelare le proprie idee innovative e che, secondo Filippetto, potrebbero a loro volta pescare risorse dal Pnrr. Si parte il 28 settembre alle ore 12 con la presentazione delle domande per l’accesso al bando Brevetti+ per la valorizzazione economica dei brevetti, che farà leva su 23 milioni di euro di fondi, mentre bisognerà attendere il 12 ottobre alle 9.30 per Disegni+ e il 19 ottobre alla stessa ora per Marchi+.