Secondo la conferenza del 4 novembre organizzata dall’Aipb la cessione del credito derivante dal superbonus 110% potrebbe essere sfruttato dall’universo private
Questo mercato potrebbe essere organizzato in modo digitale dato che lo strumento principe (cessione) avviene esclusivamente tramite le funzionalità disponibili nell’area riservata del sito dell’Agenzia delle entrate
Dunque, proprio da questa possibilità di cedere il credito nasce un nuovo mercato. Alessandro M.Lerro, avvocato, presidente del comitato scientifico di AssoFintech, spiega come ci sono 4 ragioni del perché si forma queste mercato:
1) offerta: ci sono dei soggetti che non hanno debito di imposta abbastanza capiente, c’è chi non può utilizzare la detrazione e chi ha problemi sia di parcellizzazione sia in fattura;
2) domanda: dall’altra parte c’è chi chiede (privati) di poter utilizzare il credito direttamente e chi (aziende) vuole usare il credito professionalmente;
3) negoziabilità: i crediti sono perfettamente negoziabili;
4) marginalità: la fissazione del credito di imposta al 110% lascia ampi margini di negoziazione.
Dunque dove si potrebbe realizzare questo nuovo mercato?
Secondo Lerro tramite una piattaforma digitale. E questo perché lo strumento principe (cessione) avviene esclusivamente tramite le funzionalità disponibili nell’area riservata del sito dell’Agenzia delle entrate. Una volta identificato lo strumento è bene parlare di rischi, se sono presenti. E dunque in questo caso quello creditizio risulta essere inesistente. Le responsabilità sono del beneficiario, non di chi cede il credito e la cessione è pro soluto. “Comunque – specifica Lerro – il rischio di errore, sia sulla parte tecnica che fiscale, è temperato dal coinvolgimento di un professionista assicurato, da un asseveratore assicurato e da un terzo controllore. Inoltre, il beneficiario ha la proprietà dell’immobile su cui si svolge l’intervento”.
Esigenze di business
Questa nuova opportunità nasce da delle esigenze del mercato. Davide Rotondo, partners di PwC spiega come una tax capacity non adeguata da parte degli operatori (Istituzioni bancarie, ESCo e altri soggetti privati di filiera) limiterebbe il loro business case nella possibilità di acquisire credito di imposta da parte dei loro clienti con il rischio che questi ultimi si rivolgano ad altri istituti di credito o altri operatori di filiera. “Alcuni operatori in questa situazione dichiarano con preoccupazione di non essere nelle condizioni di strutturare offerte per l’acquisto di superbonus in mancanza di una soluzione sin da subito “, sottolinea Rotondo.
Con questo mercato ci sarebbe la possibilità per tutti i soggetti di accedere alla tax compensation. Accanto a questo c’è una parte degli operatori che non ha un’esigenza di liquidità che li obblighi ad utilizzare il canale bancario per la realizzazione dei lavori che portano alla maturazione del credito ma è invece alla ricerca di un canale alternativo efficiente per la cessione per condizioni e liquidabilità.