La conoscenza da parte dei consumatori delle polizze online è ancora limitata
Solo il 28% dei Millennial intervistati conosce le polizze on demand
Nonostante la forte crescita rispetto agli anni precedenti l’Italia rimane ancora fanalino di coda, rispetto ad altri paese europei, nell’acquisto di polizze on demand. Negli ultimi 12 mesi la maggior parte degli acquirenti di questo tipo di servizi assicurativi è infatti rappresentato dai consumatori inglesi (il 47%), seguito dai francesi (39%) e tedeschi (38%). Gli italiani rappresentano solo il 32% del mercato di polizze on demand, peggio di noi solo la Spagna (19%), ma comunque di sotto alla media europea (32%).
Dall’indagine è inoltre emerso anche come il consumatore digitale tendenzialmente non ha mai comprato assicurazioni, se non RC auto, che hanno una penetrazione nel segmento 23-38 anni del 65%, ma molto inferiore negli altri settori: casa (22%), moto (21%), mobilità urbana (18%) sport (15%), viaggi (8%), salute (7%), animali domestici (6%). Inoltre dalla ricerca si evince che il 72% degli intervistati che hanno acquistato una polizza on demand lo hanno fatto integrata ad altri servizi.
“Da una recente indagine Ivass emerge una scarsa conoscenza assicurativa da parte degli italiani, non solo la maggior parte non sa come funzioni una polizza, ma ben 7 persone su 10 ritengono di non aver bisogno dei consigli dell’assicuratore né di doversi affidare a fonti informative esterne.” Spiega Simone Ranucci Brandimarte presidente e fondatore di Yolo Group e Italian Insurtech Association. “Questi dati fanno riflettere su come il settore debba adeguarsi sempre più alle nuove esigenze dei clienti, soprattutto perché, come evidenziano i dati della nostra ricerca, esiste anche una nuova tipologia di consumatore, digitale, smart e consapevole sempre più pronto ad acquistare polizze on-demand e che non può essere ignorato. Consideriamo che 8 acquirenti di polizze on demand su 10 non avevano mai comprato polizze in passato, a conferma del fatto che siamo di fronte a una nuova fetta di mercato. Tanto più che il 60% di questi acquirenti digitali ha acquistato questo genere di polizze da un distributore non assicurativo (banca, utility, e-commerce) e solo il 5% da una compagnia. È evidente che se il settore non vuole perdere l’opportunità di crescere proponendo ai consumatori nuovi prodotti e servizi sempre più digitali, deve adeguare la propria offerta e digitalizzarsi, attraverso la formazione e l’acquisizione di nuove competenze. Velocizzare la transizione digitale dell’industria assicurativa diventa un fattore primario se non vogliamo perdere la nostra competitività e nuove opportunità di business.”