Febbraio è un mese particolare. Per via di una simbolica quanto fatidica data (14 febbraio) è un mese che obbliga a porre l’accento su tutte quelle implicazioni, legali e patrimoniali, che riguardano la coppia: tanto la coppia che guarda al futuro e che ha progetti da realizzare, quanto la coppia che, invece, cerca di gestire una crisi o una separazione
A tal riguardo, è appena il caso di porre l’attenzione sulle conseguenze patrimoniali che possono derivare dal venir meno di diritti e doveri reciproci dei coniugi, vale a dire l’obbligo reciproco alla fedeltà, all’assistenza morale e materiale, alla collaborazione nell’interesse della famiglia e alla coabitazione.
Infatti, tra i doveri matrimoniali elencati nell’all’art. 143 c.c., ve n’è uno che, più degli altri, è sovente portato all’attenzione dei Giudici quando inadempiuto da uno dei partner: si tratta della violazione dell’obbligo di fedeltà. Violazione che può portare alla pronuncia di addebito in capo al coniuge rivelatosi fedifrago.
A tal riguardo, per fare il punto su questo tema e mettere in evidenza quali sono le implicazioni patrimoniali correlate all’addebito della separazione, We Wealth ha chiesto un approfondimento a Maria Grazia Di Nella, avvocato esperto in materia.
L’avv. Di Nella, prima di entrare nel merito dell’argomento che ruota attorno alle conseguenze patrimoniali dell’addebito della separazione, chiarisce che, ai sensi dell’articolo 151 c.c. comma 2, “Il giudice, pronunziando la separazione, dichiara, ove ne ricorrano le circostanze e ne sia richiesto, a quale dei coniugi sia addebitabile la separazione, in considerazione del suo comportamento contrario ai doveri che derivano dal matrimonio”.
Inoltre, “affinché si possa giungere ad una pronuncia di separazione con addebito, è necessario che venga accertata la sussistenza di un nesso causale tra la condotta contraria ai doveri nascenti dal matrimonio e l’intollerabilità della prosecuzione della convivenza, ovvero del grave pregiudizio all’educazione della prole”.
Ma, appunto, quali sono gli effetti patrimoniali di una pronuncia di addebito? Lo spiega di seguito l’Avv. Maria Grazia Di Nella.
Il coniuge infedele al quale è stata addebitata la separazione, anche se più povero dell’altro, non può pretendere alcun contributo al proprio mantenimento ma, in caso di accertato stato di bisogno, potrà chiedere solo gli “alimenti”, la cui misura deve comprendere i beni di stretta necessità (vitto, alloggio, medicine..).
Inoltre, il coniuge “colpevole” per aver intrapreso una relazione extraconiugale perde i diritti successori in caso di morte dell’altro.
Ma non è finita qui. Se la violazione dell’obbligo di fedeltà è attuata in modo da ledere gravemente l’onore dell’altro coniuge, vale a dire se i comportamenti agiti integrano l’ingiuria grave, la pronuncia di addebito può avere anche la conseguenza di portare alla revoca delle donazioni ricevute in costanza di matrimonio.
Lo ha chiarito la Corte di Cassazione, sez. Terza Civile, con l’Ordinanza 19816/2022. Sembra uno di quegli intrecci cari alle soap opera ma invece è vita vera: lui tradisce lei con la moglie del fratello, all’interno dell’azienda di famiglia. La vicenda, accaduta realmente a Firenze, è arrivata in Corte di Cassazione per i risvolti patrimoniali: la moglie tradita ha preteso la revoca delle donazioni mobiliari e immobiliari effettuate al marito nel corso del matrimonio, e gli Ermellini l’hanno confermata in ragione del comportamento particolarmente lesivo della dignità di lei.
Nello specifico una fratello e una sorella gestivano un’impresa familiare, all’interno della quale lavoravano anche i rispettivi coniugi, che intrecciano una relazione. Una volta scoperto il tradimento, oltre alla separazione con addebito la donna insisteva per la revoca di una serie di donazioni adducendo l’ingratitudine del marito. Il Tribunale le da ragione, e la Corte d’Appello di Firenze pure, affermando che le modalità con cui era stato consumato l’adulterio costituiscono “ingiuria grave”.
Grave perché la relazione è stata intessuta con la cognata e ha minato “oltre alla stabilità del rapporto coniugale (…) anche quella familiare”, e grave perché l’adulterio si è consumato all’interno dell’azienda e la sua scoperta è inevitabilmente divenuta nota tra dipendenti e colleghi, “riverberando l’infedeltà (…) nell’ambito lavorativo, con evidente e innegabile ulteriore pregiudizio per la dignità della moglie”.
Il marito aveva tentato di difendersi affermando che il matrimonio fosse già in crisi e che la relazione fosse stata condotta con segretezza, ma gli Ermellini hanno rigettato il ricorso confermando la particolare gravità dell’offesa, ed evidenziando nell’uomo “un atteggiamento di noncuranza e di assenza di rispetto nei confronti della dignità della moglie”.
In ultimo, e non certo per importanza: l’addebito può avere come conseguenza l’obbligo del risarcimento dei danni che il coniuge tradito assume di aver subito – il cd. danno endofamiliare – se le sofferenze subite per la relazione extraconiugale dell’altro sono tali da ledere la dignità e onore, diritto fondamentale della persona, costituzionalmente protetto.
E i figli? Nella pronuncia n. 9188/2021, la Corte di Cassazione ha riconosciuto il risarcimento dei danni morali arrecati anche ai figli a causa della condotta del padre, infedele nei confronti della moglie. Nel caso in questione, i due figli erano stati adottati in tenera età e il padre adottivo aveva tradito la moglie e abbandonato la famiglia per trasferirsi in un’altra città costruendo una nuova famiglia. La Corte, nel ribadire la libertà di scelta delle persone, afferma che le modalità di attuazione delle stesse condotte, sia per i tempi, sia per l’indifferenza dimostrata alle fragilità dei figli, si caratterizzano per una significativa offensività e costituiscono causa certa della profonda sofferenza psichica e del senso di abbandono, quale trauma rinnovato e riacutizzato. Nel caso di specie, il diritto al risarcimento tende a colmare quel vuoto emotivo, relazionale e sociale causato dalla scelta del padre di abbandonare la famiglia e soprattutto i due figli minori.
—
Vuoi approfondire l’argomento?
Con il servizio Chiedi agli esperti di We Wealth puoi contattare gratuitamente un professionista che ti potrà guidare nella scelta dei migliori investimenti e nella gestione del tuo patrimonio. Fai una domanda a uno dei 300 esperti disponibili su We Wealth.