La Giornata mondiale della terra del 22 aprile non è per gli investitori solo una ricorrenza che ricorda quanto sia importante prendersi cura del pianeta. C’è un senso di urgenza e di pericolo dovuto ai danni dei cambiamenti legati al clima non solo sull’ambiente ma anche sui portafogli finanziari.
Uragani, ondate di calore e incendi rischiano di compromettere seriamente la crescita economica. Secondo l’European Environment Agency, le perdite economiche dovute alle condizioni meteorologiche e climatiche estreme in Europa sono state di circa mezzo trilione di euro negli ultimi 40 anni.
Giornata della terra: cosa significa
Per gli investitori, la Giornata mondiale della terra significa anche fare i conti con i rischi di transizione verso un’economia a basse emissioni di Co2, con le conseguenze sulle industrie più inquinanti come quella del carbone da un lato, e le opportunità derivanti da tecnologie innovative come quelle per la decarbonizzazione e la cattura del carbonio dall’altro.
Infine, i gestori di grandi patrimoni, nonché i fondi pensione e le aziende sono chiamati ad adempiere ad obblighi informativi sulla sostenibilità delle loro attività e a sviluppare degli obiettivi climatici e non solo.
Obiettivo net-zero, aziende fuori traiettoria
Passando dalle intenzioni alla realtà, la Giornata mondiale della terra è un’occasione per fare il punto sullo stato di avanzamento dell’economia verso l’obiettivo di azzeramento delle emissioni nette entro il 2050.
I dati non sono confortanti. L’analisi di Morningstar Sustainalytics su 8 mila aziende in tutto il mondo rivela che l’economia globale è disallineata rispetto al target di 1,5° Celsius sopra i livelli pre-industriali. Guardando i percorsi di riduzione delle emissioni di queste imprese, risulta, infatti, che all’attuale ritmo di decarbonizzazione, il mondo si riscalderebbe di 3,1 gradi rispetto ai livelli preindustriali di qui al 2050.
Lo studio di Morningstar Sustainalytics, che è sintetizzato in un indicatore chiamato Low carbon transition rating, rivela anche che la gestione del rischio climatico è debole da parte delle aziende. Il punteggio medio globale è di 35,5 punti su 100.
In sostanza, i piani aziendali potrebbero fare aumentare le emissioni di circa il 30% rispetto ai livelli attuali nei prossimi 26 anni, anziché ridurle. Tradotto in altri termini: le aziende devono fare di più per contrastare il climate change (il cambiamento del clima). Tra i settori con le pratiche di management migliori troviamo l’industria degli imballaggi, dei servizi di telecomunicazione e dei prodotti per la casa.
Clima: tema di investimento nel 2024
La transizione low carbon, comunque, sembra destinata ad acquistare sempre più spazio nei portafogli degli investitori. BlackRock l’ha annoverata tra i temi di investimento del 2024. “La transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio è una mega forza che seguiamo e che sta influenzando i rendimenti”, dicono gli esperti di BlackRock.
“Quest’anno vediamo sviluppi potenzialmente in grado di muovere il mercato in tre aree chiave. In primo luogo, il calo dei prezzi delle batterie potrebbe incrementare la domanda di sistemi di stoccaggio dell’energia per le reti elettriche e per i veicoli elettrici e ibridi. In secondo luogo, le elezioni in tutto il mondo potrebbero influenzare la futura politica energetica e industriale. Infine, l’aumento dei danni fisici potrebbe stimolare l’interesse per un nuovo tema di investimento: la resilienza climatica”.
Investine nel clima: le mosse dell’industria finanziaria
L’industria finanziaria si è quindi attivata per proporre soluzioni e prodotti agli investitori interessati a questo tema.
Ma cosa ci dicono le prime analisi del profilo di rischio/rendimento dei portafogli low carbon transition?
Il confronto tra gli indici Morningstar Low Carbon Transition Leaders e i corrispondenti tradizionali mostra che nei mercati sviluppati c’è stata una leggera sovraperformance dei primi sui secondi a fronte di una volatilità leggermente più alta nel periodo giugno 2020-gennaio 2024 (vedi tabella sotto)
Transizione low carbon, alcuni esempi
Gli indici Morningstar Low Carbon Transition Leaders sono stati concepiti per fornire un’esposizione diversificata alle società leader nella gestione della transizione sul clima e annoverano al loro interno aziende appartenenti a settori diversi, tra cui la compagnia petrolifera francese TotalEnergies, il produttore di semiconduttori Taiwan Semiconductor, il gruppo danese di energie alternative Orsted e la casa automobilistica tedesca Bmw.
L’inserimento di TotalEnergies potrebbe sorprendere, ma come spiegano gli analisti di Morningstar Sustainalytics, la società “ha intrapreso passi significativi nella direzione net-zero, tra cui l’emissione di 3 miliardi di euro di green bond, principalmente per l’acquisto di impianti di generazione di energia rinnovabile, investendo anche in ricerca e sviluppo per la produzione di idrogeno verde. A livello interno, l’azienda ha rafforzato la governance sul clima, collegando la remunerazione dell’amministratore delegato agli obiettivi climatici e coinvolgendo le parti interessate nelle decisioni relative alla transizione climatica”.
I rischi e le opportunità per gli investitori della transizione low carbon
L’analisi del profilo di rischio/rendimento degli indici low carbon transition mostra che non c’è una penalizzazione per gli investitori, ma c’è un ulteriore aspetto da considerare: man mano che le economie evolvono verso l’abbandono delle fonti fossili, le aziende meglio posizionate per affrontare i cambiamenti del clima avranno più probabilità di prosperare.
La transizione low carbon è un trend di lungo periodo, tuttavia non si possono ignorare gli eventi che nel breve potrebbero influenzarlo. In particolare, quest’anno ci saranno le elezioni politiche in molte parti del mondo, inclusa l’Unione europea, gli Stati Uniti e l’India, e potrebbero avere un impatto in positivo o negativo sul cammino verso economie meno inquinate.
Secondo BlackRock, la valutazione delle opportunità e dei rischi di investimento legati alla transizione dipenderà dalla direzione che prenderanno le politiche climatiche dopo le elezioni. Tuttavia, gli esperti ritengono che “con l’aumento dei rischi fisici legati al clima, la resilienza climatica possa diventare un tema d’investimento”.
La Giornata mondiale della terra può diventare per gli investitori un’occasione per andare oltre i proclami delle aziende sui loro impegni per combattere il climate change per distinguere tra coloro che hanno target e strategie misurabili e coloro che si limitano agli slogan in modo da ridurre il rischio climatico in portafoglio e trarre opportunità dalla transizione low carbon.