- Il mancato rinnovo dell’accordo di transito del gas russo attraverso l’Ucraina sottrae all’Europa fino a 15 miliardi di metri cubi di forniture l’anno
- Secondo gli analisti di Citi, finché l’interruzione continuerà, è probabile che i prezzi del gas naturale rimangano elevati
Lo stralcio dell’accordo sul transito del gas russo tra Mosca e Kiev, proseguito per tre anni nonostante il conflitto, è arrivato: per la prima volta dal 1984, anno dell’entrata in servizio del gasdotto Urengoy-Pomary-Uzhhorod, l’Europa non riceverà il cosiddetto “oro blu” attraverso le rotte passanti per l’Ucraina. “È una delle più grandi sconfitte di Mosca”, la reazione sui social media del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. “Quando Putin ottenne il potere in Russia più di 25 anni fa il pompaggio annuale era di oltre 130 miliardi di metri cubi. Oggi il transito del gas russo è pari a zero”, scrive Zelensky.
Il prezzo del gas ad Amsterdam
Il mancato rinnovo dell’accordo, scaduto alla mezzanotte del 31 dicembre 2024, sottrae così al Vecchio Continente fino a 15 miliardi di metri cubi di forniture all’anno a prezzi convenienti. Il tutto in un periodo, quello invernale, in cui chiaramente il consumo è ai massimi. Nella giornata di lunedì il prezzo del gas in Europa – misurato alla Title Transfer Facility di Amsterdam – è scivolato del -4,89% a 47,7 euro a megawattora. Si tratta della quotazione più bassa dell’ultima decina di giorni. Da sottolineare che la strada sbarrata in Ucraina non implica la fine delle forniture russe in Europa: una quota continuerà infatti ad arrivare attraverso il mercato del gas naturale liquefatto (Gnl), in gran parte in Francia e Spagna.
Gas: gli scenari per le quotazioni
Secondo Sabrin Chowdhury, head of commodities analysis della società di ricerca britannica Bmi intercettata da Cnbc, le materie prime in generale saranno sotto pressione nel 2025. Ma i prezzi dell’oro blu, in particolare, sembrerebbero destinati a salire. Come ricordato dagli analisti di Citi, i prezzi del gas naturale a livello mondiale hanno iniziato a crescere da metà dicembre, spinti dalle condizioni climatiche e dalle questioni geopolitiche. Il blocco del flusso di gas russo all’Europa attraverso l’Ucraina, spiegano, ha introdotto nuove incertezze. E finché l’interruzione continuerà, è probabile che i prezzi del gas rimangano elevati, alimentati anche dalle attese rispetto a un inverno particolarmente rigido tra Stati Uniti e Asia.
Bmi stima nel dettaglio che i prezzi del gas aumenteranno di circa il 40% nel 2025, toccando i 3,4 dollari per MmBtu (Million British Thermal Unit) a fronte di una media di 2,4 dollari per MmBtu nel 2024, grazie alla crescente domanda di gas naturale liquefatto e all’aumento delle esportazioni nette dai gasdotti. “Il Gnl continuerà a guidare i nuovi consumi, sostenuto dalla crescente capacità di esportazione e dalla forte domanda in Europa e in Asia”, sostengono gli analisti di Bmi. A intervenire sul tema è anche una recente analisi di Goldman Sachs commodities research dal titolo Natural Gas: cold weather a stronger driver than the halt in ukraine flows.
Gas naturale: i rischi metereologici
La ricerca esamina i fattori che influenzano i prezzi del gas naturale in Europa durante l’inverno, sottolineando che il freddo anomalo atteso potrebbe innescare un aumento significativo della domanda, spingendo i prezzi verso livelli che potrebbero incentivare il passaggio da gas a petrolio. Per la settimana in corso e quella successiva ci si attende infatti temperature più basse rispetto alla media. Se venissero confermate, secondo la banca d’affari i prezzi del gas naturale misurati alla Title Transfer Facility di Amsterdam si muoveranno verso una forbice compresa tra 63 e 84 euro a megawattora nei prossimi mesi, ben al di sopra rispetto al suo scenario di base di 40 euro per megawattora per il 2025 in condizioni meteorologiche medie.
Gas a rischio esaurimento?
“Riteniamo che il rischio di un esaurimento delle scorte sia molto basso, anche in presenza di previsioni climatiche così fredde”, si legge nello studio. “La sfida principale per l’Europa è che quanto più bassi saranno i livelli di stoccaggio a fine marzo, tanto più difficile sarà per la regione rifornirsi in vista del prossimo inverno”. In particolare, nello scenario più freddo della media attualmente previsto – e ipotizzando che non ci siano compensazioni in altre zone – si stima che i livelli di stoccaggio di fine marzo scendano al 30% (contro il 35% in condizioni climatiche medie). Questo implicherebbe livelli di stoccaggio a fine ottobre dell’80% scarso (contro l’80% elevato in condizioni meteorologiche medie), al di sotto dell’obiettivo di riempimento del 90% richiesto dall’Unione europea.
Come investire nel gas naturale
Un’alternativa per investire nel gas naturale sono gli Exchange traded commodities (Etc), strumenti finanziari emessi a fronte dell’investimento diretto dell’emittente o in materie prime fisiche o in contratti derivati su materie prime. Come spiega Borsa Italiana, il prezzo di questi prodotti è connesso infatti direttamente o indirettamente all’andamento del sottostante. Come gli Exchange-traded fund (Etf), sono negoziati in Borsa e replicano passivamente l’andamento della materia prima o degli indici delle materie prime cui fanno riferimento. Ma hanno senso come strumento di investimento quelli sul gas naturale?
“Basterebbe prendere il prezzo di un Etc sul gas naturale e confrontarlo con quello del future sul gas naturale, per capire che l’andamento è assai differente”, dichiara a We Wealth Eugenio Sartorelli, membro del comitato direttivo di Siat. “Non è possibile operare per lungo periodo (medi) sull’Etc del natural gas poiché il sottostante dell’Etc è un future che subisce delle forti variazioni di prezzo tra un contratto e quello delle scadenze successive”. È l’effetto “contango” o più spesso “backwardation” per cui su scadenze differenti ci sono prezzi differenti che sul gas sono amplificati, spiega l’esperto. “Basti pensare che attualmente tra il contratto future scadenza febbraio e quello scadenza marzo c’è il 10% di differenza. Pertanto, operare sul gas naturale con l’Etc ha senso solo per sfruttare movimenti di pochi giorni e non vi sono strumenti idonei per operare su tempistiche più lunghe”.