Le sorti degli investimenti di circa 113mila sottoscrittori italiani di polizze Fwu dipendono dalla procedura di liquidazione del ramo lussemburghese della compagnia, e i tempi si preannunciano lunghi: almeno tre anni e mezzo prima di poter ricevere il rimborso delle polizze vita sottoscritte. È quanto hanno ricostruito gli esponenti dell’Ivass, l’autorità di vigilanza italiana sulle assicurazioni, in un incontro online con le associazioni dei consumatori il 3 febbraio e in un documento interno che We Wealth ha potuto visionare.
Il Tribunal d’arrondissement de Luxembourg ha disposto lo scioglimento e la liquidazione di FWU Life Lux (FLL) con sentenza del 31 gennaio, confermata dal Commissariat aux Assurances del Lussemburgo, che ne ha dato comunicazione ufficiale. Il testo della sentenza sarà pubblicato prossimamente.
Il tribunale lussemburghese ha nominato Madame Anick Woolf come giudice commissario e Maître Baden come liquidatore, quest’ultimo già commissario durante la crisi di Fwu. Sarà quindi Maître Baden a gestire il processo di liquidazione e a inviare, entro sei mesi, una nota precompilata con l’indicazione del credito ai creditori conosciuti o identificabili. L’accertamento dello stato passivo durerà tre anni e sarà fondamentale per i sottoscrittori verificare che il proprio credito sia indicato correttamente.
Per i sottoscrittori italiani coinvolti, resteranno congelati circa 300 milioni di euro. Tuttavia, non è ancora chiaro quanta parte di questi fondi fosse investita in polizze con una componente di capitale garantito (ramo I) e quanta in strumenti esposti esclusivamente al rischio di mercato (ramo III). In generale, tra le associazioni dei consumatori prevale il timore che il recupero del capitale investito sarà solo parziale. Non solo i tempi saranno molto più lunghi, ma le possibilità di successo appaiono realisticamente inferiori rispetto a quanto osservato nel caso dell’italiana Eurovita, la compagnia poi salvata attraverso un’operazione di mercato che ha permesso di tutelare i sottoscrittori senza l’impiego di denaro pubblico.
Il nodo delle polizze: quanto rientrerà (e quando)
Per le polizze ramo I, il problema principale è la capacità della compagnia di rimborsare il capitale garantito, che potrebbe rivelarsi insufficiente. Per le ramo III, invece, la criticità risiede nei caricamenti iniziali penalizzanti e nei costi ricorrenti elevati, che rendono difficile per chi ha sottoscritto negli ultimi anni compensare le perdite con i rendimenti di mercato.
“Il commissario è già stato nominato, ma non è ancora stato reso noto l’indirizzo ufficiale a cui i creditori potranno inviare comunicazioni”, ha dichiarato a We Wealth Gianluca Di Ascenzo, avvocato e presidente del Codacons, riferendo i contenuti dell’incontro con Ivass. “Avrà sei mesi di tempo per inviare le comunicazioni ai creditori, dopodiché la procedura di predisposizione dello stato passivo durerà circa tre anni. Quindi, realisticamente, i tempi complessivi saranno di almeno tre anni e mezzo”, ha aggiunto.
Le indicazioni per i sottoscrittori
L’aspetto fondamentale sarà la ricostruzione dello stato passivo, con l’invio di una comunicazione a tutti i creditori noti della società. È quindi essenziale che i sottoscrittori italiani delle polizze FWU forniscano al commissario un indirizzo aggiornato per ricevere le comunicazioni, dato che molti contratti risalgono a diversi anni fa e alcuni sottoscrittori potrebbero aver cambiato residenza o contatti.
Su questo punto, non va sottovalutato un aspetto tecnico: “Dato che la Pec è un sistema usato solo in Italia, chi la utilizza come domicilio digitale dovrebbe verificare che possa ricevere anche email non certificate. Questo è un aspetto pratico ma importante da tenere a mente”, ha precisato Di Ascenzo.
“Entro 6 mesi dalla liquidazione, il liquidatore manderà a tutti i creditori conosciuti o identificabili dai
libri sociali una nota con indicazione del credito precompilata”, ha comunicato Adiconsum in un’altra nota visionata da We Wealth, “qualora il consumatore rilevi inesattezze nella consistenza del credito, potrà aprire un contraddittorio con il liquidatore attraverso una procedura che sarà in seguito dettagliata”.
Nel frattempo, mentre le polizze restano congelate, i sottoscrittori devono ignorare eventuali inviti a versare i premi da parte di FWU, che secondo l’Adiconsum avrebbe continuato nei giorni scorsi a sollecitare i clienti, minacciando penalizzazioni in caso di mancato pagamento. Nei giorni scorsi, la l’Autorità lussembrughese ha segnalato un blocco dei sistemi informatici della compagnia, che ha coinvolto anche la succursale italiana, il che potrebbe generare ulteriori ritardi nelle comunicazioni e nella gestione delle richieste da parte dei creditori.
Il ruolo dell’Ivass: solo vigilanza informativa
Poiché Fwu sta sotto la giurisdizione e la vigilanza del Lussemburgo: l‘Ivass potrà fornire un supporto informativo, ma non è “arbitro” di questa partita, diversamente da quanto avvenuto nel caso di Eurovita. “L’Ivass ha sottolineato che monitorerà il processo e cercherà di garantire la massima trasparenza, fornendo aggiornamenti periodici. Tuttavia, la procedura è interamente sotto la giurisdizione dell’autorità giudiziaria lussemburghese”, ha riferito di Ascenzo, “Ivass e le altre istituzioni italiane potranno solo ricevere le comunicazioni e condividerle, ma non avranno potere decisionale”.