Zumbo: “Nonostante l’attenuazione del sentiment sulla crescita del mercato Esg nei prossimi anni, quasi un terzo dei gestori a livello europeo ritiene che migliorare la propria posizione di leadership in questo ambito rappresenti una priorità strategica”
Il 58% dei gestori europei ritiene che i fondi attivi “verdi” registreranno una crescita del patrimonio compresa tra l’1 e il 5% nei prossimi 12-24 mesi. Il 56% si attende una crescita pari o superiore al 6% nei prossimi due anni per i loro omologhi passivi
Sebbene l’appetito per i fondi tematici si sia complessivamente affievolito, le diverse declinazioni della sostenibilità continuano a catturare l’attenzione degli investitori. E, secondo molti dei gestori europei, continueranno a farlo anche nei prossimi 12-24 mesi. A scattare la fotografia è l’ultimo rapporto della società di analisi e consulenza globale Cerulli Associates dal titolo European distribution dynamics 2023: navigating uncertainty, che ha coinvolto 145 gestori europei con oltre 6.500 miliardi di euro di asset under management, 50 banche private attive tra Italia e Spagna e 47 wealth manager e banche private attive in Uk.
“Nonostante l’attenuazione del sentiment sulla crescita del mercato Esg nei prossimi anni, quasi un terzo dei gestori a livello europeo ritiene che migliorare la propria posizione di leadership in questo ambito rappresenti una priorità strategica”, dichiara Fabrizio Zumbo, director – european asset & wealth management research and consulting di Cerulli Associates. Il 58% degli intervistati ritiene infatti che i fondi attivi “verdi” registreranno una crescita del patrimonio compresa tra l’1 e il 5% nei prossimi 12-24 mesi. Il 56% si attende una crescita pari o superiore al 6% nei prossimi due anni per i loro omologhi passivi, sia indicizzati che Etf. “Ciò è dovuto in parte al fatto che le strategie passive costituiscono ancora una piccola parte del patrimonio totale dei fondi Esg e, quindi, hanno più spazio per crescere”, scrivono i ricercatori.
I trend che guideranno i prossimi 12-24 mesi
In generale, il patrimonio dei fondi tematici è quadruplicato tra il 2018 e il 2021, balzando da 91,3 miliardi di euro a 409,4 miliardi, secondo gli ultimi dati Morningstar visionati dalla società di analisi. “Il settore non è stato immune dalle cattive performance subite dalle azioni in generale, chiudendo il 2022 con 97 miliardi di euro in meno”, si legge nel rapporto. Tuttavia, l’8% degli intervistati prevede una crescita rapida (superiore al 10%) degli asset dei fondi tematici attivi nei prossimi 12-24 mesi, mentre il 37% si attende una crescita lenta (dall’1 al 5%). Il 39% ritiene che la crescita del patrimonio dei fondi indicizzati supererà il 10% nel prossimo anno o nei prossimi due e il 21% si attiene un’eguale crescita per gli Etf.
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A dominare questo scenario saranno appunto i temi legati alla sostenibilità. Al primo posto tra i trend che si ritiene attireranno più capitali di clienti retail si posiziona la tecnologia delle batterie (15%), seguita dal climate change (10%) e dalla biodiversità (10%). Non manca chi cita biotecnologia (8%), agricoltura (6%), digital asset (5%) e lifestyle (4%).
Banche private: come investono tra Italia e Spagna
La ricerca di Cerulli Associates mostra anche come le banche private dell’Europa meridionale siano sempre più propense a investire nei fondi passivi. La maggioranza (84%) delle banche private spagnole punta ad aumentare la quota di Etf nei portafogli dei propri clienti nei prossimi 12-24 mesi, anche se solo l’8% prevede di farlo in modo significativo. In Italia, il 76% delle banche private si attende un aumento della domanda di Etf nei prossimi due anni e il 52% si attende invece un aumento della domanda di fondi indicizzati. Di conseguenza, nello stesso periodo, circa l’88% delle banche private in Italia prevede di aumentare leggermente l’esposizione agli Etf dei portafogli dei clienti e il 4% parla di un incremento “significativo”; per i fondi indicizzati, si calcola rispettivamente il 60% e il 12%. “In Spagna il 72% delle banche private prevede un aumento della domanda di immobiliare nei prossimi 12-24 mesi e il 64% di private equity”, interviene Zumbo. “In Italia il 68% delle intervistate prevede un boom della domanda di real estate e private equity nello stesso periodo e il 60% di infrastrutture e private debt”.