I grandi gestori dei fondi di investimento adesso sovrappesano l’Europa rispetto ad altre zone del mondo. È uscito il nuovo Global Fund Manager Survey di BofA Bank of America, e l’inattesa novità è proprio la predilezione per i titoli azionari dell’Unione europea. Il 45% dei gestori di fondi intervistati prevede infatti che l’Europa cresca in maniera più sostenuta nei prossimi dodici mesi. A gennaio 2025 lo pensava solo il 9%. Molti vedono dietro allo stimolo fiscale tedesco il motore più probabile della crescita europea, seguito dall’allentamento della Bce. Anche sul fronte dell’inflazione, l’Europa sembra fare meglio, almeno in prospettiva: il 59% degli asset manager vi prevede una riduzione dell’inflazione, mentre solo il 4% prevede che lo stesso accadrà a livello globale. Si tratta del dato più basso degli ultimi due anni.
Il 66% dei partecipanti al sondaggio prevede ulteriori guadagni a breve termine per le azioni europee rispetto agli attuali massimi storici (+44% rispetto a gennaio.) Il 76% (dal 56%) prevede invece un rialzo nei prossimi dodici mesi e che l’Europa sarà il mercato azionario più performante a livello globale nel 2025: il 12% dichiara di sovrappesare le azioni europee in un contesto globale (a dicembre un quarto del totale dichiarava di sottopesarle).
Crescita globale in rallentamento, frena l’entusiasmo nei confronti delle politiche di Trump
Un dato rimasto pressocché invariato rispetto alle proiezioni di inizio anno è quello che riguarda la dinamica della crescita globale. Il 2% dei gestori ne prevede infatti un rallentamento nel corso dei prossimi dodici mesi. Il 52% in particolare ritiene che un “atterraggio morbido” sia l’esito più probabile per l’economia globale; il 36% si aspetta un atterraggio neutrale. Il 6% infine si attende un atterraggio duro. Il timore di una recessione globale è ai minimi da 3 anni, con l’82% afferma che non ci sarà recessione, il 77% si aspetta tagli della Fed, con l l’89% dei gestori di fondi che dichiara sopravvalutate le azioni Usa anche rispetto all’Europa. La guerra commerciale è considerata solo “un rischio di coda”.
E l’effetto Trump? È calata al 45% dal 60% la percentuale di coloro che si attendono esiti positivi da parte dell’amministrazione Trump avrà un impatto netto positivo sulla crescita globale. Il 55% prevede unicamente un effetto inflazionistico delle politiche statunitensi. Il 4% dei gestori scommette su un rialzo dei rendimenti obbligazionari a 10 anni. Il 39% infine considera che una guerra commerciale sia il principale rischio di coda per i mercati (seguono rialzi della Fed, al 31%). Persiste in larga parte l’ottimismo sui tassi nel 2025, con il 27% che prevede un taglio del saggio di interesse della Fed quest’anno. Il 51% prevede due o più tagli, contro l’1% di rialzi della Fed.
Quali azioni le preferite? Una sola nota di pessimismo fra i gestori di fondi per l’Europa
Sono destinati a rialzarsi i titoli ciclici europei (28% degli asset manager, dal 12%), esclusion fatta per le imprese a piccola capitalizzazione (secondo il 14% vivranno una sottoperformance in rapporto alle large cap). Le banche hanno scalzato le assicurazioni come titoli preferiti per la prima volta da luglio 2023. Del resto si prevede che i titoli finanziari saranno il settore più performante in Europa nel 2025. Risultano poco appetibili i titoli retail e automotive. A dispetto dei venti avversi, la Germania rimane il mercato azionario prediletto fra gli europei, la Svizzera è il meno scelto.
Nel complesso, gli investitori sono rialzisti, lunghi sulle azioni e corti su tutto il resto. I livelli di liquidità (3,5%) sono precipitati ai minimi dal 2010.
Complessivamente, le azioni sono sovrappesate (35%), le obbligazioni sottopesate (11%), così come la liquidità. Per quanto l’azionario, nello specifico: le posizioni lunghe sugli Usa sono state ridotte, quelle Ue sono salite ai massimi da 8 mesi. Lasciano indifferenti gli emergenti a dispetto nonostante l’ottimismo della Cina. Per quanto riguarda i settori, si assiste a una rotazione verso i bond sensitives (farmaceutico / biotech / utilities / REITs), mentre si vede il maggior calo mensile dei lunghi tech dal settembre 2022.
Le asset class più performanti nel 2025 (fin qui) sono le azioni globali (34%), l’oro (22%), le azioni Usa (18%). Gli indici azionari più performanti sono invece l’EuroStoxx (22%), il Nasdaq (18%), l’Hang Seng (18%).I contrarian si muovono con la copertura di un rallentamento globale a sorpresa aumentando liquidità e obbligazioni e riducendo i titoli bancari statunitensi e ue. La copertura di un ritorno della bolla dell’intelligenza artificiale si sta attuando tramite investimenti lunghi in azionario emergente (tecnologia cinese) e tech Usa.