I fondi a gestione attiva hanno affrontato numerosi colpi duranti anni di performance che hanno evidenziato le difficoltà nel mantenere un valore persistente al netto dei costi. Sotto questa superficie, soprattutto per i fondi azionari, è interessante notare dove la gestione attiva sia riuscita a offrire un valore aggiunto, non solo nell’ultimo anno, ma anche nell’orizzonte decennale.
Premessa: un fondo attivo, pur a fronte di costi più elevati, può offrire valore se la competenza dei suoi gestori consente di ottenere performance significativamente superiori rispetto all’indice di riferimento. In caso contrario, la logica suggerirebbe di preferire un prodotto meno costoso, che replica semplicemente l’indice. Se si cerca di evitare le influenze derivanti dagli incentivi alla distribuzione, che spingono a far pagare più caro un fondo attivo, va detto che in determinate circostanze la gestione attiva ha una probabilità maggiore di riuscita, e in alcuni casi presenta probabilità favorevoli.
Nel 2024, sette categorie di fondi a gestione attiva sono riuscite a superare i relativi indici di riferimento, secondo il Morningstar’s US Active/Passive Barometer, dedicato ai fondi accessibili agli investitori americani. Tra queste, i fondi obbligazionari intermediate core (con scadenze medie e investimenti in emittenti con rating elevato) sono in testa, seguiti dai fondi immobiliari globali e statunitensi, e dai fondi obbligazionari societari. Le percentuali di successo di questo quartetto iniziale hanno superato il 65% nel 2024.
In generale, solo due categorie di fondi attivi sono riuscite a battere il proprio indice nell’orizzonte decennale: i fondi immobiliari globali e i fondi obbligazionari societari. Tuttavia, se si osserva la gestione attiva dal punto di vista di un investitore azionario, la fotografia del lungo periodo risulta impietosa. Nel caso peggiore, quello dei fondi azionari growth americani, le probabilità di aver battuto il mercato con un fondo attivo acquistato dieci anni fa sono una su quaranta. In tutti gli altri casi, i fondi azionari restano ben lontani da una percentuale di successo vicina o superiore al 50%, segnalando ridottissime possibilità di superare il mercato con un fondo attivo sul lungo periodo. Alcuni segmenti di mercato, tuttavia, possono ancora essere superati guardando nell’orizzonte annuale. Ad esempio, nel 2024, i fondi azionari focalizzati sulle small cap globali hanno sovraperformato. Non è un grande successo, però, considerando che le migliori performance sono state registrate dai fondi azionari large cap americani, dove solo il 28,9% dei fondi attivi è riuscito a fare meglio dell’indice, meno di uno su tre.
Alla fine del 2024, le strategie attive hanno avuto una probabilità di successo del 42% rispetto a quelle passive. Complessivamente, solo il 37% dei gestori attivi large e mid-cap ha sovraperformato i fondi indicizzati, contro il 43% di successo per i gestori small-cap. “I gestori passivi partono con un grande vantaggio, addebitando commissioni più basse che non devono recuperare,” ha dichiarato Morningstar. “I fondi passivi sono diventati una merce: un ETF large-blend dell’S&P 500 può avere una commissione di 3 punti base. Quindi, se addebiti da 50 a 100 punti base per la gestione attiva, devi trovare un modo per battere il fondo passivo di più di 50-100 punti base ogni anno.” E in Italia, il costo dei fondi attivi può essere anche molto più alto di così.
Gestione attiva, anche quella va meglio se low cost
Un aspetto interessante è come un fondo attivo con costi inferiori alla media abbia più possibilità di battere l’indice rispetto alla controparte più costosa. I dati di Morningstar confermano: “Il 28% dei fondi attivi nel quintile più economico delle rispettive categorie ha superato il loro pari passivo medio, rispetto al 17% per i fondi più costosi.”
Ma allora, la gestione attiva sparirà ? Morningstar ritiene che si concentrerà nei comparti dove ha maggiori probabilità di successo. In questo senso, il segmento azionario large cap “sarà difficile da superare” con gestioni attive, mentre “nel reddito fisso sarà più facile”. Anche nella gestione attiva, però, la ricerca di costi più bassi resta un fattore decisivo. Come abbiamo approfondito con BlackRock, anche i prodotti stanno evolvendo verso un focus su questo aspetto.