Al via finalmente la prima emissione delle obbligazioni congiunte Ue per finanziare la crescita post covid degli Stati membri. Un passo storico, dice a We Wealth Giacomo Alessi di Marzotto Sim
Il
recovery fund sta diventando realtà. La Commissione europea ha infatti ufficialmente inaugurato la prima tappa del percorso di ripresa dalla crisi coronavirus: i
tanto dibattuti eurobond – che serviranno a finanziare i piani nazionali di ripresa – sono arrivati sul mercato nella giornata di martedì 15 giugno 2021. La tranche è pari a 10 miliardi di euro, con durata decennale e rendimento pari allo 0,086%. Il rating è massimo da parte di tutte le
agenzie internazionali che valutano il merito creditizio dell’indebitamento degli stati. «Un traguardo storico», commenta a We Wealth Giacomo Alessi, senior fixed income analyst di Marzotto Sim. «Anche se tecnicamente non è la prima emissione Ue , è la prima di debito comune. A fronte di ordini per oltre 142 miliardi, ne sono stati emessi 20 miliardi: record assoluto per un titolo europeo».
Lo spread di emissione è mid-swap a 10 anni meno due punti base. «Il premio di rendimento sul Bund decennale è dello -0,25% [32,3 pb rispetto al Bund in scadenza a febbraio 2031], con maturity 4 luglio 2031. Si tratta di titoli destinati più che altro a una platea di investitori istituzionali. Una tendenza in atto in tutto il mondo obbligazionario, a dire il vero». Si tratta, prosegue l’esperto, di un’emissione avvenuta in un momento ideale, dato che i tassi di interesse stanno leggermente scendendo rispetto alla tendenza degli ultimi mesi. Questa nuova carta «un pochino appesantirà il mercato», in quanto «distoglie dall’investimento verso titoli obbligazionari con rendimenti e rating simili, tipo il bund. Lo spread con il titolo tedesco, in portafogli abbastanza ampli fa la differenza. Le condizioni di mercato per questi nuovi titoli saranno decisamente accoglienti». Gli ordini finali hanno superato i 142 miliardi di euro: una sottoscrizione moltiplicata per sette e oltre.
Fra le banche collocatrici spiccano le italiane Intesa Sanpaolo, Mps. Poi, Bnp Parbas, Morgan Stanley, Santander, Hsbc. UniCredit è stata momentaneamente per motivi di antitrust insieme con Jp Morgan, Citigroup, BofA, Barclays, Natixis, Nomura, NatWest, Deutsche Bank e Credit Agricole. L’importo massimo delle emissioni previsto dalla Commissione Ue per il 2021 è pari a 186 miliardi di euro, per una durata non superiore ai 17 anni. Nella giornata del 16 giugno intanto dovrebbe arrivare il via libera per il pnrr italiano. Passo che segna l’avvicinarsi della prima anticipazione del fondo europeo di ripresa, pari al 13% dell’importo totale destinato a ciascuno stato.
Il recovery fund sta diventando realtà. La Commissione europea ha infatti ufficialmente inaugurato la prima tappa del percorso di ripresa dalla crisi coronavirus: i tanto dibattuti eurobond – che serviranno a finanziare i piani nazionali di ripresa – sono arrivati sul mercato nell…
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