Anche se non comparirà nei portafogli prima del 2028, la Commissione europea ha presentato la sua proposta legislativa sulla possibile introduzione dell’euro digitale
L’euro digitale, che punta a mantenere salda la centralità dell’euro come forma di pagamento anche nel mondo digitale, avrà le stesse garanzie del contante fisico. Prima su tutte, il corso legale: nessuno potrà rifiutarlo come forma di pagamento
Anche se non comparirà nei portafogli prima del 2028, la Commissione europea ha presentato la sua proposta legislativa sulla possibile introduzione dell’euro digitale. Nel momento in cui il testo entrerà in vigore, resterà comunque una responsabilità della Banca centrale europea quella di decidere se questa innovazione dovrà vedere la luce o meno. Ciononostante, le caratteristiche concrete che l’euro digitale non potrà non avere hanno visto una prima importante definizione, che costituirà la base per la discussione parlamentare e del Consiglio dell’Ue.
Cosa sarà, dunque, l’euro digitale? Una moneta a corso legale, che non potrà essere rifiutata come forma di pagamento a differenza di tutte le altre forme di pagamento elettronico attualmente disponibili, ha dichiarato la Commissione europea. Come versione digitale del contante, l’euro digitale lo emette direttamente la Bce (come passività del suo bilancio), ma i cittadini non potranno aprire direttamente un conto presso l’Eurotower, come si era ipotizzato. Le banche commerciali e altre società abilitate a farlo, offriranno un servizio di portafoglio che permetterà di accumulare una riserva di euro digitali, che potranno essere usati per i pagamenti
Euro digitale vs conto corrente: i dettagli che definiscono un futuro dualismo
Fra i paletti più significativi della proposta della Commissione europea ci sono le garanzie sulla privacy, la possibilità di completare transazioni in euro digitale senza connessione Internet in caso di prossimità fisica fra le controparti, i limiti all’accessibilità per i soggetti che non risiedono nell’Eurozona.
Inoltre, proprio come il contante, le riserve di euro digitale non potranno pagare interessi ai suoi possessori – una proposta che non era stata esclusa in passato ed era stata discussa anche dal futuro governatore di Bankitalia, Fabio Panetta. L’assenza di interessi per il possessore distinguerebbe le riserve di euro digitale, sul piano pratico, dal conto corrente (che a determinate condizioni di mercato offre un piccolo interesse).
Come il deposito bancario, i conti in euro digitale saranno anche una riserva di valore. A differenza del conto corrente, però, potranno essere introdotti (dalla Bce) limiti massimi che impediranno un eccessivo spostamento dal conto corrente al conto in euro digitale. Tale limite impedirà una perdita potenzialmente destabilizzante per il sistema bancario, anche se un certo deflusso, se l’euro digitale avrà successo, si verificherà comunque.
Dal punto di vista tecnico, fra il conto corrente e un conto di euro digitale c’è una differenza fondamentale: il conto corrente rappresenta una forma di raccolta per la banca commerciale, e come tale può essere utilizzato nelle attività di credito; il conto in euro digitale, in quanto rappresentazione immateriale delle banconote, sarebbe a tutti gli effetti liquidità che non circola (se non quando viene spesa) un po’ come quella nascosta sotto al materasso.
Allo stesso tempo, l’euro digitale permetterà, attraverso altri fornitori di servizi, di pagare online o comunque in modo elettronico, senza avere aperto necessariamente un conto bancario: anche i cosiddetti soggetti non bancarizzati, ad esempio migranti (regolari) e soggetti indigenti, potranno servirsi dell’euro digitale. Si prevede, infatti, una garanzia per l’accesso ai dispositivi necessari per utilizzare l’euro digitale.
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Privacy simile a quella del contante per i pagamenti “in presenza”
Per il sistema bancario e per i soggetti che oggi offrono soluzioni di pagamento (da PayPal a Satispay) l’euro digitale si candida come un concorrente “di Stato” che punta ad essere non meno efficiente in termini di velocità – con la possibilità di avere alcune caratteristiche di riservatezza paragonabili a quelle del contante, che i pagamenti elettronici odierni non offrono. L’euro digitale potrebbe anche concorrere sul terreno delle stablecoin, i token scambiati su blockchain che risultano ancorati al cambio di una moneta tradizionale (dalla società che li emette).
Materialmente come si prevede di utilizzare gli euro digitali? Le possibilità sono due.
La prima è la modalità online, la cui esperienza di utilizzo non sarebbe diversa da quella dei pagamenti elettronici che già sono in uso grazie a servizi privati. A tal proposito la Bce “potrebbe decidere di creare una app per l’euro digitale che i cittadini potrebbero usare” per compiere i propri pagamenti.
La seconda modalità è quella offline, che permetterebbe a due controparti di completare pagamenti anche in assenza di connessione Internet, “al di sotto di certe soglie e fintantoché c’è prossimità fisica” fra i dispositivi dell’ordinante e del beneficiario, ha spiegato la Commissione. A quest’ultima categoria di pagamenti sarebbe garantito lo stesso grado di anonimato delle transazioni in contanti: “come per il contante, i dettagli dei pagamenti offline in euro digitali non sarebbero visibili a nessuno, né alla banca né alla Bce”. Più nel dettaglio,“gli utenti potrebbero conservare gli euro digitali nel proprio dispositivo per utilizzarli offline, al di sotto di una certa soglia… i pagamenti offline in euro digitali sarebbero convalidati peer-to-peer: l’ordinante e il beneficiario verificherebbero direttamente che il trasferimento di valore tra loro è effettivamente avvenuto”. Per caricare il portafoglio digitale utilizzabile offline i prestatori di servizi di pagamento accederanno solo ai dati su identità e importo del prelievo dal conto, un po’ come avviene quando si preleva contante dal bancomat: quello che poi avviene con la spesa del contante resta invisibile alla banca.
Questo genere di libertà, così presentata, potrebbe anche offrire uno spazio per i piccoli pagamenti in nero. Che combattere questo fenomeno non rientri negli obiettivi dell’euro digitale lo dimostra il fatto che, anche in quest’occasione, è stato ribadito che l’euro digitale aumenterà l’offerta di pagamenti disponibili, ma non sostituirà il contante, che continuerà ad esistere.