In quasi cinque mesi, gli afflussi di capitali sugli Etf statunitensi hanno toccato un nuovo record: 437 miliardi di dollari. La combinazione di due fattori sembra alla base di questo poderoso rialzo. Da un lato, il deflusso persistente dai fondi comuni – una forma di investimento che negli Usa è fiscalmente meno efficiente e, anche da noi, nettamente più costosa in termini di commissioni ricorrenti. Il secondo elemento è di natura più strettamente di mercato: nonostante le turbolenze generate dalla politica tariffaria americana, gli investitori al dettaglio hanno interpretato questi rischi come un’occasione per acquistare.
Il mese di aprile, nel complesso di fondi ed Etf, è stato comunque negativo per il mercato Usa: secondo i dati Morningstar, si sono registrati deflussi netti per 46 miliardi di dollari, il peggior dato dall’ottobre 2023.
E in Europa? Gli Etf hanno continuato a raccogliere in modo sostenuto. “Nonostante le turbolenze di mercato indotte dai dazi durante il mese di aprile, i flussi netti verso gli Etf domiciliati in Europa sono proseguiti, totalizzando 19,6 miliardi di dollari nel mese. Questo porta il totale da inizio anno a 111,5 miliardi di dollari (nello stesso periodo dell’anno scorso il totale era di 64,6 miliardi). I flussi in entrata registrati ad aprile confermano la tendenza degli investitori a utilizzare gli Etf per posizionarsi nei momenti di volatilità dei mercati”, ha dichiarato David Hsu, Head of Index Equity and Etf Product Specialism di Vanguard Europe. “Si è inoltre registrata un’ulteriore accelerazione della rotazione in uscita dagli Etf azionari statunitensi verso altre aree geografiche – in particolare verso esposizioni sui mercati sviluppati, sull’Europa e su indici globali”.
Tutte le categorie di Etf hanno visto afflussi in crescita: Etf azionari, obbligazionari, i classici passivi ma anche i più recenti Etf attivi. Tuttavia, i costi contenuti sembrano restare il vero motore del successo degli Etf. Lo dimostra il caso dell’Etf che replica l’andamento dell’indice S&P 500 di Vanguard: nulla di particolarmente innovativo, se non per il fatto che costa appena lo 0,07% annuo sulla massa investita. Questo costo ridotto viene compensato da volumi elevatissimi: da inizio anno, questo fondo ha raccolto 65 miliardi di dollari, salendo al rango di Etf più grande al mondo.
In Europa, i dati – aggiornati al primo trimestre e quindi precedenti alla fase acuta del caos dazi – hanno confermato il trend di crescita. “L’industria europea degli Exchange Traded Products continua a mostrare segnali di notevole vitalità, registrando nuovi massimi storici: alla fine del primo trimestre 2025, gli Etp domiciliati in Europa hanno raggiunto i 2.400 miliardi di dollari in gestione. Il mercato degli Etp si espande non solo in termini di masse gestite, ma anche nel numero di operatori coinvolti. I marchi europei attivi nel settore sono passati da 116 a 131 negli ultimi nove mesi”, ha commentato Tom Bailey, Head of Etf Research di HANetf.
A 25 anni dal lancio del primo Etf, l’Europa è ancora indietro rispetto agli Usa in termini di diffusione, ha sottolineato Moneyfarm, società di investimento i cui portafogli sono prevalentemente composti da Etf. Secondo ETFGI, un altro data provider, nel marzo 2025 la raccolta netta in Etf in Europa ha raggiunto i 28,63 miliardi di dollari, portando il totale per il primo trimestre dell’anno a 99,04 miliardi e segnando il trentesimo mese consecutivo di flussi positivi.
“Pur non mancando sfide ancora aperte, in soli 25 anni gli Etf hanno compiuto significativi progressi, e ci sono buone probabilità che continuino a crescere al ritmo attuale, se non addirittura più rapidamente. Pensiamo, ad esempio, all’incremento del numero di investitori retail che scelgono di gestire il proprio futuro finanziario in maniera digitale, tramite app e piattaforme online: secondo un report di BlackRock, il 75% degli investitori in Europa accede agli Etf tramite piattaforme digitali”, ha dichiarato Andrea Rocchetti, Global Head of Investment Advisory di Moneyfarm. “O ancora, pensiamo alla straordinaria versatilità degli Etf: che si tratti di costruire un portafoglio diversificato di azioni dell’area euro o ottenere esposizione ai Treasury Usa a 10 anni, questi strumenti rappresentano l’unica soluzione in grado di combinare accessibilità, ampiezza dell’offerta e facilità operativa. Nessun altro veicolo di investimento tradizionale garantisce un simile livello di flessibilità ed efficienza”.
Domande frequenti su Più forti dei dazi, Etf: raccolta record da inizio anno
Dall'inizio dell'anno, gli ETF statunitensi hanno registrato un afflusso record di capitali pari a 437 miliardi di dollari, evidenziando un forte interesse degli investitori verso questo strumento finanziario.
I due fattori principali sono il deflusso persistente dai fondi comuni d'investimento, considerati fiscalmente meno efficienti e più costosi, e dinamiche di mercato favorevoli nonostante le turbolenze.
I fondi comuni d'investimento sono percepiti come meno attraenti a causa della loro minore efficienza fiscale negli Stati Uniti e delle commissioni ricorrenti più elevate rispetto agli ETF.
L'articolo indica che, nonostante le turbolenze di mercato, gli afflussi verso gli ETF sono rimasti robusti, suggerendo una resilienza di questo strumento d'investimento.
L'articolo evidenzia che i fondi comuni sono 'nettamente più costosi' in termini di commissioni ricorrenti rispetto agli ETF, rendendo questi ultimi più appetibili per gli investitori.