Ha contribuito a questo articolo: Titta Ferraro
Nel 2023 i prodotti Ucits (fondi e Sicav) hanno raccolto in Europa 5 miliardi di euro netti, ma dietro a questo numero ci sono due opposte correnti . Mentre dai fondi classici sono fuoriusciti 96 miliardi di euro, gli Etf hanno raccolto 101 miliardi netti, ha calcolato Efama: numeri che testimoniano quanto questa tipologia di fondi a basso costo stia conquistando sempre di più il mercato europeo. Tuttavia, non sono gli investitori al dettaglio i protagonisti di questa transizione: a fare il grosso della raccolta degli Etf sono ancora gli investitori istituzionali, sostengono gli addetti ai lavori. Se si parla di distribuzione degli Etf al dettaglio, le piattaforme e gli intermediari online restano i protagonisti del mercato. La ragione di questo predominio potrebbe essere dovuta al fatto che, nell’Ue, il 57% delle masse investite in fondi passa dal canale bancario. Già nel 2018 la Commissione europea aveva osservato in uno studio che “solo in pochissimi casi i consulenti delle banche hanno proposto degli Etf ai nostri compratori in incognito”, un fenomeno che “può essere dovuto alla mancanza di uno schema di incentivi, perché i manager degli Etf non pagano commissioni” sotto forma di retrocessione alla banca.
La distribuzione degli Etf al dettaglio, di conseguenza, è diventata una specialità degli intermediari online: nomi come Scalable e Degiro, ma anche l’anglo-italiana Moneyfarm. Quest’ultima ha introdotto anche la possibilità di acquistare Etf tramite conto titoli, un’opzione che affianca il modello di consulenza a distanza con onboarding digitale con cui Moneyfarm è partita. “Abbiamo cercato di rispondere all’esigenza di una maggiore autonomia del cliente con un fai-da-te informato e senza retrocessioni, rimanendo fedeli al nostro approccio indipendente, fully digital, con un pricing competitivo e il supporto della consulenza del nostro team”, dice a We Wealth Fabio Zampaglione, Chief Commercial Officer di Moneyfarm, “gli Etf sono da sempre lo strumento più vicino alla strategia di Moneyfarm, in quanto sono semplici, flessibili ed efficienti”.
Per i colossi globali degli Etf, stringere accordi con le piattaforme digitali è diventato un fattore importante per arrivare, con i propri prodotti, alla clientela retail decisa a investire in autonomia o, comunque, a limitare i costi il più possibile. “La parola chiave è: accessibilità. Che non significa solo mettere a disposizione strumenti efficienti, ma lavorare a fianco di diversi player per rendere l’esperienza di investimento sempre più conveniente”, afferma a We Wealth Lorenzo Scarselli, Head of Distribution Italy. “In questo contesto, l’espansione delle piattaforme digitali sta giocando un ruolo centrale, determinando cambiamenti strutturali nelle modalità con cui le persone guardano agli investimenti”, prosegue Scarselli. In Italia, Paese in cui un recente rapporto Efama stima che la totalità degli investimenti in fondi avvenga su base consulenziale (tramite banche, assicuratori o advisor abilitati), gli Etf hanno avuto storicamente pochi spazi per affermarsi. Tuttavia, dice l’esponente di BlackRock, “nel nostro Paese si registra una crescente convergenza, da parte di player tradizionali e non, verso la ricerca di soluzioni semplici e diversificate in grado di rispondere alle esigenze in evoluzione di una clientela sempre più variegata”. E rispondono a questa ricerca soluzioni di investimento come i piani di accumulo in Etf: “a livello europeo, secondo una ricerca di extraETF, si prevede che, entro il 2028, saranno eseguiti 32 milioni di piani di risparmio in Etf al mese rispetto ai 7,6 milioni del settembre 2023”. Questa domanda di investimenti efficienti e flessibili starebbe portando a una crescita notevole nell’universo degli Etf. Secondo i dati BlackRock, la “digital wealth” vale 2 mila miliardi di dollari in Europa e si prevede raggiungerà 3.600 miliardi entro il 2027. “I fattori che spiegano la crescita delle piattaforme digitali sono diversi”, prosegue Scarselli, “tra questi vi è l’utilizzo di strumenti e modalità di investimento semplici, infrastrutture efficienti, interfacce intuitive, ma anche strategie di marketing dedicate”.
Moneyfarm rivendica non solo la semplicità (“assicurata da un modello che guida e indirizza il cliente nelle proprie scelte, tramite l’utilizzo combinato di tecnologia e supporto dei nostri consulenti finanziari”), ma anche la “qualità nella selezione degli strumenti, attenzione ai costi, semplicità dell’esperienza di investimento, supporto dei consulenti se necessario”. Il robo advisor ibrido ha stretto proprio con BlackRock una “collaborazione che garantisce l’azzeramento delle commissioni per oltre 100 Etf”, racconta Zampaglione, aggiungendo che la società prevede “di siglare nuovi accordi con partner di elevata qualità” e di arricchire l’offerta del conto titoli non solo ad azioni ed Etf, ma anche alle obbligazioni. Fra i prodotti exchange-traded messi a disposizione da BlackRock sulla piattaforma Moneyfarm compaiono anche “due nuovi Etf azionari a gestione attiva che mirano a generare un livello di income interessante con una volatilità inferiore rispetto ai rispettivi indici di riferimento (MSCI World o S&P 500)”, precisa Scarselli. “Inoltre, in un quadro in cui l’obbligazionario è tornato al centro dei portafogli, abbiamo inserito tra le esposizioni a disposizione su conto titoli i nuovi Etf iShares iBonds che investono in titoli di stato italiani. Con un singolo prodotto – conclude l’esponente di BlackRock – l’investitore avrà la possibilità di prendere esposizione a un paniere diversificato di obbligazioni governative italiane senza dover andare a selezionare i singoli Btp sul mercato, semplificando così la scelta nel processo di costruzione del portafoglio”.