Per le criptovalute il 2023 ha rappresentato l’anno della rinascita. Un impressionante +156% per il bitcoin sotto la spinta di vari fattori, in primis l’attesa per i primi Etf spot sul bitcoin e la prospettiva di un’inversione di rotta delle banche centrali sui tassi. Tuttavia, questa crescita non sia stata lineare nel corso del 2023 e che ci siano stati mesi molto migliori di altri; in particolar modo l’ultimo trimestre del 2023. “Per dare un’idea, dei 357,3 NNA che 21Shares ha ricavato nel corso dell’anno, più della metà sono stati generati durante questo periodo”, ha rimarcato Alessandro Mondio, Capital Markets Associate di 21Shares, nel corso di una presentazione tenuta in questi giorni a Milano.
Inoltre, due degli ETP più performanti avevano lo stesso sottostante: il bitcoin; sintomo che il rally di fine anno è stato in larga parte spinto dalle attese per il via libera della SEC statunitense per l’emissione dei primi Etf spot sul bitcoin. “Tra l’altro – ha aggiunto Mondio – il fatto che il mercato avesse già prezzato il parere positivo della SEC è anche uno dei motivi per cui il prezzo dell’asset non si è impennato appena arrivata l’ufficialità lo scorso 10 gennaio”.
La quotazione dei primi Etf sul bitcoin a Wall Street, che non sono prodotti acquistabili dagli investitori europei, è significativa in termini di regolamentazione e di narrativa in quanto riduce la percezione sul rischio legato al bitcoin per quei consulenti che vogliono investire nel settore. Infatti, ha rimarcato l’esponente di 21Shares, poter contare su un Etf (o su un ETP) significa poter contare su una struttura nota, liquida e trasparente; inoltre, solleva l’investitore dal possesso diretto dell’asset, che viene custodito presso banche depositarie specializzate chiamate “custodian”. Tutto ciò costituirà un incentivo per quegli investitori retail che non vogliono costruirsi un’infrastruttura a parte per accedere alle criptovalute e per gli investitori istituzionali che, fino a oggi, erano semplicemente impossibilitati ad accedervi.
Dalla sua nascita il bitcoin per ben 10 anni su 13 è stato l’asset finanziario migliore.
Massimo Siano, Managing Director e Responsabile per il Sud Europa di 21Shares, ha aggiunto: “Anche gli investitori istituzionali abbiano iniziato a mostrare maggiore interesse verso il Bitcoin e spero che, anche in ottica di diversificazione, inizieranno a prendere in considerazione la possibilità di allocare tra lo 0% e il 5% di un portafoglio in questa asset class, a seconda della propensione al rischio dell’investitore. Allo stesso tempo, però, mi rammarico che gli europei si siano svegliati tardi, dato che nel Vecchio Continente gli ETP sulle crypto esistono dal 2018 e avrebbero potuto comprarli a prezzi molto inferiori di quelli attuali, conseguendo maggiori guadagni per sé e per i loro clienti.”
Guardando alle prospettive future, tra i catalyst spicca l’halving, in programma per il prossimo aprile, che dimezzerà l’emissione di nuovi BTC, riducendo ulteriormente la liquidità dell’asset e potenzialmente innescando un effetto boost sul prezzo. Inoltre, hanno rimarcato gli esperti di 21Shares, i fondamentali si avvantaggiano di innovazioni come Ordinals, che hanno ampliato i casi d’uso del Bitcoin al di là della riserva di valore.
Sebbene bitcoin sia di gran lunga la cripto più importante per capitalizzazione, anche altre devono essere tenute d’occhio all’interno dell’universo degli asset digitali. Per esempio, Ethereum rimane l’ecosistema leader con una quota di mercato del 75% in TVL, ma Solana punterà a contrastare l’architettura modulare del primo con il suo approccio integrato, che offre velocità ed efficienza economica, rappresentando una sfida tutt’altro che banale contro lo status quo.
Un altro grande tema da monitorare è quello dei trend secolari che trasformeranno e stanno già trasformando tutto il mondo cripto, in ogni suo aspetto. Il primo è quello della tokenizzazione, con soluzioni cross-chain come CCIP che hanno permesso anche a utenti istituzionali di effettuare transazioni con asset tokenizzati su blockchain pubbliche e private. Andrà poi monitorato come nel 2024 e negli anni a venire i player di mercato affronteranno sfide critiche come l’adozione da parte delle istituzioni di standard per i token come l’ERC-3643 di Ethereum o il Token22 di Solana, nonché di strumenti KYC che consentano loro di rispettare i requisiti normativi. Un secondo trend riguarda le applicazioni della finanza decentralizzata negli scambi, nei protocolli di prestito e in numerosi altri segmenti, mentre l’ultimo, ma non meno importante, riguarda l’evoluzione della normativa.
Gli Stati Uniti non hanno mai nascosto di voler fornire chiarezza normativa sulle stablecoin ancorate all’USD, mentre nel resto del mondo si prospetta una competizione giurisdizionale per attirare i professionisti del settore: sia il Regno Unito che Hong Kong hanno proposto dei quadri normativi per diventare un hub di criptovalute e nel 2024 le imprese potrebbero aprire le loro attività in questi luoghi.