Credit Suisse ha pubblicato un report dove illustra quelle che secondo i propri analisti sono le dieci migliori strategie di portafoglio per i prossimi 3/6 mesi
Lato obbligazionario i mercati emergenti sono da prediligere sia su lato corporate che governativo. Sull’azionario i “supertrend” del momento sono infrastrutture e clima
Le materie prime, chi più chi meno, beneficeranno di crescita e inflazione; corona norvegese renminbi sono solo alcune delle valute che si apprezzeranno nei confronti del dollaro
- Liquidità al minimo e portafoglio multi-asset: nelle ultime settimane, c’è stato un notevole cambiamento nelle aspettative inflative del mercato. Credit Suisse si aspetta un aumento di 25 punti base dei tassi sui depositi della Bce nel 2024 (non più nel 2026 come a inizio anno), e tre aumenti dei tassi di interesse da parte della Fed entro la fine del 2023 (anziché uno solo), a conferma che probabilmente le autorità dovranno fronteggiare un aumento dei prezzi prima del previsto. In questo scenario investire in portafogli multi-asset ben diversificati con quota residuale in liquidità è la strategia migliore.
- Obbligazioni emergenti: Molte obbligazioni societarie asiatiche e dell’America Latina forniscono un interessante profilo di rischio-rendimento. Lato governative, le obbligazioni sovrane cinesi in valuta locale sono un’ottima scelta in ottica di diversificazione. Il differenziale di rendimento dei titoli di Stato cinesi rispetto a quelli statunitensi è diminuito da 200 punti base a soli 150 punti base, ma i titoli sovrani cinesi rimangono una fonte di rendimento interessante
- Obbligazioni ibride societarie: questo tipo di obbligazioni sono il modo migliore per ottenere un rendimento soddisfacente sulle società con rating investment grade.
- Infrastrutture e clima: il Congresso americano ha appena approvato un piano di stimoli fiscali da 1,9 mila miliardi di dollari e prossimamente si prevede anche l’attuazione di un programma dedicato alle infrastrutture. A beneficiarne saranno, oltre alle aziende del settore, anche quelle di energia pulita: la decarbonizzazione dell’attività economica è un tema sempre più attuale.
- Take profit su Cina/Asia, ma non su sostenibilità: La crescita del pil della Cina nel primo trimestre dovrebbe superare il 16% su base trimestrale annualizzata. Tuttavia è possibile che lo slancio rallenti in modo significativo nel secondo trimestre, e dunque si assisterà a un minore rialzo di questi titoli per i prossimi 3-6 mesi. A livello strategico, ciò significa ridurre le ponderazioni dei titoli cinesi/asiatici. A livello tattico, il consiglio è di “prendere il profitto”, senza smobilizzare però le esposizioni cinesi in sostenibilità che, sebbene in contrazione del 10% a livello di rendimento, è molto probabile che si riprenderanno. Al recente Congresso nazionale del popolo, il governo cinese ha annunciato la sua intenzione di ridurre le emissioni di carbonio del 18% per unità di pil entro il 2025.
- Ciclici e bancari: con la ripresa economica in atto, i titoli ciclici sono quelli da preferire. Ottime prospettive per i titoli value europei, in particolare tedeschi e inglesi, tra cui materiali da costruzione, miniere, edilizia, telecomunicazioni e banche. Queste ultime beneficeranno oltre che del loro carattere ciclico anche di tassi, e dunque margini, in crescita. Inoltre, con l’arrivare della bella stagione ci si aspetta che recuperi terreno il settore del turismo.
- Investire esg: l’investimento sostenibile è la via più difensiva per investire sulle azioni. Il suggerimento è avere un’esposizione ben diversificata tra mercati sviluppati ed emergenti.
- Hedge fund e private equity: Credit Suisse rimane costruttiva sulle strategie azionarie long/short opportunistiche, in quanto i gestori speculativi dovrebbero trarre vantaggio dalla ripresa economica e dalla rotazione continua verso i settori value (ad es. Energia) ed alcune regioni (ad es. Europa). In questo contesto, anche alla luce di reflazione e tassi in aumento, gli hedge fund dovrebbero sovraperformare le obbligazioni. Opportunità anche lato private equity, che permette di raggiungere investimenti di nicchia dall’alto potenziale di rendimento e che offrono al contempo riparo dal rischio di un aumento dei tassi di interesse.
- Platino e BCOM: L’aumento dei rendimenti reali degli Stati Uniti e un dollaro più solido stanno differenziando le prospettive per le materie prime in modo più netto rispetto a prima. L’oro in particolare ha sofferto e sta sottoperformando rispetto alle altre materie prime: potrà riprendere la sua corsa solo con una stabilizzazione dei rendimenti reali Usa e un ulteriore deprezzamento del dollaro. Il rame invece, seppur goda di un’offerta scarsa, potrebbe essere penalizzato allorché la crescita economica inizierà ad essere guidata dai servizi anziché dalla produzione. Il petrolio, nel frattempo, è ben supportato e potrebbe aumentare ancora il suo prezzo, ma catalizzatori come il recente incontro OPEC+, sono probabilmente alle spalle: il take profitt sull’Oil ha una sua ragion d’essere. Credit Suisse prenderà esposizione invece su un paniere di materie prime completamente diversificato: il Bloomberg Commodity Index (BCOM), con un’aggiunta satellite: il platino. Sebbene l’offerta di platino non sia particolarmente limitata, la domanda ha la possibilità di riprendersi con forza a causa dell’irrigidimento delle normative sulle emissioni in Cina e India, della ripresa delle vendite di auto in Europa e dei primi segnali di sostituzione con il palladio.
- Valute: Infine per quanto riguarda la componente valutaria di portafoglio, le esposizioni consigliate sono su corona norvegese, dollaro neozelandese, sterlina britannica, valute che beneficeranno di crescita globale e reflazione guidata dai prezzi delle materie prime. Lato emergenti renminbi, won sudcoreano e rublo russo sono le divise che si apprezzeranno rispetto al dollaro. Prospettive incerte invece su quest’ultimo. Sul lungo periodo continuano a pesare gli squilibri macroeconomici, ma nel breve l’aumento dei tassi dei titoli di stato americano potrebbero portare ad afflussi di capitale che faranno bene al dollaro.