A giugno ci sarà il fatidico taglio dei tassi? Sarà anticipato al aprile? Tutto dipenderà dall’inflazione, ma come possiamo prepararci a un eventuale ritocco all’ingiù? Il rialzo inatteso dell’inflazione americana a gennaio ha ridotto drasticamente le probabilità di un intervento espansivo della Fed nei primi mesi del 2024. Ma in Europa l’inflazione è sempre più vicina al 2% e le cose potrebbero cambiare anche prima di giugno. In ogni caso è giusto sapere che un taglio dei tassi ha effetti differenti sulle varie classi di attivo.
Secondo S&P, lo scenario di base prevede un atterraggio morbido nel 2024: i mercati del lavoro rimarranno rigidi e la disinflazione continuerà, consentendo alla Banca Centrale Europea di tagliare i tassi di 25 punti base (bps) per tre volte nella seconda metà del 2024. Anche se non si escludono azioni anticipate.
Tassi e classi
Ogni classe di attivo reagisce alle decisioni sui tassi.
-Le obbligazioni sono lo strumento finanziario più sensibile al taglio dei tassi. I bond si muovono in modo inverso rispetto all’andamento dei rendimenti. Gli analisti consigliano di orientandosi verso scadenze medio-lunghe con emittenti di buona qualità.
-Le azioni si comportano come i bond tuttavia la loro remunerazione, in termini di dividendo, varia nel tempo. Un taglio dei tassi potrebbe poi muovere al ribasso le Borse. Di solito, però, tassi in ribasso implicano una discesa delle quotazioni azionarie. Per quanto riguarda l’azionario, normalmente il mercato continua a salire per almeno sei mesi dopo i primi tagli dei tassi d’interesse. I multipli prezzo/utili sono però già elevati dopo il rally dello scorso anno e l’andamento dei prossimi mesi dipenderà soprattutto dagli utili delle aziende. In questo contesto gli analisti puntano a società con buona redditività e basso indebitamento, oltre ai settori che si difendono meglio nei periodi di bassa crescita, come la tecnologia.
-Le materie prime sono sensibilissime ai movimenti dei tassi. Non appena si diradarono le attese per un imminente ribasso da parte della Fed l’oro scende. Le commodities però non sono sensibili a ciò che è accaduto, ma alle aspettative su cosa accadrà.
Le previsioni sui tassi
Secondo Schroders, sia la BoE sia la Bce taglieranno i rispettivi tassi d’interesse a giugno, in linea con la previsione per la Fed (quest’ultima ipotesi è ulteriormente suffragata dall’esito della riunione del FOMC della settimana scorsa). Gli analisti continuano ad aspettarsi che la Bce avvierà quattro tagli quest’anno, per un totale di 100 punti base, mentre le nostre previsioni ipotizzano tagli da parte di BoE e Fed, per un totale di 75 pb ciascuna.
Preparare il portafoglio
Gli occhi sono puntati sulla riunione prevista l’11 aprile. Se nulla accadrà, tutti le attenzioni saranno rivolte al 6 giugno 2024 che è la data che secondo molti analisti segnerà la svolta della politica monetaria delle Bce con il primo taglio dei tassi dopo due anni. Tenendo i tassi troppo alti, la Bce rischia di danneggiare l’economia più del necessario e di violare il mandato portando l’inflazione sotto il 2%. I mercati valutano al 15% la probabilità di una sforbiciata ad aprile, mentre danno per certo un intervento entro giugno, con quattro tagli in totale quest’anno. Questo perché il dato sull’inflazione di febbraio ha segnato un calo inferiore alle attese anche se minimo. Secondo dati Eurostat, l’inflazione nell’area euro ha avuto un incremento annuale del 2,6% a febbraio 2024 (era 2,8% a gennaio 2024). Le attese degli analisti erano per un incremento del 2,5%. Questo ha allontanato un taglio nella riunione di aprile 2024.
L’altro dato che tiene ferma la politica monetaria della BCE è quello sulla crescita dei salari in Europa nel primo trimestre 2024 che saranno pubblicati a maggio 2024. Al momento, le attese sono per un dato stabile rispetto allo scorso anno. La presidente Bce Christine Lagarde ha evidenziato nei giorni scorsi che saranno decisivi i dati sui salari del primo trimestre (in arrivo a maggio) e le nuove proiezioni macro della Bce.
In soldoni, quindi, questa è una fase di grandi cambiamenti per il mercato. In questo scenario è bene rivalutare la propria asset allocation sempre restando coerenti con gli obiettivi e la durata dell’investimento.