L’indice FTSE All World, che venerdì scorso ha concluso sei settimane consecutive di ribassi, martedì è salito dell’1,7%.
Il Dollar Index, che misura l’andamento della valuta statunitense rispetto ad altre sei valute, è sceso dello 0,7%, segnando il terzo giorno di ribassi,
Causa lockdown S&P Global ha rivisto la crescita del pil cinese per il 2022 dal 4,9% al 4,2%. Nello scenario peggiore la crescita si attesterebbe al 3,5%
I mercati, sulla soglia del precipizio, sembrano essersi salvati, almeno per il momento. Sia i mercati statunitensi che quelli europei martedì hanno registrato una seduta positiva, dopo settimane di rosso profondo che li stava proiettando verso un cosiddetto bear market, per tale intendendosi una fase di mercato caratterizzata da un ribasso di oltre il 20% da un massimo precedente. Ad ogni modo l’incertezza regna sovrana: ancora da capire l’entità delle nuove sanzioni all’Ucraina e la velocità dell’operato delle banche centrali. E intanto la Cina rallenta sempre di più.
Le azioni statunitensi hanno registrato un netto rialzo martedì, nel tentativo di rimbalzare dopo un mercato orso che ha colpito il Nasdaq, settore tecnologico, e una flessione del 19% per l’S&P 500. L’S&P 500 è reduce da una serie di sei settimane di perdite, la più lunga dal 2011. Il Dow Jones, invece, è sceso per sette settimane consecutive, segnando il più lungo calo settimanale dal 2001. Su base annua, i due indici azionari sono scesi rispettivamente del 15,9% e dell’11,3%. L’apertura delle borse di martedì è all’insegna del sereno, con Dow Jones Industrial Average che è balzato di oltre 300 punti, pari all’1,2%, l’S&P 500 dell’1,4%, mentre il Nasdaq ha guadagnato il 2%. “I nostri input di oggi supportano il tipo di slancio che abbiamo visto venerdì e una sua continuazione”, ha detto Art Hogan, chief market strategist di National Securities, alla Cnbc. “Ma la cosa più importante per gli investitori è arrivare è che i mercati hanno già prezzato molti degli scenari peggiori”. Sul fronte economico, i mercati statunitensi sono stati sostenuti dai dati sulle vendite al dettaglio in linea con le attese. Secondo il Census Bureau degli Stati Uniti, la spesa dei consumatori per il commercio al dettaglio è aumentata dello 0,9% in aprile.
Anche gli analisti di JPMorgan sono dell’avviso che i mercati azionari hanno prezzato un rischio di recessione eccessivo, affermando che i titoli “sono in grado di recuperare se non si verifica una recessione, dato il già sostanziale derating multiplo, la riduzione del posizionamento e il sentiment negativo”. La banca statunitense è inoltre “scettica” sul fatto che il deflusso di fondi azionari di aprile – il più alto da marzo 2020 – sia l’inizio di una lunga fase di deflussi.
Il rialzo di Wall Street ha fatto seguito al rialzo del 3,3% delll’indice Hang Seng ad Hong Kong. Il sottoindice tecnologico della regione è salito del 5,8% grazie all’incontro tra i responsabili delle grandi aziende tecnologiche cinesi e le autorità di regolamentazione per discutere dell’economia digitale del Paese. Fronte Cina, permangono nubi all’orizzonte, con le catene di approvvigionamento nuovamente alle prese con i lockdown cinesi. S&P si attende ora che il pil cinese cresca del 4,2% nel 2022, rispetto al 4,9% previsto in precedenza. In uno scenario al ribasso, la crescita si attesterebbe al 3.5%.
Nel frattempo, l’indice del dollaro, che misura l’andamento della valuta statunitense rispetto ad altre sei valute, è sceso dello 0,7%, segnando il terzo giorno di ribassi, dopo aver toccato i massimi pluriennali il mese scorso. Ad aggravare la debolezza del biglietto verde, la sterlina è salita dell’1,2% a poco meno di 1,25 dollari, mettendo la sterlina sulla buona strada per il più grande rialzo giornaliero dall’ottobre 2020. L’euro invece ha registrato il maggior rialzo da oltre due mesi a questa parte, salendo dell’1% a 1,05 dollari. La valuta europea ha incrementato i suoi guadagni dopo che il capo della banca centrale olandese Klaas Knot ha suggerito che la Banca Centrale Europea dovrebbe aumentare i tassi di interesse di 0,25 punti percentuali a luglio, ma anche rimanere aperta a un aumento più consistente se l’inflazione dovesse peggiorare. I mercati prevedono ora un aumento dei tassi di un punto percentuale entro la fine del 2022, rispetto agli 0,93 punti percentuali di lunedì.
Mentre i mercati azionari sono saliti martedì, il debito dell’eurozona è stato colpito da una nuova ondata di vendite che ha fatto salire i rendimenti. Il rendimento del Bund tedesco a 10 anni, considerato un indicatore dei costi di prestito in tutto il blocco, è salito di 0,11 punti percentuali all’1,05%. L’equivalente rendimento italiano ha aggiunto 0,14 punti percentuali.