Great place to work Italia ha analizzato le opinioni di oltre 95mila collaboratori di 113 imprese con almeno 50 dipendenti
Al primo posto Sidea Group, società impegnata nella consulenza nell’ambito dell’information technology. Seguono Bending Spoons e American Express Italia
Atmosfera inclusiva, equità retributiva e discriminazioni al bando: sono alcune delle caratteristiche che contribuiscono a definire la top 20 delle aziende italiane per diversità, equità e inclusione. Nella nuova classifica di Great place to work Italia che ha analizzato le opinioni di oltre 95mila collaboratori di 113 imprese con almeno 50 dipendenti, evidenziando brand e settori che garantiscono esperienze lavorative capaci di sbloccare il potenziale di ognuno. E di garantire anche un miglior equilibrio vita-lavoro.
20 aziende al top per diversity & inclusion
Al primo posto Sidea Group, azienda impegnata nella consulenza nell’ambito dell’information technology. Sul podio anche Bending Spoons, che si occupa dello sviluppo di applicazioni per dispositivi mobili, e American Express Italia, unica nel settore financial services & insurance insieme al Gruppo Assimoco che ottiene la 16esima posizione. Chiudono la top5 Cisco (leader mondiale nei settori del networking e dell’information technology) e Teleperformance (multinazionale francese che fornisce servizi di assistenza tecnica e informatica). Seguono Biogen Italia, Wide Group, Webranking, Reverse, Skylabs, Micron semiconductor Italia, Insight technology solutions, Bristol-Myers-Squibb, Vianova, Sorgenia, Gruppo Assimoco, Methode, Ingram Micro, Ipsen e Casavo Management Spa.
Si tratta di aziende all’interno delle quali l’88% dei collaboratori dichiara di “poter essere sé stesso” sul luogo di lavoro e l’85% che “i responsabili non fanno favoritismi”. Inoltre, ottengono punteggi migliori anche in termini di equità retributiva (+23% rispetto alla media nazionale), meritocrazia (+18%) e work-life balance (16%). La classifica è stata realizzata sulla base di un indice di calcolo definito “DE&I Index” che misura l’esperienza dei collaboratori sulla base di cinque fattori: equità del trattamento, assenza di discriminazioni sulla base di caratteristiche personali, atmosfera inclusiva e accoglienza, sicurezza psicologica e possibilità di bilanciare vita privata e lavoro. I settori maggiormente rappresentati sono information technology (con otto aziende in classifica), biotechnology & pharmaceuticals (tre aziende), financial services & insurance (due aziende) e professional services (due aziende).
Zollo: la diversity non basta, serve cultura aziendale
“La diversità è riconosciuta sempre di più come un valore da parte delle organizzazioni”, osserva Alessandro Zollo, amministratore delegato di Great place to work Italia. “Ma, sia essa di genere, orientamento sessuale o religioso, provenienza o età, di per sé non basta a generare valore per l’azienda: per farlo c’è bisogno di creare una cultura aziendale inclusiva ed equa, capace di dare a tutti i collaboratori la possibilità di esprimersi al meglio indipendentemente dalle caratteristiche personali, dal ruolo ricoperto in azienda e dalle mansioni svolte”. Un’efficace strategia sul fronte della diversità, dell’equità e dell’inclusione, secondo l’esperto, non impatta tra l’altro unicamente sull’employee journey (come su reclutamento, sviluppo professionale, work-life balance, benefit e flessibilità) ma anche sulla stessa attrattività del brand, sull’incremento della motivazione e sulla fidelizzazione dei collaboratori. Il tutto attraverso “la creazione e il rafforzamento di una cultura innovativa”.