Il primo governo italiano della destra nazionalista si avvia a conservare una linea prudente e di continuità sugli argomenti più sensibili, pur rivendicando alcune importanti differenze con l’esecutivo guidato da Mario Draghi
“No alla cieca austerità o agli avventurismi”, ha detto la nuova premier, per la quale il controllo del debito deve essere perseguito tramite la crescita economica. Una crescita che, però, nel 2023 difficilmente ci sarà
Al termine del discorso programmatico di Meloni alla Camera lo spread Btp-bund è rimasto al di sotto dei livelli pre-elezioni, a quota 223
Il discorso programmatico di Giorgia Meloni ha confermato elementi di continuità draghiana sulla responsabilità di bilancio e sul posizionamento atlantista dell’Italia nello scacchiere internazionale, ma ha rilanciato gran parte delle promesse elettorali distintive del centrodestra come il ridimensionamento del Reddito di cittadinanza, il controllo dei flussi migratori e l’introduzione della flat tax incrementale. Meloni, poi, ha confermato la volontà di riformare in senso presidenziale la Costituzione con l’obiettivo di offrire maggiore stabilità di governo al Paese e recuperare attrattiva agli occhi degli investitori stranieri.
Per quanto riguarda gli aspetti di maggiore rilevanza per gli investitori in titoli di Stato italiani, Meloni ha dedicato un dettagliato passaggio sulla gestione del debito pubblico.
“No alla cieca austerità o agli avventurismi”, ha detto la nuova premier, per la quale il controllo del debito deve essere perseguito tramite la crescita economica. Una crescita che, però, nel 2023 difficilmente ci sarà: secondo le ultime previsioni del Fmi, l’Italia chiuderà il prossimo anno con una recessione dello 0,2%.
Nessun passaggio del discorso programmatico ha affrontato il tema delle coperture che finanzieranno le numerose proposte economiche. Il giudizio del mercato nel merito dei “conti” del nuovo governo è dunque rimandato.
Lo spread Btp bund si è mantuto in calo rispetto a lunedì 24 ottobre, a 223 punti base, con un leggero aumento di circa tre punti base durante l’intervento alla Camera di Meloni. Debole Piazza Affari, dopo un’apertura in territorio positivo il listino Ftse Mib è sceso sotto la parità.
Affinità e divergenze fra Meloni e Draghi
Durante la campagna elettorale Giorgia Meloni ha dato la sensazione di aver abbandonato buona parte degli storici accenti populisti, preparandosi ad assumere un incarico istituzionale incompatibile con gli eccessi retorici del passato. Il primo governo italiano della destra nazionalista si avvia a conservare una linea prudente e di continuità sugli argomenti più sensibili, pur rivendicando alcune importanti differenze con l’esecutivo guidato da Mario Draghi. Vediamone alcune.
Gli elementi di continuità
- Il collocamento strategico atlantista. Meloni ha messo in chiaro che l’appartenenza dell’Italia all’alleanza atlantica non è in discussione e, di conseguenza, il Paese “continuerà al fianco del popolo ucraino che si oppone all’invasione russa”. Questa scelta viene presentata come “il modo migliore per difendere l’interesse nazionale” italiano, chiudendo alla possibilità di compromessi con la Russia.
- La collaborazione con le istituzioni europee. Lontana dall’assumere una posizione euroscettica, come avvenuto negli anni passati, la premier ha dichiarato che l’Ue deve intervenire in modo efficace in tutte quelle materie nelle quali i singoli Paesi non possono fare da soli, come nella gestione della crisi energetica. In tal senso, è stata sottolineata l’importanza del Next generation Eu, il piano di rilancio post-pandemico cofinanziato da debito europeo. L’obiettivo programmatico è quello di “sfruttare tutto” il budget che il Recovery ha messo a disposizione dell’Italia. Tuttavia, è stata confermata l’intenzione di cercare una rimodulazione dei termini, alla luce della crisi energetica.
- La detassazione del lavoro. In continuità con Draghi e con il giudizio generale delle istituzioni internazionali come l’Ocse, Meloni ha dichiarato di voler ridurre il costo del lavoro tramite il contenimento del cuneo fiscale – la differenza fra lordo e netto in busta paga. L’obiettivo è di ridurlo progressivamente di 5 punti sia dal lato del lavoratore sia da quello dell’impresa.
Gli elementi di discontinuità
- L’imposizione fiscale sui redditi. Meloni ha confermato i punti del programma elettorale che riguardavano la riduzione delle imposte su partite Iva e famiglie. La “tassa piatta” per le partite Iva dovrebbe essere estesa a un fatturato da 100mila euro, dagli attuali 65mila. La flat tax incrementale per le partite Iva, poi, rimane nei piani del governo e ridurrà il prelievo fiscale“sull’incremento di reddito rispetto al massimo raggiunto nel triennio precedente”. Questa misura è stata presentata come “virtuosa, con limitato impatto per le casse dello Stato e che può essere un forte incentivo alla crescita” (qui il nostro focus sulla flat tax incrementale).
- Reddito di cittadinanza, si cambia. Molto duro l’affondo della premier sul Reddito di cittadinanza, che andrebbe verso un restringimento della platea dei percettori limitata a “pensionati, invalidi e soggetti privi di reddito con minori a carico”. Meloni ha citato Papa Francesco (cui è andato uno degli applausi più convinti) per sostenere l’argomento che la “povertà non si combatte con l’assistenzialismo”. Il ridimensionamento del Rdc, può generare risparmi significativi per le casse dello Stato: nel 2021 la misura introdotta dal governo gialloverde è costata 8,79 miliardi di euro, sostenendo 3,93 milioni di persone.
- Pensioni, la flessibilità in uscita. Meloni ha confermato la sensibilità del centrodestra al pensionamento anticipato “con meccanismi compatibili con la tenuta del sistema previdenziale, partendo, nel poco tempo a disposizione per la prossima legge di bilancio, dal rinnovo delle misure in scadenza a fine anno”.
- Le spese militari. Un passaggio del discorso di Meloni suggerisce un incremento delle spese militari: “La libertà ha un costo”, ha detto la presidente del Consiglio, richiamando “la capacità di difendersi”.
- Evasione e “tregua” fiscale. Meloni ha evocato una “serrata” lotta all’evasione “a partire da evasori totali, grandi imprese e grandi frodi sull’Iva”. Tale obiettivo sarà “accompagnato da una modifica dei criteri di valutazione dei risultati dell’Agenzia delle Entrate, che vogliamo ancorare agli importi effettivamente incassati e non alle semplici contestazioni”. Allo stesso tempo, però, la premier ha promesso “una tregua fiscale per consentire a cittadini e imprese in difficoltà di regolarizzare la propria posizione con il fisco”.