Quali benefici per Mps dalla creazione della band bank per i suoi crediti deteriorati
. Tra gli impatti l’istituto senese segnala anche “il miglioramento del Texas ratio [altra misura dei problemi creditizi di una banca, ndr] che passa da circa 86% a circa 43% e la riduzione di alcuni ratio patrimoniali (dovuta per l’appunto alla minore rischiosità dell’attivo) con un Cet1 phase-in che scenderà dal 14,7% al 13,3% e un Cet1 fully loaded dal 12,7% all’11,1%”.
Gli analisti di Equita Sim confermano su Mps il giudizio “hold” (prezzo obiettivo 1,3). “In particolare”, dicono da Equita, “l’operazione prevede la scissione di 8,1 miliardi di npe lordi (59% npl, 41% utp) o 4,2 miliardi netti”. A fronte di un prestito ponte [Jp Morgan e Ubs, ndr] da 3,2 miliardi e “il contributo per 1,1 miliardi di capitale da parte di Mps. Il prezzo implicito di trasferimento degli npe è pari a 38 centesimi e la Dg Comp ha ritenuto l’operazione in linea con le condizioni di mercato”. Seocondo Equita, la scissione permetterà a Monte Paschi di “ridurre sensibilmente l’npe ratio dal 13,2% del primo trimestre al 4,3%”.
Cosa comporta l’opzione asimmetrica
I soci di minoranza possono non concedere azioni Mps in cambio di azioni Amco. In tale caso (opzioni asimmetrica), gli azionisti beneficeranno di un incremento della propria partecipazione nella banca (conseguente all’annullamento delle azioni in capo al Mef). Equita Sim ritiene “questa eventualità come la più probabile e nel caso di esercizio integrale dell’opzione asimmetrica il Mef si diluirebbe al 64% (dal 68%)”. È bene ricordare inoltre che le assemblee straordinarie di Monte Paschi e Amco “si terranno entro settembre, trascorsi almeno 30 giorni dal rilascio dell’autorizzazione da parte della Bce”.
Subordinata all’autorizzazione Bce, la scissione dovrà essere stipulata entro il 15 novembre. Proseguono gli analisti di Equita, “il diritto di recesso è limitato a 150 milioni (il prezzo di recesso sarà pari al prezzo medio dei 6 mesi precedenti la convocazione dell’assemblea). Riteniamo che il rischio associato al recesso dei soci sia basso visto che il prezzo di recesso dovrebbe rimanere al di sotto dei prezzi di mercato e vista la possibilità del Mef di poter intervenire acquisendo una parte sostanziale dell’eventuale receduto”.
Si spiana la strada a nuove operazioni di m&a
Nel complesso, per Equita la notizia è “positiva” perché l’operazione comporta “una significativa pulizia dell’attivo di Mps”, aumentandone l’attrattività speculativa “in quanto favorirebbe un possibile scenario di aggregazione”. Dello stesso avviso Banca Imi. “L’ammontare degli npe scorporati è inferiore rispetto a quanto recentemente riportato dalla stampa”. Tuttavia, “consente un significativo derisking della società”. Infatti “il gross npe ratio scenderebbe sotto quello dei competitor, facilitando un potenziale m&a riguardante Mps (il Ministero dell’economia e delle finanze è ancora impegnato a uscire dal capitale entro il 2021″, aggiunge Banca Imi.
Considerando poi che il prezzo di recesso calcolato fino a metà marzo 2020 (1,2 euro per azione) è inferiore a quello di Borsa e che “l’opzione di diventare azionista di minoranza di una società non quotata senza diritti di voto potrebbe non essere interessante per degli investitori istituzionali, crediamo che l’opzione asimmetrica sarà esercitata da gran parte degli azionisti di minoranza, che potrebbero beneficiare di un potenziale m&a”, prosegue Imi (rating hold, prezzo obiettivo in revisione).