Tra i principali fattori che hanno contribuito a tale dinamismo, vi è certamente l’avvio della campagna vaccinale che, in particolare, sta riavviando le operazioni cross border. Come per il 2020, i settori che si stanno confermando più resilienti sono il TMT (Technology, Media & Telecommunications) – indubbiamente il comparto che ha registrato lo sviluppo maggiore grazie al repentino cambiamento nelle abitudini dei consumatori verso digitalizzazione, innovazione e trasformazione dei canali tradizionali – il Food&Beverage, l’Energy e l’Healthcare & Pharma che, da soli, hanno riguardato più del 50% delle operazioni M&A del primo trimestre 2021.
Gli investitori finanziari, d’altro canto, hanno cominciato ad adottare approcci meno speculativi e più strategici, puntando a creare valore per gli stakeholder: apportano le loro risorse e competenze, mantenendo un alto coinvolgimento degli imprenditori nel loro ruolo baricentrico per la creazione di valore. Sono inoltre più flessibili in relazione alle modalità e alle strategie di investimento, ma al contempo molto più selettivi e scrupolosi, dando il via a processi di M&A molto più lunghi e complessi. Grazie all’ingente liquidità di risorse finanziarie a loro disposizione e a bassi tassi di interesse (trend che sembrano destinati a perdurare anche per il 2021 grazie al mantenimento di una politica monetaria espansiva), la ricca e diversificata platea di investitori finanziari è fortemente attiva sul mercato italiano, essendo stata coinvolta nel più del 40% delle operazioni del primo trimestre.
Dal punto di vista della valorizzazione delle imprese, che hanno registrato in diversi comparti dei forti e inevitabili impatti sul current trading, contrariamente alle aspettative, vi è stato un calo dei multipli di mercato piuttosto contenuto e non generalizzato. Per sopperire a dati finanziari eccessivamente contenuti rispetto alla normale operatività del business e non adeguatamente rappresentativi del valore dei singoli brand, il 2020 è stato prevalentemente considerato uno stress test e non analizzato esclusivamente a fini di pricing. Al contempo, sono stati introdotti molti più componenti di valutazione variabili e di aggiustamento del prezzo (ad esempio, earn-out, earn-in, ratchet) ed è stato di gran lunga accentuato il carattere qualitativo delle valutazioni, considerando la capacità dell’impresa oggetto di analisi di ritornare ai valori pre-pandemici.
Già prima della crisi innescata dall’emergenza economico sanitaria, era in atto una tendenza al progressivo aumento delle Pmi quotate, trend che è positivamente ripartito nei pochi mesi di allentamento delle restrizioni del 2020, portando in Borsa Italiana 15 Ipo delle 24 quotazioni registrate in totale durante l’anno. Si può pertanto ipotizzare che la tendenza riprenda la sua crescita di pari passo con la diminuzione degli effetti della pandemia, grazie anche alla proroga del credito di imposta sui costi di consulenza per la quotazione delle Pmi introdotto con la Legge di bilancio 2018.
Con queste premesse, si può ipotizzare che il trend delle operazioni di M&A rimanga positivo per tutto il 2021. Le Imprese innovative, dinamiche e attente alla sostenibilità sono quelle che attireranno più di tutti l’interesse del mercato. Viceversa, nei settori più inficiati dalla pandemia, si prevede un aumento significativo di operazioni di M&A turnaround, sia per favorire processi di rilancio operativo che di ristrutturazione finanziaria.
In conclusione, in un periodo di crisi economica e sociale senza precedenti nella storia moderna, l’M&A si è confermata un’attività di estrema importanza per rafforzare le imprese, ricapitalizzarle e favorire i ricambi generazionali. Non possiamo che aspettarci rappresenti uno dei maggiori driver di crescita e di ripresa nel corso del prossimo futuro.