Mps ha chiuso il 2022 con ricavi in crescita del 3,6% a 3,088 miliardi di euro, grazie al positivo andamento del margine d’interesse (26%) che ha controbilanciato il ribasso osservato sui flussi generati dalle commissioni (-8%). L’utile netto (-204,7 milioni), se si escludono i costi una tantum dovute alle uscite volontarie dalla forza lavoro (costate 925 milioni) è stato positivo per 720 milioni. Il risultato operativo netto è sceso del 9,2% a 571,2 milioni di euro.
L’obiettivo annunciato dalla banca per il 2023 è di un utile ante imposte da 700 milioni.
L’utile per azione è crollato da 31,389 euro a -0,975 euro, come rispecchia l’andamento di Borsa del titolo, che negli ultimi 12 mesi all’8 febbraio ha ceduto oltre l’88% del suo valore. In seguito alla pubblicazione dei risultati, dopo un avvio positivo, l’azione Mps ha ceduto oltre l’1,6% a Piazza Affari, intorno alle ore 12.
La banca ha sottolineato in conference call come nel quarto trimestre la riduzione del personale avvenuta a inizio dicembre abbia migliorato il rapporto cost/income dal 72% del terzo trimestre al 60% “già in linea con il target del piano al 2024”. Le uscite volontarie sono state oltre 4mila, con una riduzione dei costi annui superiore ai 300 milioni di euro. Complessivamente la forza lavoro si è ridotta, anno su anno, di 4.224 unità a quota 17.020.
Con queste premesse, e un utile nell’ultimo trimestre in positivo 156 milioni, l’ad Luigi Lovaglio si è spinto a dichiarare che “Mps non è più un problema sistemico ma un vero e proprio asset di valore per il Paese”.
Solidità patrimonilae in aumento
La solidità patrimoniale di Mps rappresentata dal Cet 1 ratio, grazie anche all’aumento di capitale da 2,5 miliardi, è passato dall’11% al 15,6% nel confronto di fine anno, con un incremento di 90 punti base nel quarto trimestre “dovuto alla riduzione dei Rwa e all’all’utile generato”. I crediti deteriorati lordi in portafoglio si sono ridotti del 20% a 3,3 miliardi di euro, con un Npl ratio netto in calo dal 2,6 al 2,2%; in crescita anche il tasso di copertura dei crediti deteriorati al 48,1%.
Wealth management di Mps, l’impatto dei mercati
A livello patrimoniale il totale degli attivi si è ridotto del 12,8% a 120,172 miliardi. Nel dettaglio dei ricavi generati dalle commissioni, Mps fa sapere che nel quarto trimestre, così come nel complesso del 2022 la volatilità dei mercati ha colpito negativamente “la componente upfront relativa al collocamento di prodotti di wealth management, anche in relazione all’andamento dei tassi di mercato” e “all’aumentata propensione dei clienti per prodotti fixed income”. Nel 2022 la raccolta indiretta, composta da risparmio gestito e amministrato, si è contratta dell’11,5% a 92,420 miliardi di euro, anche se risulta in aumento di 0,9 miliardi rispetto al 30 settembre 2022, grazie all’effetto mercato positivo e ai “flussi netti positivi dovuti al rinnovato interesse da parte della clientela per i titoli di stato, anche a seguito del rialzo dei rendimenti”. In calo del 9,2% annuo, invece, la raccolta diretta.