Lo scorso 21 luglio, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha rassegnato le dimissioni. Alla base della sua decisione, c’è stata l’impossibilità di continuare a governare con la fiducia del Parlamento.
“È venuta meno la fiducia del nostro patto”, aveva dichiarato l’economista ed ex banchiere. A detta dei numeri, però, nella giornata fatidica Draghi era riuscito comunque a ottenere 95 voti di fiducia a favore, ma la quota era risultata decisamente inferiore a quella registrata nei precedenti voti di fiducia che questo Governo aveva chiesto durante il suo operato, evidenziando il malcontento di alcuni partiti.
È bastato perdere la fiducia per fare saltare un governo.
Ed è così in ogni aspetto della nostra vita.
Senza la fiducia che noi riponiamo negli altri, non potremmo vivere serenamente né chiedere aiuto per portare avanti i nostri progetti.
Senza la fiducia che gli altri ripongono in noi, saremo esclusi da gran parte della socialità e le nostre relazioni sarebbero aride.
Non esiste matrimonio senza fiducia nel proprio coniuge. E non si lavora bene in un team dove nessuno ha fiducia dell’altro.
Al contrario, la fiducia è il collante più forte in ogni lavoro di squadra: ci dona un sentimento di serenità che ci permette di affidarci (che etimologicamente ha la stessa radice della parola fiducia!), di delegare, di collaborare.
Cos’è la fiducia?
Il dizionario Treccani definisce la fiducia un “atteggiamento, verso altri o verso sé stessi, che risulta da una valutazione positiva di fatti, circostanze, relazioni, per cui si confida nelle altrui o nelle proprie possibilità, e che generalmente produce un sentimento di sicurezza e tranquillità”.
Come è bello per un figlio, sapere che può sempre contare sui genitori.
E che lusso, per un dipendente, sapere che sarà sempre ascoltato dal suo capo. E per il capo, sapere che il suo collaboratore si applicherà sempre con il massimo impegno nel suo ruolo.
Come fare a costruire la fiducia?
Ci sono alcuni atteggiamenti che possono aiutarti a renderci meritevoli della fiducia altrui, migliorando così le nostre relazioni sociali.
1) I fatti contano più delle parole
È stato dimostrato che i liberi professionisti che appendono nel loro studio i certificati dei loro percorsi di studi, lauree, master e specializzazioni, sono visti con più fiducia da propri clienti. Il “pezzo di carta” in realtà è la testimonianza reale e tangibile di un percorso di studi che si è fatto e questo rassicura la persona che lo legge e che decide di affidarsi proprio a quel professionista.
La fiducia, poi, aumenta ancora di più se quel professionista ha ottenuto successi importanti nel suo ambito. Pensiamoci bene: se avessimo un problema al ginocchio e potessimo scegliere il chirurgo a cui affidarci, sicuramente vorremmo qualcuno che abbia già operato con successo. E se l’operazione è stata fatta su uno sportivo famoso di alto livello, allora la sua credibilità crescerebbe ancora di più.
Per comunicare fiducia, dobbiamo agire sia attraverso il nostro operato, sia con lo storytelling di episodi di successo che rassicurano gli altri del fatto che siamo davvero le persone più indicate per aiutarli in quello in cui hanno bisogno.
2) Promettere solo ciò che puoi mantenere
Essere credibile significa anche definire bene i confini delle nostre capacità. Sbaglia chi promette cose che non può mantenere, perché nel momento in cui le attese fossero tradite, la sua parola perderebbe autorevolezza. E la fiducia in lui crollerebbe come un castello di carte agitato da un rivolo di vento. Fa bene il consulente finanziario che espone con chiarezza le diverse possibilità di investimento, senza dimenticarsi di mettere bene in chiaro l’incertezza dei mercati e l’imprevedibilità del futuro. Può portare dati e statistiche riferiti all’ultimo semestre e su quelli esporre una lettura del trend e un probabile, prossimo sviluppo degli scenari globali, ricordandosi però di specificare che quel trend può subire influssi nuovi di cui nessuno ancora è a conoscenza.
3) Sbagliare è umano, ammetterlo è un atto di grandezza
Essere una persona di fiducia non significa essere infallibili. Errare è umano e ciascuno di noi può sbagliare. Ma anche l’errore può essere un’occasione per accrescere la nostra fiducia agli occhi degli altri. La nostra credibilità infatti passa dal saperci prendere le nostre responsabilità, riconoscere i nostri sbagli, e magari spiegare apertamente cosa ci ha tratto in errore. Se poi proviamo a rimediare al nostro errore in modo concreto, ecco che facciamo “bingo”.
A chi non è mai capitato di fare un acquisto e poi, tornando a casa, verificare che il prodotto appena comprato fosse danneggiato? Quando ritorniamo dal negoziante, la sua reazione ci comunicherà molto di lui. Se farà finta di niente e ci negherà la sostituzione dell’articolo, probabilmente quella sarà l’ultima volta che entreremo nel suo negozio. Ma se si scuserà con noi e ci aiuterà a risolvere il problema, allora usciremo sorridenti e consapevoli di aver trovato un esercente serio e professionale, da cui torneremo sicuramente.
4) Essere sempre coerente con i propri valori
Il sentimento di fiducia è accresciuto dalla certezza di avere di fronte una persona che ha un’identità chiara, sa quello che vuole e orienta la sua vita secondo una bussola di valori a cui resta coerente. E non importa se noi condividiamo o meno quegli stessi valori. Quello che importa è che notiamo nell’altra persona una perfetta congruenza tra quello che dice e quello che fa, tra il suo pensiero e il suo agire.
Due politici di due fazioni opposte possono avere l’uno stima dell’altro se ciascuno di loro, pur difendendo gli interessi di una parte di elettori, mostra nelle sue decisioni e nel suo agire di essere sempre orientato dalla missione del suo partito.
5) Esprimere le proprie emozioni chiarisce ogni fraintendimento
A volte la fiducia può essere messa in crisi da una cattiva comunicazione. Ciascuno di noi agisce mosso dalle emozioni ma chi ci vede dall’esterno e non conosce il nostro sentire, potrebbe giudicare le nostre scelte come sbagliate. E allora occorre spiegare a quella persona i motivi che ci hanno portato a quella nostra decisione. Dobbiamo allora fare entrare le persone nel nostro mondo, e fargli capire con quali lenti guardiamo là fuori. Magari gli altri non ci giustificheranno e non saranno d’accordo comunque con il nostro agire, ma almeno ci comprenderanno e proveranno un sentimento di compassione anziché di delusione nei nostri confronti.
Pensiamo a un padre severo nei confronti del figlio adolescente. I continui divieti che il primo impone al secondo potrebbero incrinare la loro relazione. Ma se il padre prova a spiegare le sue paure e farle percepire come la conseguenza del suo amore per il figlio, ecco che il figlio vedrebbe con occhi diversi la severità del padre. Magari farebbe sempre fatica a interfacciarsi con i suoi divieti, ma almeno ne comprenderebbe il senso e tutto questo accrescerebbe la sua fiducia nei confronti del genitore, nonostante tutto.
6) Patti chiari, amicizia lunga
La fiducia è soprattutto condivisione e quando ci si parla, si condividono innanzitutto informazioni. Una comunicazione efficace rafforza la fiducia reciproca. È bene non lasciare nulla di incompreso e assicurarsi che l’altro abbia capito. Perché se l’altro non ha capito e noi non ce ne accorgiamo, allora possono nascere incomprensioni: le speranza vengono tradite, le attese deluse e la fiducia intaccata. Fanno bene i leader che parlano chiaro ai propri collaboratori, ripetono più volte quello che hanno bisogno da loro, e una volta terminata la loro spiegazione, chiedono ai loro stessi collaboratori di commentare quanto hanno appena ascoltato: è un modo per assicurarsi a vicenda di essersi compresi e da lì mantenere una linea operativa che non lascia fraintendimenti, ma che invece punta a una strada chiara e definita, lavorando in direzione della quale la fiducia può solo aumentare.
La fiducia è lenta da costruire, e ci vuole un attimo per distruggerlo. Basta tradire una volta le aspettative, che tutto ciò che di buono si è fatto fino a quel momento viene messo in dubbio. E nel dubbio non c’è più spazio per la tranquillità.
D’altronde, la fiducia vive attraverso una conferma quotidiana. E più questa conferma viene reiterata, più la fiducia cresce.