Spectrem Group ha pubblicato i risultati di un sondaggio condotto tra gli investitori retail per capire cosa pensano dell’inflazione
La maggior parte degli investitori (38%) ritiene che l’inflazione durerà da uno a due anni, mentre il 21% crede che durerà da due a quattro anni.
A seguito del conflitto in Ucraina un millennial su due ha modificato il proprio portafoglio finanziario
L’inflazione sta colpendo indistintamente tutti gli investitori, molti dei quali stanno facendo i conti con l’aumento dei prezzi per la prima volta nella loro vita. Tant’è che per quasi 8 investitori su 10 l’inflazione è la loro maggiore preoccupazione, non solo a livello personale ma anche a livello Paese. È quanto emerge da un sondaggio condotto recentemente da Spectrem Group tra gli investitori con un patrimonio netto compreso tra i 100.000 e i 25 milioni di dollari, che evidenzia come i consulenti finanziari abbiano un ruolo vitale
Il primo dato che emerge dall’survey è come siano due le fonti principali da cui gli investitori si informano. Il 29% ha indicato i notiziari televisivi come mezzo per informarsi sull’inflazione, mentre il 24% utilizza fonti online. Venendo poi all’impatto sull’economia familiare, il 52% afferma che il problema è principalmente l’aumento dei prezzi dei generi alimentari, mentre solo il 16% è dell’avviso che sia l’aumento del prezzo del gas la variabile critica. Ad ogni modo, quale sia la fonte d’inflazione che preoccupa maggiormente i risparmiatori, molte persone stanno adottando diverse misure per contrastare l’inflazione. Il 29% dedica più tempo alla ricerca di sconti e occasioni, mentre il 23% compra meno o acquista marche più economiche. Il 20% spende meno per gli articoli di lusso, mentre 18% per i prodotti di base per la casa. Il 12% ritarda le vacanze, l’11% modifica il proprio portafoglio di investimenti e il 7% si rivolge più spesso al proprio consulente finanziario.
Il cambiamento dell’abitudini interessa particolarmente i più giovani. E non solo in termini di consumo, ma anche di investimento. I millennial sono stati infatti la generazione che ha apportato più modifiche al portafoglio, a seguito della guerra in Ucraina. Il 23% ha aumentato gli investimenti nel reddito fisso, mentre il 18% ha incrementato la quota azionaria e il 14% la liquidità in portafoglio. Di contro, ben il 70% della gen x, l’84% dei baby boomer e il 90% degli investitori nati prima della Seconda Guerra Mondiale non hanno apportato modifiche sostanziali al proprio portafoglio.
Infine la maggior parte degli investitori (38%) ritiene che l’inflazione durerà da uno a due anni, mentre il 21% crede che durerà da due a quattro anni. Poco più di un terzo ritiene invece che l’inflazione scomparirà entro un anno. È interessante notare che gli investitori attribuiscono la responsabilità dell’inflazione principalmente ai problemi della catena di approvvigionamento (27%), mentre il 25% attribuisce la colpa alle politiche e alle pratiche governative e il 17% alla spesa pubblica.