Il rallentamento nella crescita del gettito Iva discende, nei periodi di crisi, dal conseguente aumento dell’evasione e dalla riduzione degli acquisti di beni durevoli
Generalmente, nei periodi di crisi si riscontra una riduzione del gettito Iva. La pandemia ha messo in deroga questa regola
La dinamica dell’Iva, nel corso dell’odierna pandemia, che per sua natura si distingue dalle precedenti crisi economico-finanziarie che hanno investito il nostro Paese, è stata più sostenuta di quella dei consumi.
I fattori che giustificano siffatto fenomeno sono tutti, in buona sostanza, riconducibili alle peculiarità dell’emergenza sanitaria, la quale, anche in forza delle misure introdotte dal legislatore, ha creato le basi per nuovi approcci al consumo e alla spesa.
Le misure di distanziamento, di lockdown e di quarantena hanno fortemente influito sui comportamenti di consumo delle famiglie e degli individui. Le abitudini di spesa, infatti, hanno risentito delle restrizioni introdotte dal Governo e, conseguentemente, hanno determinato una ricomposizione del paniere di spesa a favore di beni durevoli e/o ad aliquota più elevata.
L’acquisto di beni durevoli – caratterizzati da aliquota più elevata -, a differenza di quanto registrato nel corso delle precedenti recessioni, è tornato dopo appena un trimestre ai livelli pre-crisi.
Ma non solo. Secondo quanto emerge dal report in commento, le drastiche misure di contenimento hanno influito – positivamente – anche sul recupero della compliance.
L’aumento della compliance, stando all’analisi di Banca d’Italia, deriverebbe, tra le altre cose, dal fatto che il distanziamento e la chiusura dei servizi ad accesso diretto del cittadino, avrebbe favorito la propensione all’utilizzo di pagamenti elettronici.
In questo senso, quello che si può trarre dal fenomeno pandemico è che non tutti i momenti di crisi generano una diminuzione così drastica del gettito Iva. Specie se, come nel caso dell’attuale emergenza, la crisi stessa innesca una corsa ai pagamenti elettronici, da sempre antagonisti dei fenomeni evasivi.
Si può ritenere, pertanto, che la crisi abbia avviato un recupero della compliance destinato a durare nel tempo, nella misura in cui questa compliance è indotta, anche implicitamente, dal ricorso diffuso, da parte dei consumatori, ai pagamenti elettronici.
In questi termini, il legislatore dovrebbe pensare a incentivare e favorire, ancora di più, l’utilizzo della moneta elettronica.