Collezionisti amatoriali nel sistema dell’arte?
Il “sistema dell’arte” – più che un mercato – è un sistema che si autoregola: un insieme di dinamiche anche molto complesse, determinanti nell’influenzare il valore economico delle opere. Starci dentro da (collezionisti) sprovveduti non è impossibile, a patto di relegare la propria attività al divertissement. Ma l’approccio amatoriale non protegge dai rischi che inevitabilmente si corrono quando si ha la fortuna di possedere un pezzo d’arte che è anche parte del patrimonio culturale nazionale o internazionale.
Il collezionismo: un’attività complessa, capace di generare valore
Per esempio, decidere senza alcuna preparazione critica di prestare l’opera a un museo per una mostra di livello non adeguato può costarle il pedigree: prezzo che si pagherà al momento della rivendita. «Collezionare è un processo additivo – ci dice il professor Stefano Baia Curioni (Università Bocconi) – oggi chi fa collezione mescola una passione intensa e crescente (man mano che si colleziona si vuole collezionare sempre più), con un’attenzione alla dimensione economico-finanziaria delle scelte, che vanno ponderate considerando il portafoglio finanziario, ma non solo. La dimensione patrimoniale dell’asset arte deve connettersi con le altre; il sistema dell’arte è un “sistema esperto”, per esperti. Approcciarlo con una logica puramente finanziaria può essere un errore; ma anche il viceversa è sbagliato».
Proprio per facilitare la transizione dalla dimensione «semplificata e decorativa» del collezionismo a quella professionale, capace di generare, conservare e accrescere valore nel tempo, è nato il percorso formativo “Il mestiere dell’arte: creare e gestire una collezione”, ideato e curato dallo stesso professor Baia Curioni, attento alle pratiche manageriali rivolte al patrimonio culturale e da Clarice Pecori Giraldi, art collection manager indipendente.
I temi trattati spaziano dalla dimensione contrattuale, a quella conservativa, valutativa, dei trend di mercato, delle metodologie di acquisto fino ad arrivare alla strategia di gestione della collezione. «Oltre che essere asset, le opere sono patrimonio culturale: è bene che siano viste, che girino; però per far sì che ciò accada nel modo migliore possibile è importante avere contezza della contrattualistica, dei temi assicurativi, logistici». Oltre che critici, come visto.
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“Il mestiere dell’arte: creare e gestire una collezione” – quando e dove
Il corso è in programma a Palazzo Te a Mantova in due weekend (24 e 25 febbraio e 16 e 17 marzo 2024). Si articolerà in 14 lezioni tenute da professionisti di rilievo nazionale e internazionale – tra cui Raphaelle Blanga, Antonio D’Amico, Marc Spiegler (già Art Basel), Simone Strummiello, Isabella Villafranca. «Il tenore operativo del corso si concretizzerà nell’occasione di visitare la fiera Tefaf di Maastricht il 9 e il 10 marzo 2024» aggiunge Clarice Pecori Giraldi, che con Marco Riccomini, già responsabile del dipartimento antichi maestri di Christie’s, vi accompagnerà gli iscritti.
Forte della sua esperienza professionale 40ennale, l’art collection manager si dice lieta di condividere la propria competenza «proponendo un corso pratico di apprendimento diretto. Sono stati coinvolti i professionisti più preparati per svelare gli aspetti meno visibili – se non nascosti – del mercato dell’arte».
Il percorso della scuola di palazzo Te si rivolge non solo a giovani collezionisti o a chi si trova ad aver ereditato una collezione e non sa come gestirla o come interfacciarsi con i professionisti più adeguati. È stato pensato anche per chi vuole iniziare a collezionare, nutrendo un forte interesse culturale (oltre che economico) verso questa forma di investimento e di piacere. Del resto, come chiosa il professor Stefano Baia Curioni, «in Italia vi è una propensione non banale al collezionismo, con raccolte di altissimo profilo. Si pensi solo, a titolo di esempio, alla famiglia Carlon e a Palazzo Maffei a Verona o alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo».