Atteso un calo delle entrate tributarie di 41,7 miliardi
Il gettito legato all’Iva potrebbe crollare di oltre 10 miliardi, mentre le imposte dirette potrebbero subire una contrazione dell’8%
Silviano Di Pinto, Ats Confesercenti: “In questo momento particolare è di fondamentale importanza, soprattutto per le piccole imprese, avere un atteggiamento ancor più dinamico e proattivo, utilizzando tutti gli strumenti a disposizione”
I contributi sociali, inoltre, sono attesi in calo di 17,01 miliardi (-7,0%). Quelli effettivi, spiega l’associazione, dovrebbero calare del -7,2%, mentre quelli figurativi dovrebbero crescere del +3,1%, da 4,2 miliardi a 4,3 miliardi. Previsto un rosso anche per le altre entrate correnti, da 80,6 miliardi del 2019 a 79,1 miliardi nel 2020, mentre le entrate non tributarie dovrebbero aumentare di 3,9 miliardi (+143,9%). Sebbene la contrazione delle tasse versate dai contribuenti, imprese e famiglie, sarà affiancata da un crollo anche del prodotto interno lordo nazionale, stando all’associazione “non si tratta di diminuzioni proporzionali”, motivo per cui la pressione fiscale crescerà dello 0,1%.
Ma per le misure dispiegate a favore delle imprese il tempo inizia a stringere. Secondo quanto sottolineato da Confesercenti, il primo gennaio 2021 entrerà in vigore la nuova classificazione europea dello stato di default per le aziende, con “soglie bassissime”. Inoltre, il 30 dello stesso mese è prevista la scadenza delle moratorie sia sui fidi a breve che sui rateali e bullet introdotti dal decreto cura Italia. “La doppia scadenza di gennaio – spiega Silviano Di Pinto, direttore commerciale e marketing di Ats Confesercenti, società volta a favorire l’accesso al credito delle pmi – potrebbe causare un aumento delle tensioni. Le imprese devono monitorare attentamente l’andamento delle proprie esposizioni e avviare immediatamente azioni preventive e correttive già entro fine novembre”. Secondo Di Pinto, è necessario dunque “procedere al consolidamento e alle rinegoziazioni delle esposizioni o anticipare i rinnovi dei fidi che hanno magari uno stato di tensione e sfruttare in modo completo l’opportunità offerta dagli aiuti temporanei sotto forma di garanzie”. Un intervento che converrebbe sia alle imprese sia agli istituti che erogano finanziamenti, nell’ottica di una contrazione degli accantonamenti e di un incremento delle coperture finanziarie “a ponderazione zero sul capitale”. “In questo momento particolare – conclude Di Pinto – è di fondamentale importanza, soprattutto per le piccole imprese, avere un atteggiamento ancor più dinamico e proattivo, utilizzando tutti gli strumenti a disposizione”.