Nel 2020 la spesa in soluzioni di cybersecurity ha toccato gli 1,37 miliardi di euro, in crescita del 4% rispetto all’anno precedente
Il 41% delle pmi punta su soluzioni di sicurezza di base, come antivirus o firewall, mentre il 37% volge lo sguardo verso soluzioni più sofisticate
Alessandro Piva: “La cybersecurity può essere la chiave per evolvere, ma deve essere gestita in modo più maturo e strategico”
Sulla stessa linea d’onda Gabriele Faggioli, responsabile scientifico dell’osservatorio, secondo il quale tuttavia “il mercato italiano della cybersecurity è ancora limitato in rapporto al prodotto interno lordo, con un’incidenza di appena lo 0,07% nel 2019”, pari a 4-5 volte in meno rispetto ai paesi più avanzati. Motivo per cui, aggiunge, “emerge la necessità di rafforzare il presidio delle normative, anche considerando le sanzioni comminate dalle autorità competenti e gli importanti data breach di cui si ha avuto notizia nel corso dell’anno”.
Su cosa si concentrano gli investimenti?
Il 33% degli investimenti si focalizza sulla “network & wireless security”, che comprende le strategie e le soluzioni per proteggere l’infrastruttura da danni e accessi impropri. Al secondo posto la “endpoint security” (23%), vale a dire la protezione di ogni dispositivo connesso alla rete, seguita dalla “data security” (14%), i sistemi per la protezione dei dati dell’impresa e dei singoli utenti. Chiudono il cerchio la sicurezza degli ambienti cloud, che raccoglie il 13% della spesa complessiva, la “application security” (12%) e la “IoT security” (3%).
Pmi: solo il 22% investirà in sicurezza nel 2021
Ma a che punto sono, invece, le piccole tricolori? Secondo l’osservatorio, il 59% ritiene che l’utilizzo di device personali e reti domestiche le abbia maggiormente esposte a rischi di sicurezza nel 2020 e il 49% riporta un incremento degli attacchi informatici (nove punti percentuali in più rispetto alle grandi imprese). Eppure, solo il 22% prevede di investire in sicurezza nel 2021, il 20% ha dovuto ridurre il budget disponibile a causa della crisi e il 32% non possiede affatto un budget da destinare. Per coloro che investono, il 41% punta su soluzioni di sicurezza di base, come antivirus o firewall, mentre il 37% volge lo sguardo su soluzioni più sofisticate (come sistemi di intrusion detection o identity & access management). Infine, il 32% del campione ha investito sulla formazione per i propri dipendenti, il 28% si è rivolto a consulenti per rafforzare la gestione della sicurezza informatica in azienda, il 18% ha introdotto figure dedicate (come security analyst e security administrator) e il 15% ha stipulato polizze assicurative per il trasferimento del rischio cyber.