La Banca centrale europea nella sua ultima pubblicazione dice che è necessario sostenere nel breve-medio periodo le condizioni finanziarie complessive del sistema, ancora vittima di prospettive incerte. Auspicando che ai fondi del recovery si accompagnino riforme adeguate. Solo così si rimetterà in moto la domanda
Nel prossimo trimestre la Bce «si attende» che continuerà ad acquistare titoli nell’ambito del programma di acquisto per l’emergenza pandemica, Pepp (pandemic emergency purchase programme) a un ritmo «significativamente più elevato rispetto ai primi mesi di quest’anno». La Banca centrale europea affida le sue dichiarazioni al consueto bollettino economico. Tradotto, vuol dire che le condizioni di mercato ancora non consentono un inasprimento delle condizioni di finanziamento complessive del sistema. E i tassi di interesse «hanno registrato un incremento a partire dall’inizio dell’anno, ponendo rischi». Data la situazione attuale, «se considerevole e persistente, l’aumento dei tassi di interesse di mercato, ove non contrastato, potrebbe tradursi in un inasprimento prematuro delle condizioni di finanziamento per tutti i settori dell’economia. Un tale sviluppo sarebbe indesiderato».
Per la Bce, l’incertezza continua infatti a caratterizzare le prospettive economiche a breve termine. Tuttavia, le campagne di vaccinazione in atto e il graduale allentamento delle misure di contenimento, «al netto di ulteriori sviluppi avversi associati alla pandemia», sostengono le aspettative di un solido recupero dell’attività economica nel corso del 2021. Nel medio periodo, le favorevoli condizioni di finanziamento, l’orientamento espansivo delle politiche di bilancio con il venir meno delle misure di chiusura dovrebbero sostenere la ripresa della domanda.
Una ripresa della domanda però non potrà aversi senza «un equilibrio adeguato tra investimenti e riforme» due elementi che «si rafforzano reciprocamente». Per questo è fondamentale un esame attento dei singoli piani nazionali per la ripresa e la resilienza, per garantire che i fondi siano impiegati in modo rapido ed efficiente. Come ribadito più volte dallo stesso Draghi, la spesa pubblica deve essere produttiva e si devono rafforzare le competenze amministrative e ridurre le «strozzature nelle fasi attuative».
A soffrire maggiormente la crisi pandemica e l’incertezza sono state secondo il bollettino Bce Italia e Spagna. I due paesi hanno sofferto «cali maggiori» dell’attività economica rispetto alla media dell’area euro. Per quanto riguarda l’Italia c’è da precisare che le perdite sono state anche e in parte conseguenza della forte contrazione nella domanda estera. L’impatto negativo diretto delle misure di contenimento è invece stato «ampiamente paragonabile alla media dell’area euro».
Infine, alcune osservazioni sui differenziali di rendimento dei titoli obbligazionari. Lo spread fra titoli di Stato italiani e quelli tedeschi si è ridotto ulteriormente con «la formazione di un nuovo governo da parte dell’ex presidente della Bce Mario Draghi». I differenziali hanno quindi brevemente raggiunto il minimo pluriennale prima di tornare a crescere. In particolare, durante il periodo in esame, i differenziali di rendimento a dieci anni italiani e portoghesi si sono ridotti di 12 e 1 punti base, attestandosi allo 0,73 e allo 0,30 per cento, rispettivamente. Nello stesso periodo, i differenziali a dieci anni tedeschi, francesi e spagnoli sono lievemente aumentati di 1, 1 e 6 punti base, rispettivamente, arrivando al -0,26 per cento, al -0,01 per cento e allo 0,41 per cento.
Nel prossimo trimestre la Bce «si attende» che continuerà ad acquistare titoli nell’ambito del programma di acquisto per l’emergenza pandemica, Pepp (pandemic emergency purchase programme) a un ritmo «significativamente più elevato rispetto ai primi mesi di quest’anno». La Banca centrale europea aff…
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