- Fritz: “Una riduzione di 50 punti base nel breve periodo potrebbe segnalare un rallentamento dell’economia americana più consistente del previsto, allarmando i mercati e creando un aumento della volatilità, soprattutto per gli asset risk-on come le cripto”
- Sartorelli: “Harris si è meno sbilanciata a favore del mondo cripto, ma ha preso le distanze dall’avversione che l’amministrazione Biden aveva mostrato verso questo comparto. Una sua vittoria potrebbe avere solo un momentaneo impatto moderatamente negativo”
Le difficoltà del bitcoin continuano, bloccato in un trend ribassista. Ma il nuovo scenario sui tassi di interesse, con la Federal Reserve che ha messo fine a una fase di forti rialzi dei tassi d’interesse – la più aggressiva dagli anni ’80 – con una sforbiciata da 50 punti base, potrebbe rimescolare le carte in tavola. “L’andamento del bitcoin è spesso legato alla fase di sentiment del mercato azionario statunitense”, racconta a We Wealth Eugenio Sartorelli, membro del comitato scientifico di Siat, ricordando i fattori che hanno condizionato e continuano a condizionarne l’andamento. Senza dimenticare che agosto e settembre sono anche mesi storicamente “non molto performanti sulla base degli studi sulla stagionalità”, precisa l’esperto.
Tassi in discesa: l’effetto sul bitcoin
La discesa dei tassi di interesse appena iniziata potrebbe però rappresentare uno scenario favorevole per la cripto. “In teoria il bitcoin ha una sua intrinseca costituzione come difesa dall’inflazione, soprattutto quella generata dalla continua espansione monetaria delle principali banche centrali. È un asset deflattivo, essendo a quantità limitata (non ve ne potranno essere oltre 21 milioni). E questo fattore non è ancora stato ben valutato dal mercato”, afferma Sartorelli. “Sappiamo che l’abbassamento dei tassi iniziato dalla Banca centrale europea e seguito dalla Federal Reserve rappresenta uno stimolo per l’economia e quindi anche per il mercato azionario”, dice l’esperto; considerata la relazione diretta tra bitcoin e azionario statunitense, aggiunge, questo fattore aiuterà anche il bitcoin.
A intervenire sul tema anche Gianluigi Guida, ceo di Binance Italy, che evidenzia come una riduzione dei tassi aumenta la liquidità nel sistema finanziario, stimolando la domanda di asset più rischiosi ma con rendimenti potenzialmente più elevati come le cripto. Basti ricordare che il bitcoin, tra febbraio 2020 e febbraio 2022 quando i tassi erano prossimi allo zero, registrò un balzo del 375%. “Inoltre, la decisione della Fed potrebbe alimentare timori inflazionistici, spingendo alcuni investitori verso le cripto-attività per proteggere il proprio potere d’acquisto, indebolendo al contempo il dollaro. In questo scenario, gli asset digitali potrebbero essere sempre più considerati un’alternativa per gli investitori”, afferma Guida.
Dello stesso avviso Adrian Fritz, head of research di 21Shares, che ricorda come i tassi di interesse elevati tendono a rendere gli asset più rischiosi come il bitcoin “molto meno attrattivi per gli investitori”. La lunga stretta monetaria firmata Fed iniziata marzo 2022 ha spinto infatti il bitcoin a subire pressioni al ribasso. Con la maxi-sforbiciata di mercoledì, secondo Fritz, tutto questo dovrebbe alleggerirsi. “Una riduzione di 50 punti base nel breve periodo potrebbe segnalare un rallentamento dell’economia americana più consistente del previsto, allarmando i mercati e creando un aumento della volatilità, soprattutto per gli asset risk-on come le cripto”, avverte l’esperto. “Tuttavia, in un arco temporale più lungo, queste hanno sempre performato bene in questo genere di scenari”, come evidenziato nel grafico sottostante.
Fonte: 21Shares
Trump lancia una piattaforma di criptovalute
Nei prossimi mesi ci sarà anche la “variabile Trump” da considerare. Il candidato repubblicano alla presidenza americana ha recentemente lanciato World Liberty, una nuova piattaforma per lo scambio di criptovalute, insieme ai suoi figli e alcuni imprenditori. In occasione della presentazione online su X Spaces, la piattaforma di audio live di Twitter, non sono state fornite molte informazioni sulle sue caratteristiche o sulla sua attivazione, ma la notizia è stata accolta positivamente da alcuni appassionati di criptovalute. “Trump si è pubblicamente espresso in merito all’intenzione di far diventare gli Stati Uniti la cripto capitale del Pianeta ed eliminare gli ostacoli all’utilizzo di criptovalute”, afferma Sartorelli. “È assai probabile che l’impatto sul mondo cripto sarà positivo se Trump vincerà le elezioni, ma non credo durerà molto; bisognerà vedere i fatti concreti”, sostiene l’esperto.
Trump vs Harris: cosa significa per il bitcoin
Quanto all’impatto sul bitcoin di un’eventuale vittoria di Kamala Harris, Sartorelli ricorda come la vicepresidente democratica si sia meno sbilanciata a favore del mondo cripto rispetto al tycoon, ma ha preso le distanze dall’avversione che l’amministrazione Biden aveva mostrato verso questo comparto. Una sua vittoria alle presidenziali Usa potrebbe avere solo un momentaneo impatto moderatamente negativo sul mondo cripto, ma di breve durata, prevede dunque l’esperto. Guardando infine agli altri fattori da monitorare da qui in avanti: “Iniziamo col dire che attualmente le criptovalute capitalizzano circa 2,2 trilioni di dollari e di questi circa 1,2 trilioni è rappresentato dal bitcoin e circa 0,3 trilioni da ethereum. Ricordo che Apple e Microsoft capitalizzano oltre 3 trilioni e Nvidia poco meno. Pertanto, il punto focale ritengo sia l’aumento degli investitori che considerano bitcoin, ethereum e poche altre criptovalute come una forma di diversificazione dei loro investimenti. Gli Etf quotati negli Usa hanno aperto questa possibilità al mercato finanziario più grande al mondo. Quanto più il mondo cripto saprà attrarre investitori – e non soprattutto speculatori – tanto più avrà le potenzialità di diventare un’asset class che troverà stabilmente spazio nei portafogli di molti investitori”.