Nell’ultimo decennio le criptovalute hanno sovente primeggiato nelle classifiche annuali di rendimento e quest’anno il bitcoin è tornato in auge arrivando a più che raddoppiare il proprio valore in area 41.000 dollari (dati al 19/12/2023), scacciando via le tensioni del 2022 culminate con il fallimento di Ftx.
Gli investitori sono così tornati a interrogarsi se siamo realmente alle porte di una consacrazione del bitcoin come asset mainstream, anche se gli alti e bassi delle quotazioni continuano ad agire da parziale freno.
Finita la lunga era dei tassi bassi, molti detrattori del bitcoin paventavano un suo crollo. Invece il sentiment ha trovato una sponda positiva dall’attesa per il via libera negli Stati Uniti ai primi etf spot sul bitcoin. L’autorità di regolamentazione del mercato statunitense negli ultimi mesi ha iniziato a chiedere commenti sulle richieste di listing di etf spot sul bitcoin, sintomo di un miglioramento nel dialogo. In aggiunta, dallo scorso giugno anche BlackRock, ossia l’asset manager più grande al mondo, si è messa in coda per l’approvazione di un suo etf bitcoin.
L’arrivo dei primi etf che detengono bitcoin fisici andrebbe indubbiamente ad ampliare la liquidità rendendo questo asset più appetibile agli occhi degli investitori istituzionali. Bernstein prevede che l’eventuale via libera della Sec permetterebbe agli investitori convenzionali di ottenere esposizione al bitcoin direttamente dai loro portafogli di investimento e stima che fino al 10% dell’offerta circolante si dirigerà verso gli etf bitcoin.
Allargamento della platea
Un semaforo verde della Sec potrebbe portare in tempi rapidi a rendere il bitcoin un asset mainstream. L’accettazione da parte del mondo della finanza tradizionale è un percorso iniziato diversi anni fa e l’accesso ai bitcoin attraverso gli etf va nella direzione di renderli accessibili a un pubblico sempre più vasto. “Con tutte le precauzioni del caso, tenendo conto della volatilità e del fatto che non ci sono dividendi così come per l’oro fisico, un posto per le criptovalute in una logica di asset allocation ha molto senso nel lungo periodo, tarando naturalmente il peso in base al profilo di rischio”, rimarca Marcello Esposito, ceo di Quantum Financial Analytics, che sottolinea anche come già adesso la volatilità del bitcoin è risibile rispetto a quella di qualche anno fa “e più entrano attori di primissimo piano come BlackRock più si ridurrà la componente speculativa e di conseguenza la volatilità”.
L’effetto etf bitcoin sarà repentino o graduale? “C’è da aspettarsi un movimento abbastanza ripido, sia prima che dopo il via libera, sotto la spinta di un massiccio ingresso di denaro istituzionale”, argomenta Andrea Ferrero, ceo di Young Platform. “Nessuno ha la sfera magica, ma nel momento in cui l’etf spot sarà realtà il prezzo dovrebbe proiettarsi oltre quota 100 mila dollari ai nuovi massimi storici”, aggiunte l’esponente del crypto exchange italiano che nel 2021 ha visto entrare nel capitale anche Luigi Berlusconi.
Caratteristiche distintive
Ad oggi la capitalizzazione di mercato del bitcoin è maggiore rispetto alla somma di tutte le altre criptovalute e a detta di Fidelity Digital Assets il punto distintivo del bitcoin rispetto agli altri asset digitali è che ha le potenzialità di divenire un bene monetario primario considerando le basi su cui poggia, ossia scarsità, decentralizzazione e il fatto che sia percepito come riserva di valore.
Michael Saylor, presidente di MicroStrategy, non ha dubbi che il prezzo del bitcoin continuerà a salire nel lungo termine in quanto vede la domanda continuare ad aumentare con l’arrivo degli investitori istituzionali.
Nella schiera degli ultra bullish c’è anche Cathie Wood, founder e ceo di Ark Invest, che non ha dubbi nel preferire il bitcoin all’oro sia come copertura contro l’inflazione che contro la deflazione in quanto non c’è rischio di controparte e le istituzioni a malapena coinvolte. L’ultima previsione di Ark è di un prezzo di 682.800 dollari nel 2030 nello scenario base, che sale a 1,48 milioni di dollari nello scenario bullish.
Tra le voci improntate invece alla cautela c’è JP Morgan, che vede l’arrivo di etf fisici come positivo per la liquidità, ma non in grado di innescare un forte impatto sui prezzi considerando anche il fatto che prodotti simili sono già presenti in Europa e Canada.
Chi rischia di rimanere tagliato inizialmente fuori dall’eventuale nuovo bullrun nel corso del prossimo anno sono gli investitori retail che sono soliti accodarsi in ritardo e comprare quando il movimento di prezzo è già iniziato. “Sono ancora abbastanza fresche le ferite di un 2022 molto negativo – argomenta Ferrero di Young Platform – e non è facile per l’investitore retail lasciare da parte l’emotività, anche se noi facciamo un grande sforzo per incentivare comportamenti virtuosi di lungo periodo anche attraverso strategie di accumulo”.
Maggiore accessibilità
All’inizio il bitcoin era accessibile solo grazie a una grossa conoscenza informatica, poi sono stati introdotti i wallet. Ma i limiti non mancano se pensiamo al caso di decesso dell’investitore. “Come fanno i miei eredi a entrare in possesso dell’asset se non mi sono ricordato di passare le mie chiavi private o password di accesso? Attraverso l’etf invece compro il bitcoin e lo inserisco all’interno di un portafoglio così come altri asset finanziari tradizionali”, argomenta Esposito. “Oggi miliardi di dollari di capitali sono esclusi dall’esposizione ai bitcoin a causa della mancanza di veicoli d’investimento adatti – taglia corto Erik Anderson, Research Analyst di Global X – e quindi l’approvazione di un etf spot inaugurerebbe una nuova era aumentando notevolmente l’attrattività del bitcoin come asset d’investimento”.
Quarto halving
Guardando al 2024, un ulteriore catalizzatore è rappresentato dal quarto halving di bitcoin. Gli halving, che comportano il dimezzamento del tasso di emissione, si verificano ogni quattro anni circa e aggiungono valore di scarsità al bitcoin. Dai cicli passati si può notare come l’asset abbia sempre superato il suo record storico a seguito dell’halving.
Eliézer Ndinga, director of research di 21Shares, indica anche altri fattori in grado di incidere sull’andamento del bitcoin. “Guardando i fondamentali riteniamo che la domanda sarà sostenuta dalle importanti innovazioni implementate, come Ordinals, che genereranno ricavi maggiori per i miner. Inoltre, ci aspettiamo una maggiore adozione di smart contract compatibili con il network del bitcoin, come Stacks, che possono far evolvere la criptovaluta da una riserva di valore a un player tech simile a ethereum”. “In un contesto macroeconomico e geopolitico di grande incertezza – prosegue l’esperto – il bitcoin potrebbe presentarsi come una soluzione d’investimento dalla qualità elevata”.
Articolo tratto dal n° di DICEMBRE di We Wealth.
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