Un tema portante delle ultime trimestrali bancarie è stato il recupero delle entrate dal risparmio gestito, con una nota a margine più o meno costante: “Anche se i tassi scenderanno, continueremo a far crescere le commissioni raccolte dai clienti”. Sarebbe facile immaginare che i tempi migliori per il settore bancario siano alle spalle. Il boom dei tassi d’interesse, infatti, ha generato i famosi extraprofitti bancari, dopo anni di tassi rasoterra che hanno costretto le banche a cercare altre fonti di ricavo, con un ruolo sempre più rilevante per il wealth management e le assicurazioni. “Nel primo semestre del 2024, il mix di ricavi delle cinque principali banche italiane ha mostrato una dipendenza del 60% in media dal margine d’interesse netto (NII), con il restante 40% costituito da ricavi non derivanti da interessi, prevalentemente da commissioni e altri proventi”, dichiara a We Wealth Andrea Costanzo, Vice President, European Financial Institutions, Morningstar DBRS.
L'analisi delle prime cinque banche italiane, ricostruita da questo giornale a partire dalle ultime semestrali pubblicate nel corso delle ultime due settimane, mostra un quadro abbastanza omogeneo. Le commissioni risultano particolarmente rilevanti sui ricavi di Intesa Sanpaolo, per la quale contano oltre il 40%. All'interno di questa componente, poi, wealth management e bancassurance pesano a loro volta molto di più per Intesa Sanpaolo. Dati che la banca guidata da Carlo Messina non ha mancato di sottolineare agli analisti, ponendosi al secondo posto in un gruppo internazionale di concorrenti in termini di peso specifico della componente commissionale.
Tutto questo assume un'importanza strategica importante per mantenere la fiducia degli investitori. Infatti, il calo dei tassi d'interesse potrebbe invertire, ad un tempo, sia le fortune degli extraprofitti bancari sia quelle delle sovraperformance di Borsa, che hanno spinto costantemente il Ftse Italia Banche oltre l'indice generale di Piazza Affari.
Le commissioni, in particolare quelle derivanti da periodici prelievi sui risparmi investiti della clientela, sono meno variabili rispetto al ciclo economico, anche se risentono delle mosse di portafoglio degli investitori e dell'andamento dei mercati. È probabile che, mentre i tassi e i margini d'interesse scenderanno nella seconda metà del 2024, l'attrattiva dei Btp scenderà a tutto vantaggio di altri prodotti d'investimento, che generano molti più profitti per il comparto bancario.
Chi è messo davvero meglio? “I dati delle singole banche non mostrano deviazioni significative tra di loro, poiché le principali banche italiane hanno compiuto sforzi nel recente passato per adattare i loro modelli di business a qualsiasi ciclo dei tassi d'interesse”, risponde Costanzo. “La quota di margine d'interesse sui ricavi totali è aumentata negli anni, principalmente a seguito dell'aumento dei tassi d'interesse; tuttavia, il contributo delle commissioni nette rimane significativo e contribuirà a mantenere una buona generazione di ricavi in un contesto di tassi d'interesse previsti in calo”.
Banche italiane, ancora ben posizionate nel 2024
Facendo il punto sugli ultimi mesi, Costanzo ricorda come, nel secondo trimestre del 2024, le commissioni nette aggregate delle prime cinque banche italiane siano aumentate dell'8% su base annua e del 2% su base trimestrale, dopo incrementi nel primo quarto dell'anno rispettivamente del 6% e del 2%.
“Queste tendenze riflettono principalmente un buon andamento dei mercati finanziari, che ha portato a una ripresa delle attività di gestione patrimoniale, investimento e bancassurance”, mentre la lenta ripresa del credito non ha dato grande slancio alle attività bancarie tradizionali, anche se la domanda di prestiti potrebbe aumentare proprio con il calo dei tassi in arrivo.
“Le prospettive per i ricavi da commissioni rimangono favorevoli per il resto del 2024 e le performance varieranno a seconda di diversi fattori, tra cui la forza del franchise delle banche, la loro capacità di trasferire la liquidità dei clienti in asset in gestione e in custodia, e gli investimenti effettuati per rafforzare la penetrazione assicurativa nella loro rete di clienti”, mentre i tassi più bassi potrebbero supportare anche le attività di consulenza, afferma l'esperto di Morningstar DBRS.
Complice anche una certa resistenza del margine d'interesse e le buone dinamiche osservate sulle entrate commissionali, Morningstar DBRS ritiene che ci siano ancora possibilità di performance positive per le banche italiane anche nella seconda metà dell'anno. “In questa fase, ci aspettiamo che il 2024 si configuri come un anno altrettanto buono, se non migliore, del 2023, a meno che le tendenze della qualità degli attivi non si discostino in modo significativo dall'attuale traiettoria".