- L’adozione dell’intelligenza artificiale generativa su ampia scala alimenta una serie di timori riguardo al suo impatto energetico e alla rapida crescita della domanda di energia dei data center
- Il bisogno crescente di finanziamenti per la transizione apre delle opportunità anche per il settore bancario. Barclays è l’unica delle 10 grandi banche analizzate da Morningstar ad aver fissato un obiettivo credibile
L’intelligenza artificiale richiede enormi quantità di potenza di calcolo che impattano sul consumo di energia: si stima per esempio che ricevere una risposta da un tool di intelligenza artificiale generativa consumi 4-5 volte in più rispetto a una tradizionale ricerca sul web. Più in generale, la domanda di energia a livello mondiale è in crescita: secondo un recente rapporto di Eni, il consumo di energia nel 2023 è salito del 2%, un tasso di crescita doppio rispetto agli anni precedenti. Uno scenario che apre nuove opportunità per i produttori di energia rinnovabile. Ma non solo. Gli analisti di Morningstar Sustainalytics hanno individuato 10 trend nell’ambito della sostenibilità che influenzeranno le catene del valore nel 2025 e, per ognuno di essi, hanno selezionato una società quotata in Borsa leader nel suo settore nell’affrontare le tendenze in esame.
I data center hanno fame di energia
Il primo trend sotto la lente è proprio la fame di energia dei data center. I giganti della tecnologia stanno di fatto espandendo i loro centri dati a ritmi senza precedenti, anche per alimentare le applicazioni di intelligenza artificiale. Confrontando l’intensità di carbonio (ovvero la quantità di carbonio emessa per ogni chilowattora di elettricità consumata, ndr) di alcuni dei migliori attori nel settore dei software e dei servizi, Morningstar ha selezionato un leader nella mitigazione dei rischi connessi alle emissioni. Si tratta di Ibm, che si distingue per aver ridotto la sua intensità di carbonio del 30% dal 2020 al 2023. La maggior parte dei suoi data center, evidenza la società di rating, utilizza tra l’altro le energie rinnovabili. Come evidenziato da We Wealth nella tabella sottostante, il titolo di Ibm registra una performance year to date del +14,31%; negli ultimi cinque anni è salito invece di oltre il 70%.
Allo stesso tempo, come anticipato in apertura, l’adozione dell’intelligenza artificiale generativa su ampia scala alimenta una serie di timori riguardo al suo impatto energetico e alla rapida crescita della domanda di energia dei data center. Morningstar prevede che nel 2025 le aziende continueranno a puntare sulle rinnovabili per saziare il loro bisogno di energia. “In qualità di produttore di energia rinnovabile, Edp Renováveis ha mantenuto nel corso degli anni la sua intensità di carbonio molto bassa, tra l’altro in linea con quella dei suoi competitor”, sottolineano gli analisti. Il titolo viaggia tuttavia in rosso in Borsa: negli ultimi cinque anni ha perso oltre il 30%.
L’impatto dell’Ai sul settore sanitario
Intanto, l’intelligenza artificiale sta efficientando diversi settori in cui ha il potenziale di accelerare i progetti di ricerca e sviluppo e ridurre i costi. Tra questi, ci sono il settore sanitario e quello biofarmaceutico, che “dovrebbero espandere e accelerare l’accesso dei pazienti a cure di qualità, nonché a nuove terapie e trattamenti”, si legge nell’analisi. “Pfizer si distingue per l’utilizzo dell’intelligenza artificiale non solo nella scoperta e lo sviluppo di farmaci, ma anche per monitorare la sicurezza dei medicinali e vaccini e migliorare la catena di fornitura”, continuano gli esperti.
Altro caso quello dell’industria petrolifera e del gas. Con la spinta verso l’obiettivo net zero (zero emissioni nette, ndr), le aziende che sfruttano l’Ai possono ottenere un vantaggio competitivo su questo fronte, secondo Morningstar. Baker Hughes è tra i colossi del settore che applicano i software basati sull’Ai per ottimizzare la produzione e ridurre le emissioni. Il titolo è in rialzo del +11% da inizio anno; negli ultimi cinque anni è salito del +109%.
Il ruolo delle banche nella transizione green
Il bisogno crescente di finanziamenti per la transizione apre delle opportunità anche per il settore bancario. Barclays è l’unica delle 10 grandi banche analizzate da Morningstar ad aver fissato un obiettivo credibile di 1.000 miliardi di dollari di finanziamenti sostenibili entro il 2030, secondo la società di rating. Il titolo segna una performance a cinque anni di circa il +66%. Intanto, le recenti catastrofi climatiche evidenziano invece rischi crescenti per il settore delle infrastrutture. “Aecom è un interessante caso studio, perché genera il 60% dei suoi ricavi da prodotti e servizi sostenibili e ha sviluppato molti dei suoi primi progetti di infrastrutture verdi a livello mondiale”, scrivono gli analisti. Il titolo occupa la seconda posizione tra i titoli pronti a cavalcare le tendenze evidenziate da Morningstar, segnando il +113% a cinque anni.
Investire in modo sostenibile: il boom del litio
Al primo posto c’è invece Vulcan Eenergy Resources (+1.450% a cinque anni), impegnata in progetti per l’estrazione e la lavorazione dell’idrossido di litio per le batterie oltre che nella produzione di energia geotermica rinnovabile. “Il litio è un minerale fondamentale nella transizione globale verso un’economia a basse emissioni di carbonio”, dichiara Morningstar. “Le tecnologie pulite, come i pannelli solari e i veicoli elettrici, dipendono fortemente dalle batterie agli ioni di litio per l’accumulo di energia. Gli investitori con obiettivi legati al carbonio e all’acqua potrebbero considerare di optare per il litio per un minore impatto ambientale e minori rischi Esg (Environmental, social, governance)”, suggeriscono gli analisti.
Le catene di approvvigionamento “responsabili”
Dall’altra parte, costruire catene di approvvigionamento trasparenti e responsabili rimarrà una preoccupazione fondamentale delle aziende di beni di consumo nel 2025. Secondo un recente rapporto dell’Organizzazione mondiale del lavoro, 27,6 milioni di persone in tutto il mondo sono state sottoposte al lavoro forzato, il 12% dei quali erano bambini. Il settore alimentare è uno dei più coinvolti in questioni relative alla violazione dei diritti umani nelle catene di fornitura. Da questo punto di vista, per la società di rating Lindt dimostra di gestire queste problematiche “in modo relativamente efficace”, con una “solida politica in materia di diritti umani”.
Un futuro con meno plastica: il caso di L’Oréal
C’è poi la questione della plastica. Secondo Morningstar, le aziende di beni di consumo che investono in tecnologie avanzate - come il riciclaggio chimico per produrre più imballaggi riciclati o che si avventurano in materiali biodegradabili come l’amido di mais o gli imballaggi di bambù per sostituire la plastica monouso - sono destinate a vedere aumentare domanda e crescita. L’Oréal sembrerebbe ben posizionata da questo punto di vista, ottenendo buoni risultati sul fronte della gestione dei rifiuti. “L’azienda ha fissato obiettivi di riduzione della plastica vergine e aumentato gli imballaggi in Pet riciclabili e riciclati”, ricordano tra l’altro gli analisti.
L’ultimo tema è infine quello delle bevande analcoliche, un settore ancora “notevolmente più piccolo rispetto a quello delle bevande alcoliche” ma in crescita. Il titolo individuato da Morningstar è in questo caso Asahi Group, uno dei principali produttori di birra giapponesi. “Ha fissato diversi obiettivi per ampliare il suo portafoglio di prodotti a bassa gradazione alcolica e senza alcol ed è anche una delle poche aziende del campione che fornisce una certa trasparenza sui ricavi della birra analcolica”, concludono gli analisti.