Con tutte le precauzioni del caso si può dunque arrivare ai seguenti numeri aggregati. Il nuovo polo del private banking potrà gestire dunque masse per circa 273,8 miliardi di euro e contare su 6.811 private banker
Da ricordare come settimana prossima i risultati definitivi dell’offerta saranno resi noti il 4 agosto. Mentre il 3 agosto Ubi presenterà la sua ultima semestrale da istituto indipendente
La serata del 30 luglio
In tarda serata il 30 luglio Intesa Sanpaolo ha comunicato i risultati provvisori a conclusione della offerta pubblica di acquisto e scambio volontaria totalitaria su un massime di 1.144.285.146 azioni ordinarie di Unione di banche Italiane rappresentanti l’intero capitale sociale della banca. Intesa Sanpaolo arriverà a detenere 1.041.469.488 azioni Ubi, pari a circa il 91,0149% del capitale sociale. “Sulla base dei risultati provvisori dell’offerta, la condizione soglia percentuale (ossia la detenzione da parte dell’offerente di una partecipazione complessiva pari ad almeno il 66,67% del capitale sociale dell’Emittente) risulta avverata” si legge nella nota. Da ricordare come settimana prossima i risultati definitivi dell’offerta saranno resi noti il 4 agosto. Mentre il 3 agosto Ubi presenterà la sua ultima semestrale da istituto indipendente.
Il nuovo polo del private banking italiano
Ma quanto potrà valere il nuovo polo del private banking Intesa Sanpaolo-Ubi? Partendo dai dati a disposizione dei mesi precedenti si può tracciare una linea di confine abbastanza precisa. Ovviamente le precisazioni, in termini di dati ci saranno settimana prossima con le semestrali delle due banche. Ma partiamo dal Gruppo Fiduram- Intesa Sanpaolo private banking. Nel primo trimestre del 2020 si è registrata una raccolta netta di 2,7 miliardi di euro (+163%). Dato in forte crescita rispetto ai primi tre mesi del 2019 (1 miliardo). Alla fine di marzo 2020 le masse amministrate erano pari a 223,0 miliardi, in flessione dell’8% rispetto al 31 dicembre 2019 (242,7 miliardi) e sostanzialmente in linea rispetto a quelle al 31 marzo 2019 (223,7 miliardi). Mentre il numero complessivo dei private banker delle reti risultava pari a 5.811, con un portafoglio medio pro-capite pari a oltre 38 milioni. Per quanto riguarda il Gruppo Ubi, a maggio la divisione dedicata alla clientela private intermedia asset pari a oltre 38 miliardi, attraverso una rete di 300 banker distribuiti in 28 centri private. E infine i dati di IW private investments, datati al 31 dicembre 2019) ha masse pari a 12,8 miliardi di euro e una squadra di circa 700 consulenti finanziari.
Con tutte le precauzioni del caso si può dunque arrivare ai seguenti numeri aggregati. Il nuovo polo del private banking potrà gestire dunque masse per circa 273,8 miliardi di euro e contare su 6.811 private banker.