La grande incertezza economica e geopolitica che ha caratterizzato i primi sei mesi del 2022 non ha fatto bene ai conti delle big tech. I colossi statunitensi della tecnologia hanno infatti riportato, nel corso della settimana, risultati trimestrali nel complesso piuttosto deludenti. Alphabet ha registrato la più bassa crescita trimestrale del fatturato in due anni, così come Microsoft la più debole crescita degli utili in altrettanto tempo. Facebook per la prima volta nella sua storia ha riportato un calo del fatturato anno su anno. Le uniche a salvarsi (per il rotto della cuffia) sono Apple e Amazon.
Apple e Amazon in tenuta
Il gigante tecnologico Apple ha rivelato giovedì i risultati del terzo trimestre, battendo di poco le aspettative del mercato in termini di vendite e profitti. I ricavi di Apple sono cresciuti del 2% nel trimestre, un dato fiacco se confrontato con la crescita del 36% registrata nello stesso periodo dell’anno scorso. Tuttavia, i risultati hanno mostrato un rallentamento della crescita delle vendite degli iphone, il che preoccupa gli investitori, dato che anche altre aziende hanno segnalato un calo della domanda di smartphone e PC a causa della recessione, dell’inflazione elevata e del dollaro forte.
Anche il gigante dell’e-commerce Amazon ha pubblicato giovedì risultati positivi. Ha dichiarato che le entrate dell’ultimo trimestre sono cresciute più del previsto nonostante le turbolenze economiche. Se da una parte Amazon ha infatti registrato il secondo rosso di fila, con una perdita netta di 2 miliardi di dollari, dall’altra i ricavi hanno raggiunto i 121 miliardi di dollari, in aumento del 7%, a riprova del fatto che l’e-commerce e il suo business sono in grado di sopravvivere in un contesto inflattivo. Dopo la pubblicazione dei risultati, il titolo ha guadagnato il 15% in borsa.
Male Facebook, Microsoft e Alphabet
Mercoledì Meta, la società proprietaria di Facebook e Instagram, ha registrato il suo primo calo di fatturato in assoluto e ha previsto un calo delle entrate per il prossimo trimestre. Il gigante dei social media, le cui piattaforme dipendono dalla pubblicità, ha dichiarato che le entratedi pubblicità sono state penalizzate dalla cautela delle aziende nello spendere in pubblicità a causa dell’instabilità economica dovuta alla guerra in Ucraina. L’azienda ha inoltre attribuito la colpa alla minore spesa per l’e-commerce.
Martedì anche la società madre di Google, Alphabet, ha riportato utili e ricavi più deboli del previsto per il secondo trimestre. La società ha dichiarato che gli utili per azione rettificati hanno raggiunto 1,21 dollari (1,19 euro) nel secondo trimestre, rispetto agli 1,32 dollari (1,30 euro) previsti. Anche la crescita dei ricavi è rallentata, scendendo al 13% nel trimestre rispetto al 62% dell’anno precedente. Il fatturato del secondo trimestre si è attestato a 69,69 miliardi di dollari (68,66 miliardi di euro), quasi in linea con l’aspettativa media di 69,88 miliardi di dollari dei ricercatori di investimenti monitorati da Refinitiv.