Nei giorni in cui c’era più tempo per tutto, non arrivavano email e il telefono non suonava mai, ho letto molti articoli sul tema dell’arte e del mercato. Ne ricordo uno di Emanuela Mannucci su La Stampa che iniziava dicendo: “Fine degli investimenti milionari e degli svenimenti alle aste…sulla capricciosa e corteggiatissima arte contemporanea…uno tsunami, un amaro declino che colpirà anche musei e gallerie”. L’articolo citava naturalmente gli “artisti superstar”, Cattelan, Bansky e Koons, facili bersagli su cui puntare il mirino.
Mi ha colpito perché nelle parole della giornalista c’era una sorta di compiacimento per la “decimazione delle gallerie e delle opere d’arte”. Quasi a dire: “era ora”, finalmente finirà la bolla speculativa, i facili guadagni milionari, “l’aria fritta che si vende in quanto aria”.
Con piacere, qualche settimana dopo, ritrovo sul Giornale dell’Arte una replica impeccabile di Gian Enzo Sperone. Chi ama l’arte non può non conoscere il suo nome e non stimarne il sapere, la lucidità e la visione, come gallerista d’arte contemporanea, da oltre cinquant’anni, e come collezionista di capolavori e meraviglie.
Sperone parla di arte -e di sistema che ruota intorno all’arte- e sottolinea come, nonostante pestilenze, guerre atroci, inondazioni orribili e carestie, si sia sempre rialzato.
L’arte non è solo il mercato dei grandi exploit che si leggono sui giornali, ma per chi la ama è una cura per l’anima. É il piacere del bello, riflessione, continua ricerca e sogno.
Da migliaia di anni, scrive Sperone, “l’arte si rinnova, ricrea se stessa e nutre il mondo nonostante la malasorte. Anche questa volta troverà la sua strada di resilienza”.
Sull’inserto dedicato all’arte di FTWeekend (23/24 maggio) ecco che escono i dati, non le profezie. Sarà dura, certamente, il mercato (secondo ArtTactic) si è molto contratto, ancora più che durante la crisi finanziaria del 2008. Secondo un sondaggio dell’Art Dealers Association of America (ADAA), condotto su 168 gallerie che in totale rappresentano 2.761 artisti (e archivi), nel secondo quarto dell’anno ci sarà una riduzione del 73% del fatturato. Simile la situazione delle principali case d’asta, che dal 1 gennaio al 19 Maggio hanno visto diminuire il loro volume fino al 90% (da $4,2miliardi a $354milioni). D’altra parte, rispetto allo scorso anno, moltissime sono state le vendite cancellate o posticipate e gli esperti non hanno potuto viaggiare per mesi né incontrare clienti o vedere opere. Faro nella notte e vera sorpresa, i risultati delle aste online che hanno tenuto compagnia ai collezionisti durante il lockdown, regalando al mercato una vivacità impensata e realizzando $174milioni.
Non è “aria fritta”, ma un mondo reale che non vede l’ora di ritrovare il suo dinamismo e la sua vivacità. Per gli addetti, il sogno è quello di tornare al lavoro a pieno ritmo, con progetti nuovi e nuovi obiettivi. Collezionisti e appassionati sperano invece di ritrovare il piacere di entrare in un museo, andare vedere una mostra in galleria, programmare una visita ad una fiera.
Poi si sa, le difficoltà portano sempre nuove idee, così da Christie’s stiamo lavorando a ONE, un‘asta dal vivo in streaming, che partirà da Hong Kong per poi spostarsi a Parigi, Londra ed infine New York. Poiché oggi le persone non possono muoversi con facilità (e neppure le opere d’arte) sarà la casa d’aste a farci muovere grazie alla tecnologia. Una global sale di straordinari capolavori del ‘900 che permetterà ai collezionisti di tutto il mondo di ritrovarsi, almeno idealmente. Le opere si potranno vedere prima dell’asta nelle diverse sedi, mentre la vendita sarà in tempo reale e online insieme, seguendo le direttive di sicurezza delle diverse città per il pubblico in sala.
Siamo tutti pronti a ripartire ed insieme ripartiremo. Ci vorrà un anno, forse due; ci sarà un ridimensionamento e purtroppo alcune realtà ne soffriranno più di altre, ma si apriranno anche nuove possibilità di sperimentazione. Certamente, una risposta importante per gallerie, fiere e case d’asta verrà dalle immense possibilità dell’online e del digitale. Un mercato con numeri in costante crescita che ha saputo conquistare in questo periodo anche i più restii e i “diversamente giovani” (il 69% dei collezionisti sopra i 70anni si è abituato a sfogliare le aste online).
La pillola del giorno… Ossigeno per respirare, ali per volare, arte da guardare. Dopotutto, domani è un altro giorno…e noi saremo pronti.
Nei giorni in cui c’era più tempo per tutto, non arrivavano email e il telefono non suonava mai, ho letto molti articoli sul tema dell’arte e del mercato. Ne ricordo uno di Emanuela Mannucci su La Stampa che iniziava dicendo: “Fine degli investimenti milionari e degli svenimenti alle aste…sulla ca…