- Ray Dalio: “La combinazione tra valutazioni elevate e rischi connessi ai tassi di interesse potrebbe far scoppiare la bolla dell’intelligenza artificiale”
- Il caso DeepSeek e il crollo di Nvidia non indicano un declino generalizzato della tecnologia. Al contrario, alcuni titoli tecnologici hanno brillato lunedì
L’esuberanza nei confronti dell’intelligenza artificiale ha alimentato una bolla che ricorda la fine degli anni ’90, ha dichiarato Ray Dalio, guru finanziario e fondatore dell’hedge fund Bridgewater Associates intercettato dal Financial Times. Il punto in cui ci troviamo in questo momento del ciclo è “molto simile” a quello che ha preceduto la crisi delle dot-com tra il 1998 e il 1999, ha aggiunto. “La combinazione tra valutazioni elevate e rischi connessi ai tassi di interesse potrebbe far scoppiare la bolla”, l’avvertimento di Dalio. Un avvertimento che arriva in un momento in cui la fiducia degli investitori sembrerebbe vacillare, dopo che la cinese DeepSeek ha messo a punto un modello di intelligenza artificiale a basso costo innescando una caduta di molti dei titoli coinvolti nella catena del valore dell’Ai a Wall Street: solo Nvidia ha cancellato 589 miliardi di dollari dal suo valore di mercato nella seduta di lunedì, per poi recuperare parte del crollo martedì. Ma siamo davvero arrivati all’epilogo delle azioni del settore?
DeepSeek: l’effetto sui mercati
“L’Ai esiste dagli anni ‘50 e non è la prima volta che suscita grandi speranze. Non è raro che settori con potenziale trasformativo attirino investimenti speculativi e valutazioni insostenibili, come la bolla delle dot-com all’inizio degli anni 2000, suscitando dubbi nei momenti di volatilità. L’interesse intorno all’AI stava già generando un aumento delle startup interessate a entrare nella fascia d’elite offrendo casi d’uso diversificati e mercati decentralizzati”, racconta a We Wealth Gabriel Debach, market analyst di eToro. “Pochi potevano immaginarsi l’effetto causato da DeepSeek, che da un lato ha evidenziato come strumenti come ChatGpt siano ormai imprescindibili nella nostra quotidianità e dall’altro ha scosso le fondamenta della recente crescita dei titoli tecnologici, sollevando dubbi sul futuro del settore”.
Nvidia rimbalza dopo il calo
Secondo Debach, l’esperienza cinese mostra che tecnologie meno avanzate possono ottenere risultati comparabili o superiori. “Questo mette in discussione il modello dominante, mentre il rischio di nuove restrizioni sulle vendite di tecnologia alla Cina potrebbe estendersi ben oltre i prodotti di punta. Regolamentazioni trasparenti e standard di settore continueranno a svolgere un ruolo importante”, osserva l’analista. “Nel frattempo, la lotta non è finita e Nvidia non intende arrendersi, sottolineando che DeepSeek abbia affrontato la parte più semplice. I costi di formazione (insegnare al modello come fare le cose) sono inferiori ai costi di inferenza (far fare le cose al modello su base continuativa)”, prosegue l’esperto. Il titolo del colosso dei chip, come anticipato, ha di fatto recuperato martedì parte del crollo di inizio settimana, portando la sua capitalizzazione sopra i 3mila miliardi di dollari.
Wall Street: ulteriore volatilità in vista?
Finora l’S&P 500 ha beneficiato in gran parte del contributo dei colossi tecnologici come Nvidia, appunto, ma anche Broadcom, Meta, Microsoft e Alphabet. “Tuttavia, questa eccessiva concentrazione ha esposto – ed espone – il mercato a rischi significativi”, sostiene Debach. “Una revisione delle aspettative potrebbe innescare un declino generalizzato, ricordando che le correzioni di mercato spesso scaturiscono da fattori inattesi e poco monitorati”. Ulteriori episodi di volatilità non sarebbero dunque da escludere, secondo l’analista. Non a caso, Nvidia detiene il primato per i cinque maggiori guadagni di capitalizzazione di mercato nella storia, così come per le due maggiori perdite. Inoltre, occupa ben otto delle 10 posizioni nella classifica delle peggiori perdite di capitalizzazione, confermandosi protagonista assoluta di record estremi sui mercati finanziari.
Ai: come investire dopo il caso DeepSeek
Come preparare, dunque, i portafogli alla luce di questo scenario? “È importante ricordare come sia fondamentale che gli investitori allineino le loro posizioni con i propri obiettivi finanziari. Sebbene l’Ai abbia un potenziale trasformativo, non tutte le aziende saranno in grado di offrire i ritorni desiderati. Una due diligence accurata e aspettative moderate da parte degli investitori contribuiranno notevolmente a garantire la creazione di valore a lungo termine”, suggerisce Debach. Da evidenziare tra l’altro che il caso DeepSeek e il crollo di Nvidia non indicano un declino generalizzato della tecnologia. Al contrario, alcuni titoli tecnologici hanno brillato lunedì, in particolare quelli legati al software e ai dati, grazie alla prospettiva di una riduzione dei costi operativi nei loro modelli di business.
I titoli che brillano nonostante DeepSeek
Tra i vincitori della seduta spiccano aziende come Crowdstrike, MongoDB, Atlassian, Workday, Snowflake, Salesforce e Palo Alto Networks, che hanno registrato rialzi significativi. “Certamente, un portafoglio diversificato non sarà interamente focalizzato sulla tecnologia o sull’Ai, ma il peso di questi settori dovrebbe essere calibrato in base alle proprie esigenze”, prosegue l’analista. “La concentrazione e la volatilità della tecnologia mettono in evidenza opportunità come l’S&P 500 equiponderato, che potrebbe beneficiare di un recupero dopo anni di sottoperformance. Settori come sanità, finanza, materie prime e industriali stanno guidando i rialzi year to date a Wall Street, offrendo opportunità interessanti. Questi trend sono sostenuti dal tema America First e da una possibile accelerazione economica negli Stati Uniti favorita dall’amministrazione Trump”, conclude Debach.