Dazi, dazi e ancora dazi: sembra che negli ultimi giorni non si parli d’altro e visti gli effetti che stanno avendo sul mondo e sul mercato, è anche normale. Se la minaccia di dazi ha iniziato a spaventare gli investitori fin dal 21 gennaio, il 2 aprile è arrivato il vero panico sui mercati che per un giorno – ma non solo – si sono tinti di rosso. E con i negoziati che sono ancora nel vivo e possibili ritorsioni all’orizzonte, è probabile che la volatilità continui a fare da sfondo ai mercati per un po’ di tempo.
È ora di una profonda rotazione dei mercati
Nonostante l’affondo degli ultimi giorni, i mercati erano già entrati in territorio di correzione a partire da metà marzo, quando l’indice S&P500 ha bruciato migliaia di miliardi di valore di mercato dopo il ritorno dei timori di una recessione negli Stati Uniti. Ed è proprio in una simile situazione che gli investitori hanno iniziato a cercare davvero opportunità fuori dai confini a stelle e strisce, puntando su Asia ed Europa. Da un lato, spiega Dan Scott, Head of Multi Asset di Vontobel, “i mercati europei sono stati sostenuti dalla ripresa dell’entusiasmo per i piani statali volti a incrementare la spesa per la difesa e le infrastrutture, anche se riteniamo che la crescita a lungo termine resti limitata da problemi strutturali”. Dall’altro invece, “la Cina è impegnata in maniera concertata a rilanciare la spesa al dettaglio e a stabilizzare il mercato immobiliare, dove si stima che risieda circa il 60% della ricchezza delle famiglie”.
Anche nel caso in cui i dazi siano solo una tattica di negoziazione, è difficile prevedere le prossime azioni di Trump. E, in tal senso, portare il portafoglio in una posizione più neutrale sulle azioni statunitensi potrebbe essere una scelta considerata.
Infatti, vedendo in quanto poco tempo il mercato ha perso il suo equilibrio, sembra improbabile che la volatilità si plachi nel breve termine. Il mercato è quindi destinato a restare in uno stato di allerta reagendo in modo improvviso e a volte inaspettato di fronte a qualunque nuovo dato.
Smettere di investire? No, serve solo trovare un’alternativa
Se da un lato le prospettive di crescita degli Stati Uniti sono state riviste al ribasso vista l’incertezza nei settori industriali e del consumo, dall’altro i timori di recessione potrebbero essere eccessivi, visti che molti dei nuovi dazi potrebbero essere solo temporanei. Vale comunque la pena guardare al di fuori degli USA, dove diverse economie iniziano a beneficiare di nuovi incentivi monetari e fiscali. Ad esempio, sono mesi ormai che la Cina parla di nuovi incentivi espansivi e la Germania, sotto il nuovo cancelliere Melz, ha mosso le carte per riformare il freno al debito sancito dalla costituzione.
Guardando anche fuori dal classico tracciato, il comparto delle valute potrebbe rappresentare una buona occasione di investimento, soprattutto ora che il dollaro sta piano piano perdendo il suo primato. Solo per nominarne alcune, il franco svizzero e lo yen giapponese, in questo frangente, potrebbero mantenere il loro valore piuttosto stabile. Il primo è senza dubbio frutto del fatto che l’economia elvetica è solida così come la sua economia, tanto più che il governo Svizzero difficilmente si farà coinvolgere in una possibile escalation sui dazi. Nel caso dello Yen, invece, l’attuale debolezza lo rende appetibile per il futuro.
Insomma, come ci ha insegnato la storia, anche nei momenti più incerti e dove il marcato si tinge di rosso, non scompaiono tutte le opportunità, basta selezionarle con cura.