Sole e vento sui mercati europei: aspettando la raccolta (di capitali)

La crescita record delle sostenibili attrae gli investimenti e gli obiettivi ambiziosi del Green Deal potrebbero far confermare questo trend nel prossimo futuro. Ne abbiamo parlato con Legal & General Investment Management

In Europa sole e vento valgono più di petrolio e gas. A confermarlo sono gli investimenti nei mercati energetici, dove per il secondo anno consecutivo gli operatori hanno creduto più nelle fonti energetiche rinnovabili che in quelle tradizionali. La produzione record europea di eolico e solare conferma che “gli obiettivi di carbon neutrality stanno diventando uno standard sempre più diffuso per governi e imprese, attirando di conseguenze grandi flussi di capitali in quest’area”. Lo afferma di Aanand Venkatramanan, Head of Etfs di Legal&General Investment Management.

Nel 2021 il settore delle rinnovabili ha dominato gli investimenti nella produzione di energia: il World Energy Investment 2021 dell’Agenzia Internazionale dell’energia (Iea), infatti, riporta che il 70% dei 530 miliardi di dollari investiti in capacità produttiva sono stati destinati al settore delle energie pulite. La crescita degli investimenti riflette la centralità della lotta al cambiamento climatico nelle agende dei policymaker e delle aziende. Ciò è stato recentemente attestato dalla firma degli Accordi di Glasgow nel novembre 2021, in cui 197 paesi hanno ribadito di voler raggiungere l’obiettivo della Conferenza di Parigi del 2015 di mantenere a 1,5° l’innalzamento della temperatura media globale.

L’impegno dell’Unione Europea

Per quanto concerne l’Ue, “con l’approvazione del Green Deal, la Commissione Europea è diventata colei che ha iniziato a tracciare la strada per raggiungere questi obiettivi” spiega Venkatramanan: il piano, che parte proprio dagli obiettivi fissati a Parigi, prevede l’approvazione di riforme volte a rendere l’Unione Europea “climate neutral”. Il recente “Fit for 55” è il primo pacchetto di misure del Green Deal introdotto in Ue e ha come obiettivo la riduzione entro il 2030 del 55% delle emissioni di Co2 rispetto ai livelli del 1990. Alla fine del 2021, questi risultavano già calati del 31%, secondo l’Agenzia europea dell’energia.
Quello passato è stato un anno record per l’Europa anche in termini di potenziamento ed ampliamento della propria capacità energetica da fonti rinnovabili: le nuove installazioni per la produzione di energia eolica e solare hanno portato un’aggiunta alla capacità massima di 41GW.Ciò conferma il peso sempre maggiore che le due fonti ricoprono nella produzione energetica dell’Ue: nel decennio 2010-2020 l’eolico è aumentato di quasi il 250% passando da 84GW a 207.7GW mentre nello stesso periodo il solare è più che decuplicato, passando dal 13.4GW a 137.2GW

La sostenibilità attrae capitali

Ciò ha determinato effetti positivi anche per i mercati che investono nella transizione energetica. Dallo studio Energy Investing: Exploring Risk and Return in the Capital Markets pubblicato nel giugno 2020 dalla Imperial College Business School, emerge infatti che lungo un arco di 5 anni gli investimenti nel settore eolico e solare nei mercati di Francia e Germania hanno generato un rendimento del 178,2%, mentre quelli sui combustibili fossili il -20,7%. Tutti questi fattori hanno contribuito a far sì che “i prezzi delle risorse rinnovabili stiano seguendo una traiettoria discendente, mentre l’aumento dei prezzi dei combustibili fossili rende le prime ancora più competitive sul mercato”, spiega Venkatramanan.

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