L’ondata di caldo estivo è ufficialmente arrivata anche in Italia dove, nelle ultime settimane si sono toccati picchi record dal sud al nord, con 44 gradi nelle zone interne della Sardegna, 39 gradi a Ferrara, Forlì e Foggia e addirittura 38 gradi per Bologna e Milano.
Appena arriva il caldo, i consumi elettrici salgono alle stelle con tutte le case che possono con il condizionatore acceso. Ma l’ondata di caldo estivo è solo l’ultima delle cause dell’aumento della domanda di elettricità. A trascinare questo trend è, e sarà anche per i prossimi anni, l’ascesa dell’intelligenza artificiale.
In questa prospettiva, le società di servizi si trovano in un’ottima posizione, pronte a sfruttare le nuove richieste per incrementare i loro utili e il potenziale dei dividendi. Caroline Rendal, portfolio manager di Capital Group ha selezionato almeno tre buoni motivi per cui il settore delle utilities potrebbe essere pronto a scaldarsi e attirare l’attenzione degli investitori.
1. È ora di una revisione per la rete elettrica
Il sistema elettrico è, sia negli Stati Uniti che in Europa, risalente per lo più agli anni ’50 e ’60, da allora le tecnologie hanno fatto passi da giganti e con la crescente domanda di elettricità, è arrivato il momento di rivedere e modernizzare la rete elettrica. Sicuramente anche i recenti incendi in Sud Italia o le inondazioni che stanno colpendo alcuni stati marittimi negli Stati Uniti, rendono necessario un cambiamento.
Ma se anche il boom di domanda di energia elettrica previsto per i prossimi anni non dovesse bastare, è impossibile ignorare la transizione già in atto verso fonti energetiche rinnovabili. Non importa chi governerà gli States per i prossimi quattro anni, così come un parlamento spostato a destra in Europa, non esiste un futuro in cui le aziende smetteranno dall’oggi al domani di investire nelle fonti energetiche alternative.
2. AI che passione, ma quanto consumi?
Non è un segreto che l’intelligenza artificiale consumi molta elettricità, ma è spesso difficile quantificarla per i più. Basti pensa che per rispondere ad una sola domanda ChatGpt consuma la stessa quantità di energia che serve a tenere accesa una lampadina per 20 minuti. Contando che il software risponde ai quesiti di oltre 100milioni di utenti a settimana, con la calcolatrice alla mano è chiaro il fabbisogno stratosferico di energia necessario.
I grandi nomi dell’AI hanno già iniziato a muoversi, acquistando in prima persona data center. Ad esempio, Amazon ha appena acquistato da Talen Energy un campus di data center da 960megawatt, per 650milioni di dollari.
Allo stesso tempo, prevedendo una richiesta crescente, sono le stesse imprese energetiche ad espandersi, come Dominion Energy. L’azienda sta infatti costruendo un sistema eolico offshore da 11,3miliardi di dollari.
Chiaramente, la costruzione di tutti questi nuovi centri non è esente da rischi. In effetti, è anche lecito chiedersi cosa succederebbe se, in un futuro, questa domanda calasse rapidamente o, d’altro canto, non venisse soddisfatta.
3. Reshoring e nuove possibilità a casa
Dopo il congelamento delle catene di fornitura durante gli anni di pandemia e le recenti difficoltà date dalle guerre, prima quella in Ucraina e poi quella che sta paralizzando il Medio Oriente, sono sempre di più i Paesi che hanno deciso di puntare sul settore manifatturiero nazionale. Gli Stati Uniti sono sicuramente un capofila in tal senso, con il motto ormai bi-partitico dell’America First. Il reshoring e i relativi investimenti governativi per rafforzare il settore delle utilities, darà sicuramente una rinnovata spinta alle imprese locali, aprendo nuove opportunità.
Insomma, guardando al futuro il settore energetico è pronto ad esplodere e non solo grazie all’intelligenza artificiale. “Se si guarda avanti di un decennio, tendenze come lo spostamento delle industrie onshore e l’elettrificazione degli elettrodomestici sono sufficienti ad aumentare notevolmente la domanda di elettricità“, conclude l’esperta.