Sono sei gli aspetti da considerare per capire perché gli appartenenti alla comunità Lgbtq+ hanno la necessità di investire in maniera differente: famiglia, sicurezza sul lavoro, vita in città, assistenza sanitaria, longevità e valori
La comunità Lgbtq+ manifesterebbe una tendenza ad allineare il proprio processo decisionale d’investimento ai propri ideali, escludendo quelle società con una scarsa esperienza sul fronte dell’uguaglianza e dei diritti
L’assenza a livello globale di un’uguaglianza legale e sociale per la comunità Lgbtq+ (acronimo utilizzato per far riferimento a persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali, queer e in generale a tutti coloro che non si sentono pienamente rappresentati sotto l’etichetta di donna o uomo eterosessuale) pone l’attenzione su una serie di fattori che incidono sulla vita e, conseguentemente, sulle decisioni d’investimento dei suoi membri. Anche per far fronte alle sfide che si interpongono lungo il loro cammino.
Secondo un’analisi di Ubs global wealth management, sono sei gli aspetti da considerare per capire perché gli appartenenti alla comunità Lgbtq+ avrebbero la necessità di investire in maniera differente rispetto alla comunità eterosessuale cis-gender:
famiglia, sicurezza sul lavoro, vita in città, assistenza sanitaria, longevità e valori. Se le vittime di pregiudizi razziali, di genere o religiosi possono spesso trovare sostegno nei propri familiari, spiegano gli analisti della banca svizzera, per alcuni soggetti della comunità Lgbtq+ sono proprio i membri della propria famiglia i “persecutori più rumorosi”. Un aspetto che fa sì che, specialmente i giovani, abbiano oltre il doppio delle possibilità di andar via da casa, ottenendo un’insicurezza finanziaria e un’eredità di debiti. E a bloccarsi potrebbero essere anche le decisioni di avviare attività professionali autonome o imprenditoriali, venendo a mancare quella “rete di sicurezza” in grado di offrire il sostegno economico necessario in caso di fallimento. Pressioni emotive e finanziarie che, stando ai ricercatori, incrementerebbero l’importanza di
un solido piano d’investimento per soddisfare bisogni e obiettivi, costruendo una “strategia di liquidità sufficientemente ampia per coprire le spese quotidiane”.
C’è poi il tema-lavoro, considerando che i membri della comunità Lgbtq+ hanno maggiori probabilità di perdere il proprio impiego proprio a causa delle loro relazioni. E anche dove interviene la protezione legale, “il pregiudizio sociale può danneggiare la loro sicurezza”. Negli Stati Uniti, per esempio, circa la metà della comunità tenderebbe a non comunicare le proprie decisioni private sul luogo di lavoro (una percentuale che sale a un terzo nel Regno Unito). Tale impulso, secondo Ubs, deriverebbe dai timori di persecuzione ed esclusione e genererebbe uno stress che determina a sua volta prestazioni inferiori e perdita di opportunità. Per non considerare poi le implicazioni materiali sulla strategia di gestione patrimoniale, dato che “i dipendenti Lgbtq+ soggetti a precarietà e pregiudizi sul lavoro potrebbero non essere in grado di accumulare risparmi per la pensione allo stesso modo di altri”, osservano gli analisti.
Prove dimostrano come i membri della comunità Lgbtq+ tendano anche a trasferirsi nelle aree urbane, che hanno un costo della vita più elevato rispetto a quelle rurali. Un ulteriore aspetto che inciderebbe sulla loro capacità di accantonamento e che li porrebbe in una “posizione di svantaggio” in quanto investitori, racconta Ubs. Anche le spese sanitarie non sarebbero da sottovalutare, basti pensare ai costi relativi alla fecondazione in vitro o alla maternità surrogata. Sfide che renderebbero ancora più importante “sviluppare una
pianificazione finanziaria olistica e una strategia di liquidità per proteggersi dai rischi e avere un cuscinetto contro le spese impreviste”, continua lo studio.
Quanto alle aspettative di vita, le coppie dello stesso sesso hanno una maggiore probabilità di vivere più a lungo rispetto alle altre. E vivere più a lungo può avere un effetto rilevante sulla quantità di ricchezza da accantonare per finanziare il proprio futuro. Modelli di base suggeriscono come una coppia eterosessuale di 65 anni potrebbe aver bisogno di circa 17 volte la propria spesa annuale per finanziare 20 anni di spesa nel periodo della pensione (dai 65 agli 85 anni). Per una coppia Lgbtq+ di 65 anni, in particolare quando si parla di donne, questo orizzonte temporale è troppo breve. “L’introduzione di una riserva di ulteriori 10 anni di pensionamento, ovvero 30 anni complessivi, aumenterebbe le risorse necessarie a 22 volte la spesa annuale”, spiegano gli analisti. E mettere da parte abbastanza soldi per un arco temporale di 35 anni di pensione richiederebbe circa 25 volte la spesa annuale. Chiude il cerchio la variabile relativa ai valori. La comunità Lgbtq+ manifesterebbe infatti una tendenza ad allineare il proprio processo decisionale d’investimento ai propri principi, escludendo quelle società con una scarsa esperienza sul fronte dell’uguaglianza e dei diritti. Altri membri, invece, potrebbero scegliere di sostenere cause filantropiche che supportino tematiche ambientali e sociali, o costruire un portafoglio finanziario che investe in modo sostenibile.
Sono sei gli aspetti da considerare per capire perché gli appartenenti alla comunità Lgbtq+ hanno la necessità di investire in maniera differente: famiglia, sicurezza sul lavoro, vita in città, assistenza sanitaria, longevità e valoriLa comunità Lgbtq+ manifesterebbe una tendenza ad allineare il pro…