La numismatica antica ha raggiunto un nuovo record: le 4,8 milioni di sterline pagate per una antica moneta d’oro greca proveniente dalla Crimea, un tempo – fino agli anni ’30 del XX secolo – conservata presso il museo statale dell’Ermitage di San Pietroburgo e questo mese, maggio 2023, messa in vendita per raccogliere fondi a favore del governo sovietico (come si vedrà, non è la prima volta che questo pleasure asset assolve a questa funzione). A curare la cessione dell’aureo statere è stata una casa d’aste svizzera, la Numismatica Ars Classica di Zurigo (5,39 milioni il prezzo in franchi svizzeri).
Perché lo statere d’oro greco è diventato la moneta antica più cara di sempre
Cos’è uno statere? Nell’antica Grecia, con questo nome si designava in origine il didramma (moneta del valore di due dracme) di qualsiasi metallo. In seguito l’unità aurea fu rappresentata in Macedonia da monete del peso di 8,10-8,60 g (secoli VI-IV a.C.). Il rarissimo statere appena venduto (si pensa che al mondo ne siano rimasti tre in tutto) raffigura su lato la testa di un satiro, sull’altro un grifone che tiene in bocca una lancia. Fu definita dal politico britannico (inizio XX secolo) e celebre collezionista di monete antiche Godfrey Locker Lampson «una meraviglia della ritrattistica parlante». Oltre alla scarsità, a influire sul prezzo è stata l’insolita scelta del coniatore di raffigurare la testa in una posa insolita per quella tipologia di moneta – di tre quarti – anziché di profilo. L’ex moneta dell’Ermitage essendo inoltre l’unica a non appartenere adesso a una collezione museale, è la sola disponibile sul mercato.
La storia della moneta antica più cara di sempre
Gli studiosi riferiscono che questa moneta d’oro fu realizzata nel IV secolo a.C. nell’antica città greca di Panticapaeum, vicino all’odierna Kerch, sulla costa orientale della Crimea. Panticapaeum faceva parte del Regno di Bosforo. Il satiro sulla moneta potrebbe essere un riferimento al re spartano Satyros I, che governò lo Stato greco-sciita dal 432 a.C. al 389 a.C. Il grifone, invece, rappresenta i mitici guardiani dei giacimenti d’oro trovati nelle montagne della Scizia. Godfrey Locker Lampson possedeva una moneta battuta dallo stesso conio e non smetteva di meravigliarsi della squisita fattura del suo gingillo, scrivendo che «chi non l’avesse vista non avrebbe creduto che tanta espressività potesse essere racchiusa in un tondo così piccolo».
Lo statere andato in asta ai nostri giorni faceva parte della collezione del Museo statale dell’Ermitage di San Pietroburgo fino ai primi anni Trenta, periodo in cui il museo vendette molti dei tesori che custodiva proprio per sostenere economicamente il governo sovietico. Vennero ceduti allora dipinti come La Madonna di Alba di Raffaello (1511 circa) e L’Annunciazione di Jan van Eyck (1434-36). Entrambi andarono ad arricchire la collezione principale della National Gallery of Art di Washington.
Numismatica antica: collezionismo in espansione
In generale, la vendita di Numismatica Ars Classica ha registrato risultati eccellenti, chiudendo un incasso di oltre 21 milioni di franchi svizzeri, a fronte di una stima iniziale di 11 milioni. In chiusura, Arturo Russo, condirettore della casa d’aste ha affermato che «L’intera asta ha realizzato prezzi eccezionalmente alti. Questo è un segno che l’intero mercato della numismatica sta fiorendo, ed è particolarmente forte per le antichità in questo momento».
Mentre lo statere conquista il record di moneta antica più costosa di sempre, la moneta più cara in assoluto mai venduta in asta resta l’indimenticato esemplare d’oro da 20 dollari a doppia aquila del 1933, aggiudicato a 18,9 milioni di dollari da Sotheby’s nel 2021.