La società per le telecomunicazioni finanziarie interbancarie mondiali nasce nel 1973. Ha sede vicino a Bruxelles
Ne fanno parte oltre 200 stati e territori e più di 11.000 istituzioni finanziarie
La messaggistica di Swift ha contato lo scorso anno in media 42 milioni di interazioni giornaliere
Nell’immediato, bisogna considerare che la Russia è uno dei nostri principali fornitori di energia: se non fosse parte Swift, non potremmo pagarla, con la conseguenza di vederci interrotte le forniture. L’Europa paga le forniture di gas naturale russo via Swift. Viceversa, i nostri imprenditori con clienti in quella nazione non potrebbero ricevere alcun pagamento. Esistono poi ragioni di ordine sistemico. L’occidente non è propenso ad adottare questa misura punitiva nei confronti di alcun paese (benché lo abbia fatto per l’Iran nel 2012) perché costituirebbe un incentivo allo sviluppo di sistemi di messaggistica alternativi per i pagamenti internazionali. Che, al momento, non esistono.
O meglio, la Russia ne ha implementato uno fin dal 2014; ne fanno parte attualmente 400 utenti. La Cina dal canto suo nel 2021 ha annunciato proprio una joint venture con Swift, mossa da molti osservatori vista come un atto di tutela contro eventuali future sanzioni. Un altro sistema alternativo potrebbe essere quello delle criptovalute, guardate con interesse dagli oligarchi russi: nel paese i crypto asset sono molto diffusi. Tuttavia non sono ancora così massicciamente adottati a livello globale.
Non essendo una banca, ma solo una sorta di cooperativa fra associati che non vi detengono nessun deposito, Swift non sottostà alle stesse regole degli istituti di credito. E’ supervisionata dalla Banca Nazionale del Belgio, Bce, rappresentanti della Fed, Bank of England, Banca del Giappone e altre banche centrali.