Se la Chevrolet Corvette rappresenta la vettura
sportiva simbolo del sogno americano anni ‘50,
la Ford Thunderbird, nata proprio per contrastare la Corvette, ricopre un analogo ruolo nel settore delle automobili di lusso. A differenza della spartana
Corvette, la T-Bird, come venne da subito soprannominata,
offriva soluzioni superiori per qualita? e quantita?, a cominciare da una carrozzeria in acciaio, e non in vetroresina,
e da accessori da auto di livello medio-alto, come i vetri
elettrici, i sedili regolabili ed i motori V8, cosi? meglio rispondendo alle richieste dell’esigente mercato americano.
Per la T-Bird venne addirittura creata una categoria specifica, la “Personal Car Luxury”, trattandosi di vettura non direttamente confrontabile con le “Sportcar” dure e pure, ma
di un prodotto pensato espressamente per la Middle Class
americana, che apprezzava maggiormente le comodita?, lo
stile e gli accessori di lusso. La T-Bird era quindi tutt’altro
che una sportiva sfacciata ed eccessiva, ma un’elegante e sobria stradista silenziosa e affidabile, perfetta per sfilare
ad andatura turistica, con grande confort, sui boulevard
californiani in “relaxed sportiness”, cosi? come affermava
la stessa Ford. I motori erano assolutamente adeguati e
via via sempre piu? performanti, partendo dal V8, 4,8 litri
iniziale, fino al 7,5 litri delle ultime serie, ma non erano
certo le prestazioni assolute la cifra caratteristica delle
Thunderbird.
Come gia? la Corvette, anche la T-Bird era nata con l’intento di contrastare l’invasione negli States delle agili, compatte e brillanti due posti scoperte europee. Gia? nel ‘51, il Direttore Generale della Ford Lewis Crusoe, impressionato dalle novita? presentate al Salone di Parigi, incarico? il futuro capo del centro stile, George Walker, di studiare una Ford in grado di competere ad armi pari con i costruttori europei. Ma la Chevrolet batte? la Ford sul tempo, presentando la Corvette gia? al Motorama di New York del ‘53. Solo nel febbraio ‘54 la Ford esporra? al Salone di Detroit la sua Thunderbird, rispolverando un nome mitologico indo-americano, caro ai nativi dell’Arizona e del New Mexico.
Thunderbird, ovvero Uccello di tuono, era una divinita?,
lo spirito che incarnava forza e potenza, il cui batter d’ali
era invisibile agli uomini, ma generava vento, tuoni e
pioggia nel deserto. E? questo un mito talmente popolare
negli Usa che in una commedia musicale e sentimentale
come “Grease”, Thunderbird, ovvero T-Bird, era il nome
del gruppo del quale Danny Zuko, cioe? John Travolta,
era leader. La nuova Ford incontro? da subito i favori del
pubblico, costituendo un riuscitissimo mix tra i concetti
europei e gli stilemi americani, in particolare quelli della
Casa. La T- Bird, infatti, univa ad una linea bassa, filante
e compatta, con una mascherina cosi? larga e rasoterra da
evocare chiaramente una Ferrari, caratteristiche tipica-
mente americane, anche se non esasperate come nella
Corvette; non potevano mancare le pinne in coda, pur
appena accennate, le ruote posteriori coperte, le griglie sui parafanghi e vari richiami di foggia aeronautica, come i rostri ad ogiva sui paraurti anteriori. La seconda serie,
altro notevole successo, porto? poi in dote elementi cosi?
peculiari da caratterizzare ancora oggi la vettura stessa.
Cosi? il “Continental Kit”, ovvero la copertura esterna della
ruota di scorta a cavallo tra il paraurti ed il cofano posteriore, oltre agli inconfondibili “portholes”, cioe? i finestrini ad oblo? incastonati lateralmente nell’hard-top. Con le successive serie e con l’introduzione nella gamma Ford della
sportiva Mustang, nata nel ’64, il ruolo della Thunderbird e? via via cambiato, adeguandosi anche sempre piu? all’imperante moda americana del gigantismo automobilistico.
Il concetto iniziale e? stato sempre piu? snaturato, dapprima
prevedendo 4 posti in luogo dei canonici 2, poi addirittura
lanciando un modello a quattro portiere con apertura ad
armadio, e aggiungendo via via vari orpelli ornamentali; la filosofia originaria fu ripresa solo nel 2002 con l’uscita di un modello celebrativo, felicemente ispirato alle prime serie, ma con maggior lusso e moderne comodita?. In tutta
la sua storia la Thunderbird e? comunque riuscita a legare
la sua immagine a veri e propri miti del cinema americano.
Le T-Bird piu? celebri sono senza dubbio quelle appartenute
alle star piu? in vista dell’epoca, come Marilyn Monroe e
Arthur Miller, la cui T-bird modello ’56 nera, sulla quale si
sarebbero anche recati al matrimonio, e? stata venduta in
un’asta nel 2018 alla ragguardevole cifra di 490.000 dollari. O quella di Spencer Tracy e Katherine Hepburn, citata da quest’ultima anche nella sua autobiografia. Oppure quelle appartenute a Frank Sinatra, a
Clark Gable, a Bing Crosby o a Jack Lemmon. O
anche, a casa nostra, le T-Bird guidate fra gli altri
da Rita Pavone e Adriano Celentano.
E proprio
sulla sua Thunderbird perse la vita Fred Buscaglione, schiantandosi contro un camion carico
di porfido all’alba del 3 febbraio 1960, lo stesso
giorno in cui usciva nelle sale cinematografiche
La Dolce Vita di Fellini, il film che celebrava la
deriva della vita mondana della quale in un certo
senso Buscaglione era uno dei cantori, sia pure
con i suoi modi ironici e scanzonati. In quel periodo all’apice del successo, imperava ovunque
con le sue canzoni surreali e dissacranti e con il
suo look ispirato ai gangster americani; era il Re
dello Swing e come tale non poteva che guidare proprio un’auto come questa, personalizzata in un inusuale color lilla.
Ma la T-Bird e? stata essa stessa star del cinema, ricoprendo ruoli di co-protagonista in road-movie
di grande successo. Basti citare Cuore Selvaggio di David
Lynch e soprattutto Thelma & Louise di Ridley Scott, ove
una Convertible model year 1966, azzurro metallizzato
interpreta una delle scene piu? famose della storia del
cinema. E? su questa due posti scoperta che Geena Davis e Susan Sarandon, alla fine di mille inseguimenti con
la polizia, dopo uno sguardo d’intesa e la famosa
frase “Non torniamo indietro, non fermiamoci”,
schiacciano a fondo l’acceleratore, librandosi verso
il canyon. Un salto nel nulla mai concluso, rimasto
sospeso, evocativo della liberta? conquistata. Si puo?
ben capire come la T-Bird conti nel mondo un gran
numero di estimatori, che in questo caso possono
soddisfare agevolmente il desiderio di possederne
una poiche?, essendo stata prodotta in quasi 4,5
milioni di esemplari in cinquant’anni ed in ben 11
modelli, e? di facile reperibilita? ed in certe versioni a
prezzi non proprio proibitivi. Come sempre accade
le prime serie sono le piu? ambite, tanto che i modelli ante 1960 non scendono generalmente sotto i
50.000 euro per raggiungere anche i 100.000 euro
per i migliori esemplari o per quelli con storie alle
spalle particolarmente avvincenti.
(articolo tratto dal magazine We Wealth di luglio-agosto)