Gran parte dei principali indici azionari, nonostante il covid e i tonfi del pil degni di guerra, stanno chiudendo il 2020 con rialzi a doppia cifra. Growth meglio di value, Stati Uniti in pole position
Secondo un articolo del Financial Times, tassi bassi e utili in crescita fanno sperare in un 2021 ancora all’insegna del sereno. Sopratutto per i mercati emergenti. Occhio però alle valutazioni (a Wall Street sopra a 25 volte gli utili)
Sul bilancio delle banche centrali nel 2021 graveranno ulteriori 5 mila miliardi di dollari mentre gli utili per azione medi delle società quotate sull’S&P 500 arriveranno a 169,20, in crescita del 21,7%
Il 2020 in numeri (e indici)
Guardando alle performance dei principali indici azionari si direbbe che il 2020 è stato un anno estremamente buono. L’indice MSCI world segna una performance a due cifre (+12,75%) da inizio anno, numeri non esattamente alla stregua di una catastrofe, e di entità monstre considerando la finestra temporale da marzo (+65,98%). Al netto delle ottime performance dei mercati emergenti (MSCI Emerging Markets al +12,21%), supportate dal deprezzamento del dollaro, ad alzare la media dell’indice globale ancora una volta ci sono gli Stati Uniti dove l’S&P mette a segno il +15,34%. A livello settoriale invece la crescita è stata guidata dai titoli definiti growth. Il Russel 1000 growth ha registrato una performance annua di addirittura il 35,5% contro un Russel 1000 value che ha riparato i danni chiudendo l’anno senza né infamia né lode (+0%). Per quanto riguardo i titoli a vocazione di crescita la parte del leone l’hanno fatta i titoli tech: dai minimi di marzo il Nasdaq è cresciuto ben di oltre il 75%.
Tassi bassi e utili in crescita: le speranze del 2021
La chiave del rimbalzo del mercato, secondo un articolo del Financial Times, proviene dalle fucine delle banche centrali, che mai come quest’anno hanno stampato moneta. Secondo i dati elaborati da Refinitiv, a seguito di acquisto dei titoli di stato, sui conti delle banche centrali pesano 8 nuovi mila miliardi di dollari. Ed altri sono in arrivo. Il team strategico di JPMorgan prevede 5 mila miliardi di dollari di ulteriore espansione del bilancio delle autorità monetarie nel 2021. Risultato: i tassi rimarranno bassi anche per il prossimo anno, favorendo un ulteriore crescita dei mercati.
Le valutazioni sono alte, ma non c’è due senza tre
A preoccupare gli analisti sono invece le valutazioni azionarie, molto al di sopra dei livelli medi di lungo periodo. In particolar modo a Wall Street, dove le azioni vengono vendute a multipli di oltre 25 volte gli utili. Anche per questo e per la maggiore componente ciclica, il 2021 potrebbe essere l’anno dei mercati emergenti, favoriti inoltre da un dollaro destinato ancora a rimanere debole, sia per i bassi tassi imposti dalla Fed che per il pacchetto fiscale appena approvato. Infine per il Financial Times non ci sono dubbi che il 2021 sarà un anno ancora all’insegna del sereno per i portafogli degli investitori, ma la giostra dei mercati inizierà a rallentare.“I numeri del 2020 sono certamente impressionanti ma sollevano la preoccupazione che i mercati abbiano preso in prestito pesantemente dai rendimenti del 2021” si legge nell’articolo a firma Michael Mackenzie. Inoltre, i mercati azionari globali e statunitensi registreranno due anni consecutivi di guadagni a due cifre. La storia suggerisce che una serie di tre anni consecutivi di guadagni a due cifre è rara, ma non impossibile.