Eliminare il divario salariale e aumentare il tasso di occupazione femminile fino a eguagliare quello maschile potrebbe generare fino a 9mila miliardi di pil aggiuntivo, per una crescita dell’11,9%
Il tasso di partecipazione femminile alla forza lavoro varia notevolmente tra i paesi del G20, con un gap di 53 punti percentuali tra chi riporta la performance migliore (il Canada con il 75,6%) e chi quella peggiore (l’India con il 22,3%)
Quante donne hanno un conto in banca?
Una situazione che si riflette anche sulle retribuzioni. Sebbene l’Italia si distingua per il divario salariale orario più basso tra i paesi del G20 (pari al 5,6%, contro una media del 20%), persiste un gap significativo nelle pensioni ricevute dalle donne del 31,9%. Inoltre, a livello aziendale solo il 29,5% delle professioniste ha accesso alle posizioni manageriali. Certo, la Golfo-Mosca ha dato impulso alla rappresentanza femminile nei board delle società quotate in Borsa e di quelle a controllo pubblico, scivolata dal 6,3% del 2009 al 36,3% del 2019. Ma nelle imprese non soggette a regolamentazioni specifiche i passi in avanti sono ben più lenti e le percentuali restano al di sotto della soglia necessaria (al 2019 si parlava del 17,7%). Altro punto a favore è quello relativo alle donne che posseggono un conto in banca, pari al 91,6% in Italia contro il 78% della media del G20.
I tre scenari: sul piatto da 7mila a 10mila miliardi
Ma molti passi restano ancora da fare. Come anticipato in apertura e spiegato dal rapporto, colmare il divario retributivo di genere e porre fine a quello occupazionale consentirebbe di generare un impatto economico non indifferente. Sono stati elaborati tre scenari. Nel caso in cui tutti i paesi raggiungessero il tasso di occupazione femminile registrato da quelli che hanno guadagnato le prime tre posizioni in tal senso (Canada, Germania e Giappone, con una media del 72%), l’impatto potrebbe superare i 7mila miliardi di dollari (pari al 9,8% del pil del G20). Qualora invece il tasso di occupazione femminile eguagliasse quello maschile, si parla di benefici per 9mila miliardi di dollari (11,9% del pil). Se, infine, eguagliasse quello maschile dei tre paesi sul podio (Germania, Giappone e Regno Unito, con una media dell’81,4%) si arriverebbe a 10mila miliardi di dollari (13,5%).