Olivier de Berranger: “In Europa, gli attriti tra i paesi frugali con la Polonia e l’Ungheria potrebbero condizionare la fiducia degli investitori qualora il piano di ripresa europeo dovesse essere messo in questione o ritardato”
Bettina Ducat: “Portiamo avanti la nostra strategia di sviluppo facendo leva su una posizione di forza nel mercato domestico”
A poco più di un mese dalla fine dell’anno pandemico, scocca l’ora dei bilanci e delle previsioni. Secondo Olivier de Berranger, cio di La Financière de l’Echiquier, società di gestione imprenditoriale e responsabile con asset under management pari a 10,5 miliardi di euro, al termine del rally dovuto agli importanti progressi compiuti nella ricerca dei vaccini contro il coronavirus, il 2020 potrebbe concludersi con “una volatilità più contenuta e un mercato moderatamente rialzista”. Potremmo assistere, inoltre, a “un’assenza di catalizzatori significativi e a un atteggiamento attendista da parte degli investitori”. Ma quali saranno i principali rischi da tenere in considerazione?
“Se i vaccini in corso di omologazione sembrano promettenti, la politica della terra bruciata svolta da Donald Trump potrebbe indebolire la ripresa economica negli Stati Uniti, a maggior ragione visto che il Paese si trova ad affrontare una preoccupante terza ondata di contagi”, spiega de Berranger. In Europa, aggiunge, “gli attriti tra i paesi frugali con la Polonia e l’Ungheria potrebbero
condizionare la fiducia degli investitori qualora il piano di ripresa europeo dovesse essere messo in questione o ritardato”. Di conseguenza, secondo de Berranger, nel lungo termine due tematiche opposte apparirebbero “interessanti”. Da un lato, i titoli dei settori maggiormente penalizzati dalla crisi ma con un indebitamento contenuto, che consentirà loro di superare “serenamente i prossimi mesi di crisi” (come quelli dei settori dei trasporti, del tempo libero, dell’energia o delle banche). Dall’altro lato, i titoli esposti a tematiche di lungo termine, come la digitalizzazione dell’economia, l’
intelligenza artificiale, la robotica e le aziende con un impatto positivo sul pianeta o sulla società.
“Il 2020 – aggiunge
Bettina Ducat, ceo di Lfde – è stato per noi un anno molto positivo in termini di performance, risultato di diversi anni di applicazione dello stesso messaggio: restare indipendenti nelle nostre decisioni di investimento e focalizzarci sul modo in cui gli investimenti sostenibili e responsabili restituiscano valore nel tempo, soprattutto sul fronte della governance”. “Durante quest’anno – continua – siamo stati in grado di consolidare la nostra leadership nel mercato domestico, ma abbiamo continuato anche a rafforzare la nostra presenza in Europa. La nostra strategia, infatti, si basa su quattro pilastri. Primo fra tutti, l’espansione europea, perché è giunto il momento di una vera accelerazione. In secondo luogo, il consolidamento della leadership nel nostro mercato. Poi l’innovazione e gli investimenti sostenibili”.
“Siamo fiduciosi nella nostra capacità di accelerare in Europa dove intendiamo rafforzare i team e il presidio locale. Nel resto del mondo, con un approccio più opportunistico, un team dedicato copre già alcuni mercati e ha ottenuto alcuni successi in Cile, Canada e Israele”, spiega Ducat. Senza dimenticare tuttavia l’Italia. “Il nostro approccio di investimento basato su convinzioni forti e la nostra leadership negli investimenti socialmente responsabili sono pienamente in linea con i centri di attenzione dei clienti italiani”, precisa Ducat. Poi conclude: “Proseguirà il nostro impegno anche in questo Paese”.
Olivier de Berranger: “In Europa, gli attriti tra i paesi frugali con la Polonia e l’Ungheria potrebbero condizionare la fiducia degli investitori qualora il piano di ripresa europeo dovesse essere messo in questione o ritardato”Bettina Ducat: “Portiamo avanti la nostra strategia di sviluppo facendo…