Qualche dato: nel 2023 le azioni globali sono salite del 20% (indice MSCI All Country World), gli hedge fund dell’8,1% (indice HFRI Fund Weighted Composite). A gennaio 2024, l’azionario internazionale ha battuto i fondi speculativi 0,5% a 0,4%. Vuol dire che i fondi hedge non sono riusciti a svolgere il proprio ruolo nei portafogli? Secondo Mark Haefele, chief investment officer, Ubs Global Wealth Management, non è così. Ecco perché.
Il ruolo degli hedge fund in caso di forte volatilità
In generale, un fondo speculativo non è mai in grado di eguagliare i rendimenti azionari in caso di forti rialzi, come quelli registrati a partire da ottobre. Gli obiettivi principali dell’aggiunta di un’esposizione agli hedge fund in un portafoglio sono l’apporto di fonti alternative di rendimento e la mitigazione dei rischi, un aspetto che, in casi di forte incertezza geopolitica ed economica come quello attuale, resta fondamentale. In questo contesto di mercato, secondo Haefele, un’allocazione adeguata agli hedge fund dovrebbe contribuire a compensare i potenziali ribassi azionari e offrire agilità per muoversi in un panorama macroeconomico in evoluzione.
Alcune strategie di hedge fund possono aiutare a catturare i guadagni del mercato laddove ce ne siano ancora e pure ad attutire le cadute. Con i titoli azionari vicini ai massimi storici, oggi molti investitori si stanno chiedendo dove dirottare la liquidità in eccesso e se sia opportuno riequilibrare i portafogli dopo i recenti rialzi azionari. Storicamente, grazie alle loro caratteristiche (mitigazione dei rischi e gestione dei ribassi), gli hedge fund sono stati il naturale complemento di portafoglio, azionario o obbligazionario che fosse, catturando i rialzi, aggiungendo rendimenti diversificati e offrendo protezione contro i ribassi inattesi. La storia ci fornisce qualche esempio. Fra il 2000 e il 2002 la bolla delle dot com produsse uno sgonfiamento del valore del 47% dell’indice MSCI All Country. Nello stesso periodo, i fondi speculativi che adottavano una strategia market neutral persero solo lo 0,4%, mentre quelli di tipo merger arbitrage lo 0,8%.
Quali i rischi attuali da cui proteggersi nel concreto, grazie a un hedge fund?
Il primo è l’inflazione, che ha lentamente cominciato la sua discesa; «il rischio che le azioni e le obbligazioni si muovano di pari passo rimane, se (l’inflazione) si dimostra più rigida del previsto» sottolinea il cio. Un’allocazione strategica agli hedge fund come ulteriore fonte di diversificazione dei portafogli può aiutare.
La correlazione semestrale tra azioni e obbligazioni è stata positiva, a circa 0,6: un livello simile a quelli visti nel 2022, quando sia le azioni che le obbligazioni sono entrambe scese a causa dell’aumento dei tassi di interesse.
I dati storici hanno mostrato che spostare il 20% di un portafoglio 60/40 (60% azioni, 40% obbligazioni) dalle azioni agli hedge fund azionari avrebbe ridotto le oscillazioni del portafoglio con una variazione minima dei rendimenti nel lungo periodo tra il 2000 e il 2022. Aspetto da non trascurare se si vuole costruire una maggiore ricchezza su orizzonti di lungo periodo.
I tassi d’interesse elevati possono anche sostenere il potenziale di rendimento degli hedge fund. Al di là dei segnali credibili di taglio comunicati dalle banche centrali, il livello dei tassi d’interesse dovrebbe rimanere relativamente alto, anche dopo i 100 punti base di tagli ipotizzati nello scenario Ubs WM di base per il 2024. Il percorso verso i tagli dei tassi contribuirà probabilmente anche alla volatilità, con il potenziale di ampliare il divario tra “vincitori e vinti”. La maggiore dispersione tra titoli, settori e paesi costituisce una opportunità per gli hedge fund di generare alfa e ottenere potenzialmente rendimenti più elevati.
Cosa consiglia allora Ubs Wealth Management in merito ai fondi speculativi?
Conclude Haefele: «Continuiamo a consigliare di allocare gli hedge fund in un portafoglio multi-asset. Attualmente prediligiamo le strategie long-short azionarie a basso saldo netto» per il loro potenziale di sfruttamento delle inefficienze di prezzo nel comparto azionario; «i fondi long-short sul credito per trarre profitto dalle discrepanze nei mercati del credito» e i fondi macro e multi-strategia al fine di diversificare, «in quanto questi ultimi sono in grado di beneficiare dell’evoluzione delle dinamiche economiche e di mercato».