- Le banche saranno tenute a offrire il servizio di invio e recezione di pagamenti istantanei; eventuali commissioni non dovranno essere superiori a quelle applicate ai bonifici standard
- L’Antitrust ha sollevato criticità sulla cessione del 49% della piattaforma PagoPa a Poste Italiane. Il dg, Giuseppe Lasco: “Aspettiamo l’evolversi dell’elemento normativo”
Bonifici istantanei, in 10 secondi, sette giorni su sette: il Consiglio dell’Unione europea ha recentemente adottato in via definitiva a Bruxelles una nuova normativa, che entrerà in vigore 20 giorni dopo la sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Tutte le banche saranno tenute a offrire il servizio di invio e ricezione dei pagamenti istantanei, mentre eventuali commissioni non dovranno essere superiori alle commissioni applicate ai bonifici tradizionali. Ma non si tratta dell’unica novità in tema di pagamenti. We Wealth ne ha discusso con Mariano Spalletti, managing director di Qonto per l’Italia.
Sui bonifici istantanei c’è chi ha sollevato timori sulla sicurezza online e le frodi. C’è da preoccuparsi?
“Tutte le innovazioni, sui pagamenti e non, portano con sé delle sfide. Soprattutto nella fase di set-up, quando le innovazioni vengono introdotte; ma, alla lunga, pagano in termini di migliore servizio al cliente. I bonifici istantanei, in questo caso specifico, rendono effettivamente più sfidante per le banche o per gli istituti di pagamento in esame il tema della prevenzione delle frodi. Ma esistono tecnologie e algoritmi che possono aiutare in termini di detection (investigazione, ndr) preventiva, che dovranno essere rafforzati”.
In questi giorni si discute anche della cessione di PagoPa, la società statale dei pagamenti verso la pubblica amministrazione. Dal suo punto di vista, quali sono le prospettive?
“Noi siamo un istituto di pagamento e non di credito, per cui per il cliente Qonto non cambierà nulla. Fatta questa premessa, non mi stupisce il polverone che si è alzato, figlio di un annoso confronto tra istituti di credito e Poste Italiane. Questo perché Poste Italiane usufruisce dei servizi bancari senza una licenza di un istituto di credito e tutte le licenze comportano, per definizione, un effort, ovvero appesantiscono l’operatore sia dal punto di vista del profilo operativo che del profilo dei requisiti, in termini per esempio di bilancio. Poi ovviamente chi avrà la possibilità di entrare in PagoPA otterrà dei vantaggi sostanziali a 360°, anche in termini di accesso a un patrimonio informativo importante sulle transazioni sia lato cliente che lato pubblica amministrazione. Quindi la mia opinione – da operatore non direttamente interessato – è che sono d’accordo che quest’assegnazione debba essere trasparente e che ci sarà bisogno di una gara, come indicato anche dall’Antitrust”.
Secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio innovative payments del Politecnico di Milano, il transato con strumenti di pagamento digitale in Italia nel 2023 risulta in leggero rallentamento rispetto al biennio 2021-2022, ma continua comunque a crescere a doppia cifra (+12%). Consumatori ed esercenti dimostrano insomma di essere sulla strada di quella che viene definita una “piena comprensione dei benefici derivanti dall’utilizzare (e accettare) le carte di pagamento per gli acquisti online”. Ma quali sono questi benefici?
“Innanzitutto, in riferimento al rallentamento che citava, credo sia necessaria una diversa interpretazione. Bisogna guardare al trend, che continua a essere positivo. In un orizzonte di 5-10 anni ci sono state fasi più alte o più basse, ma il tasso di crescita composto è rimasto positivo appunto. La crescita dello scorso anno (+12%) è stata comunque superiore rispetto a quella registrata nel periodo pre-covid (+11%). Inoltre, ci stiamo avvicinando alla soglia della parità tra pagamenti digitali e contanti. Quanto ai benefici, ne citerei sostanzialmente tre:
- l’immediatezza, non solo sul fronte dei bonifici istantanei di cui discutevamo prima ma anche dei pagamenti Nfc, wearable o con carta;
- sebbene il costo diretto possa sembrare più elevato, il costo totale alla fine risulta in realtà più basso. Nella gestione del contante, il merchant deve infatti sostenere costi di sicurezza, costi assicurativi, ma non solo. Un report di Banca d’Italia rivela che, con riferimento ai costi privati sostenuti dalle imprese, il costo della singola transazione farebbe apparire il contante come lo strumento di pagamento più economico; tuttavia il confronto in percentuale del valore delle transazioni – e dunque in rapporto al fatturato dell’impresa – ne rivela un livello elevato (1,07%), secondo solo alle carte di credito (1,73%) e doppio di quello delle carte di debito (0,54%)
- e infine c’è il tema della tracciabilità.
Per tutti questi motivi credo che sia molto importante che il governo possa spingere in questa direzione con iniziative dedicate”.
Come si inserisce Qonto in questo contesto?
“Qonto è una soluzione per la gestione delle finanze aziendali a 360°. Nasce come conto business per le aziende e, nel tempo, si è arricchito di una serie di funzionalità: dalle carte per i dipendenti, al monitoraggio del cashflow fino alla contabilità (come la possibilità di fotografare scontrini e fatture e allegarle alla transazione). Le funzioni di contabilità, in particolare, vanno ad agevolare il lavoro sia di alcuni reparti interni, come quello amministrativo, sia esterni, come il commercialista, consentendo di snellire il processo nel suo complesso”.
Il commercialista può accedere direttamente alla piattaforma?
“Esattamente, in due modi. Attraverso un accesso dedicato di lettura, per visionare le transazioni e scaricare fatture e scontrini allegati. Oppure integrando i suoi sistemi di contabilità sul conto, tramite Api”.
Qonto ha tra l’altro lanciato recentemente la seconda edizione di StrongHER, il programma di formazione gratuito dedicato alle imprenditrici. Perché un’iniziativa di questo tipo?
“Le imprese a guida femminile in Italia sono ancora soltanto il 22%, quindi c’è un potenziale inespresso enorme. Grazie alla nostra esperienza diretta, abbiamo capito che possiamo dare un supporto a diverse tipologie di investitori. L’anno scorso abbiamo ricevuto più di 150 candidature. La call di quest’anno resterà aperta fino al 7 aprile. Le 40 imprenditrici selezionate accederanno a un corso intensivo di due settimane con sessioni di formazione tenute da mentor esperti e focalizzate sui temi dell’innovazione digitale ma anche workshop più interattivi e momenti di networking”.